domenica 24 Marzo 2024
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Corea del sud: Caffè Pascucci tra i primi

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MILANO – Continua a crescere il mercato sud coreano del caffè anche dell’espresso italiano. Nonostante il rallentamento economico, i consumi sono aumentati di quasi un quarto (+23,1%) nel periodo 2009-2014 raggiungendo il ragguardevole dato di 341 tazze all’anno. Il dato pro capite rimane 5 volte superiore alla media del resto dell’area Asia-Pacifico.

Il valore complessivo del mercato era stimato, nel 2014, in circa 3 miliardi di dollari. Secondo un recente report del servizio estero del Dipartimento dell’agricoltura americano, le vendite nelle catene di coffee shop sono lievitate, sempre nel 2014, dell’11%.

La crescita dal 2009 è stata del 140%. Il mercato continua a essere dominato dai preparati solubili e dalle bevande pronte, ma si osserva, in pari tempo, una forte espansione del segmento del caffè torrefatto, anche nel canale alimentare, nonché un buon successo del monoporzionato.

Il mercato del caffè solubile e dei preparati istantanei a base di caffè vale tuttora oltre un miliardo di dollari, pur avendo registrato nel 2014 un calo del 9,4% sul 2013.

La flessione è proseguita anche nel 2015, con un -5,7% nei primi 9 mesi dell’anno appena trascorso. La scena continua a essere dominata da DongSuh (Mondelēz), con una share del 78,4% (dati 2014). Un ulteriore 20% circa del mercato è appannaggio di Lotte Nestlé.

In espansione il mercato delle bevande pronte a base di caffè (ready-to-drink o rtd), il cui fatturato ha registrato un +4% nel 2014 smentendo le previsioni più pessimistiche. Le maggiori vendite sono state rese possibili principalmente dalla comparsa di nuove referenze premium, nonché da innovazioni a livello marketing e packaging.

Il segmento del caffè torrefatto prosegue nella sua interessante traiettoria di crescita, che lo ha portato dalle 13.700 tonnellate del 2012 alle 17.000 del 2014, grazie anche alla forza dei consumi nei pubblici esercizi. Pur non fornendo cifre specifiche, il report riferisce inoltre della progressione conosciuta, dal 2007 a oggi, dal segmento del caffè porzionato – con Nestlé (Nespresso e Dolce Gusto) in cima alla lista dei marchi più popolari.

Nel fuori casa, la “guerra del caffè” – come è stata ribattezzata dai media – si sta facendo ancora più dura, con l’entrata in campo delle grandi catene di convenience store (come Mini Stop, Seven Eleven o GS 25), che propongono, in molti punti vendita, un’offerta di caffetteria a prezzi molto competitivi.

Sul fronte degli esercizi specializzati – come già detto – le catene a marchio hanno visto crescere il valore delle vendite di un ulteriore 11% nel 2014. Il tutto a fronte di un andamento negativo degli esercizi indipendenti, in linea peraltro con il declino riscontrato nel complesso del comparto bar/caffè/pub.

Secondo il report, le grandi catene hanno una clientela più assidua e fidelizzata, che apprezza anche la spaziosità e l’accoglienza degli ambienti, ideali come luoghi di incontro, socializzazione e studio.

La tabella sottostante (fonte: Euromonitor International) riporta le quote di mercato dei principali competitor.

Da sottolineare la presenza nella top ten di Caffè Pascucci, un marchio che gode ormai da anni di un forte radicamento sulla scena sud coreana.

Corea coffee shop

Una speciale classifica dell’Agenzia sud coreana dei consumatori colloca Starbucks in cima ai favori della clientela dei coffee shop per quanto riguarda il caffè, Ediya Espresso per i prezzi e Angel-in-us Coffee per quanto attiene agli allestimenti.

Secondo gli analisti, le catene di caffetterie a marchio hanno ancora davanti a sé ampi margini di crescita e si prevede che, entro fine decennio, la loro share arriverà a oltre un quarto (26%) del valore totale del comparto caffè/bar, contro il 19% del 2014.

Tra gli ulteriori fenomeni da osservare, la forte crescita del consumo take away. Grande successo hanno incontrato anche i primi caffè drive-through: Starbucks ne ha aperti oltre una ventina in 11 grandi città registrando, in questo tipo di esercizi, incassi per oltre il 40% superiori a quelli conseguiti nei locali tradizionali.

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