mercoledì 08 Maggio 2024
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Capsule, Costa Vs Trabatti: “Il mondo va avanti” / “Ci sono altri modi eco(nomici) di fare il caffè”

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MILANO – In merito agli interventi del torrefattore di Ferrara Alberto Trabatti sul tema del furano e delle capsule di caffè ci ha scritto Paolo Costa, amministratore unico della Commerciale Adriatica. Costa, sul tema delle capsule e delle macchine per le capsule, di cui è un esperto oltre che un produttore, non ha mai fatto mancare, nel tempo, i suoi contributi. E anche questa volta c’è.

Per evitare che lo scambio di argomenti naufragasse nei giorni del Sigep abbiamo anticipato a Trabatti il testo di Costa. E Trabatti ha inviato la risposta che leggete sotto.

Naturalmente, come sempre, il dibattito è aperto a tutti: addetti ai lavori e consumatori. Aspettiamo i vostri contributi. Le prossime puntate, però, le rinviamo tutte a dopo il Sigep, cioè dall’edizione di giovedì 24 gennaio. Per evitare che qualcuno, impegnato negli stand, si perda un passaggio.

Ecco che cosa ha scritto Paolo Costa che è l’amministratore unico della Commerciale Adriatica.

Egregio direttore,

nell’articolo del signor Alberto Trabatti non riesco a capire se si tratta di una sponsorizzazione alla sua torrefazione o che cosa d’altro.

Per quanto asserisce lui sul rispetto dell’ambiente mi sembra molto partigiano.

Infatti, per esempio, si vede nella foto che avete pubblicato nell’edizione di giovedì 17 il sig. Trabatti nella sua azienda con alle spalle un climatizzatore.

Quindi, proprio lui non potrebbe parlare di rispetto dell’ambiente. Perché sono proprio i cosiddetti gas serra i principali responsabili del cambiamento climatico.

A voi le conclusioni.

Strano non essere competitivi nei supermercati

Per quanto riguarda il problema dei supermercati dove non si riesce ad essere competitivi, anche questo lo ritengo molto strano.

Ma scusate: chi è che fornisce le capsule di caffè ai supermercati? Credo sicuramente i torrefattori, non altre categorie.

Altra contraddizione. Se si lascia il caffè in un sacchetto di carta per un po’ di tempo si ottiene il risultato che il caffè, respirando, si asciughi dai suoi oli naturali. E si formino dei micro funghi.

Forse il signor Trabatti si è dimenticato di dirlo che il caffè bisognerebbe tenerlo in frigorifero.

La macinatura

Poi, riguardo alla macinatura, si sa benissimo che si macina in funzione dell’umidità dell’aria. Anche questo forse è stato dimenticato.

Altro aspetto: il decaffeinato, di solito, è già porzionato in un involucro di poliaccoppiato. E, chiaramente, l’involucro non andrà nell’umido.

Il fatto di bere il caffè fatto con la moka o altro è legittimo. Un sistema di preparare il caffè come più piace al consumatore. Lo stesso vale per il caffè americano o turco.

Il caffè viene come al bar

Il sistema a capsule o cialda è sicuramente il sistema che assomiglia di più all’espresso del bar perché viene infuso ad una certa pressione ottenendo la crema come riesce al barista.

Credo che a parte tutti i discorsi sia un fatto commerciale. Il mondo va avanti, giusto o sbagliato che sia. Si beve da bottigliette di plastica, si usa il computer, si va in automobile. E così via.

Quindi il signor Trabatti se ne faccia una ragione. Di solito i paladini dei valori poi si rivelano paladini degli interessi privati o di categoria (questo non è assolutamente rivolto a lei).

Avrei molte altre cose da dire ma, per il momento, mi fermo qui.

Grazie dello spazio

Enrico Paolo Costa
Amministratore Unico Commerciale Adriatica

Ecco la risposta di Alberto Trabatti

Il torrefattore di Ferrara Alberto Trabatti
Il torrefattore di Ferrara Alberto Trabatti

Egregio Signor Costa,
il Suo intervento mi giunge gradito, perché ho pubblicamente modo di ringraziarla.

Per cosa, si chiederà? Per aver contribuito a farmi prendere coscienza dell’inutilità della cialda.

La moda delle cialde

Nel 2006 o 2007 – se trovassi, ma non ho tempo né voglia, i documenti, le saprei essere più circostanziato – sull’onda della “moda”delle cialde, fresco di apertura, ed entusiasta del mondo, mi recai a Fornace Zarattini presso la Sua Azienda, ed acquistai un paio di macchine a cialde. Non ricordo il modello, ma avevano una linea squadrata, piuttosto ingombranti, finitura bordeaux spazzolato, la leva di apertura e chiusura del pistone che scorreva alla base della macchina stessa, parallelamente al suolo.

Feci confezionare da un terzista qualche chilo di Caffè, ed ottimista, ne tentai la vendita al pubblico.

Mi resi conto da subito che le persone preferivano la tradizione, e quindi alla fine della scadenza legale delle polpette, ne gettai via qualche scatola invenduta.

Inoltre l’estrazione con la macchina acquistata non era ottimale, sebbene testata su alcuni precampioni in fase di confezionamento.

Come Lei sostiene “macinatura: si sa benissimo che si macina in funzione dell’umidità dell’aria , anche questo forse è
stato dimenticato”, ed in effetti l’atmosfera inerte preserva
dall’ossidazione, non corregge macinature sbagliate. Ma successe
dell’altro.

La macchina che ci rimase in giacenza, e che sto conferendo in stazione ecologica in questi giorni, usata a suo tempo un paio di mesi per 4/5 estrazioni al giorno, si guastò. Si ruppe lo scambiatore di calore.

Una volta inviata in assistenza, stette via svariati mesi prima di essere ritornata a me, nonostante i solleciti.

Pur considerando la possibile sfortuna nella costruzione di questo
esemplare, il servizio di assistenza non brillò per celerità. Unendo i tre fattori, tirai le somme. Fine della storia triste.

Trovo inutile replicare a cose inutili, fuori del seminato.

Il climatizzatore, le auto, la plastica… le marchette… Potremmo anche parlare dei cerchi nel grano o dei versi d’amore dell’Urogallo, per chiudere il giro.

Credo che nessuno possieda la vettura dei Flintstones, e viva e lavori in una caverna, vestendosi con pelli di animali selvatici morti per cause naturali.

Il Caffè si può preparare in tanti modi

L’aspetto che ho inteso esclusivamente sottolineare è che certe scelte sono più facili ad evitarsi, volendo e conoscendo, perché il Caffè si può preparare in tanti altri modi con maggior successo, senza scomodare energia ed ambiente. Spesso anche la tasca.

Vado a lavorare.

La saluto distintamente, ringraziandola ancora.

Alberto Trabatti

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