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Pankono, CroNò, Ice Croissant: definizioni e tecniche diverse per rinnovare il cono gelato, in base alla creatività di maestri pasticceri o giovani talenti. Così la classica cialda lascia il posto a consistenze che ripropongono i sapori dei lievitati. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicato su Identità Golose.
La nuova definizione del cono gelato
MILANO – Ormai si sa, la cucina è anche evoluzione e rivoluzione. Riprogramma le sue regole e aggiorna ciclicamente i suoi modelli, progetta nuove strade e costruisce ponti per attraversare territori inesplorati, così reinventa le mode e cambia le abitudini a tavola, più o meno frequentemente.
Pensando al passato vengono in mente Riso, oro e zafferano di Gualtiero Marchesi, il manifesto della nuova cucina italiana d’autore; le Cinque stagionature di Parmigiano reggiano in diverse consistenze di Massimo Bottura, che rilegge il territorio attraverso un gesto radicalmente innovativo; ancora, l’arrivo della cucina molecolare anche in Italia, grazie a chef come Moreno Cedroni, Ettore Bocchia o Davide Scabin; o la “riscoperta del pane” by Niko Romito.
Proposte che hanno cambiato aspetto o nome o percezione al già visto, puntando su sapori originali e intraprendendo nuove vie per dare piacere al palato.
A trovarsi al centro di un processo di revisione e innovazione stavolta tocca al cono gelato.
È icona dell’estate, rivoluzionario emblema di libertà eletto a puro piacere da passeggio; il MoMA di New York lo annovera tra le icone di design che hanno cambiato le nostre vite. Scelto abitualmente da 7 italiani su 10, oggi la sua fama è in ascesa, tanto da meritare un posto nel paniere 2025 dell’Istat, che lo individua tra i prodotti più rappresentativi dei consumi delle famiglie italiane.
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