mercoledì 10 Aprile 2024
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Ferrero fa brillare con il made in Italy al gusto Nutella gli Champs Élysées della Ville lumière

Ferrero paga le luci di Natale sugli Champs-Élysées e la Nutella entra nella corsa per le comunali parigine. Dopo l’attacco di Salvini, la crema regina dei social diventa oggetto di contesa anche sulle rive della Senna

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MILANO – Dopo Milano conquistata dal chicco incoronato di Caffè Borbone per illuminare le vie con luci natalizie, adesso passiamo all’estero. In Francia per l’esattezza, dove il marchio italiano che accenderà gli Champs-Élysées ha il sapore di Nutella: Ferrero addobba le strade parigine con il made in Italy. Leggiamo la notizia completa dal sito lavoledialba.it.

Champs-Élysées profumano di crema di nocciole

Quando si parla di social network Ferrero e Nutella in particolare rappresentano due termini la cui enorme popolarità viene ben colta dagli algoritmi che decretano il successo o l’insuccesso della comunicazione su questi canali: un carro vincente, insomma. Al quale agganciarsi per fare sì che anche i propri messaggi vivano un riflesso della luce goduta sulla rete dai prodotti della multinazionale albese.

Un’evidenza ben nota agli esperti di marketing e da qualche tempo anche a quanti seguono le strategie di comunicazione dei politici italiani. Tanto che secondo diversi esperti della materia sarebbero da leggere in questa chiave le frequenti esternazioni in salsa albese che ormai da mesi vedono protagonisti leader politici come Matteo Salvini. E negli ultimi giorni seguito sul medesimo terreno da Matteo Renzi.

La novità, sempre parlando dello strano binomio tra politica e Nutella, è che a guardare i trend topic dei vari social ora sarebbero anche gli esperti d’Oltralpe

Dove il celebre marchio ideato dal genio di Michele Ferrero è presente ormai da decenni, popolare e amato almeno quanto in Italia. Non è un caso allora se, tra i titoli dei quotidiani francesi degli ultimi giorni, numerosi sono dedicati alla “guerra della Nutella” che si starebbe combattendo sulle rive della Senna, nella capitale Parigi. Tra le città chiamate al voto al rinnovo amministrativo del prossimo 15 marzo.

Oggetto del contendere, le luci di Natale da poco inaugurate sugli Champs-Élysées

Grazie proprio alla sponsorizzazione dell’albese Ferrero, che avrebbe sostenuto parte degli impegnativi costi (circa un milione di euro) necessari per portare le luci del Natale in uno dei luoghi simbolo della “ville lumière”.

Una scelta, quella caduta sul marchio albese, divenuta però l’oggetto degli strali lanciati – ovviamente via social – da alcuni candidati alla poltrona su cui oggi siede il sindaco uscente Anne Hidalgo.

“Il Natale sarà sotto il segno della deforestazione e dell’obesità infantile”, ha così twittato il candidato ambientalista David Belliard. Richiamando – con il dibattito circa l’utilizzo dell’olio di palma – un tema di ricorrente discussione oltreconfine. “Il Comune di Parigi ha svenduto gli Champs-Élysées come mega vetrina di Natale per la Nutella!”.

Gli ha fatto eco Vikash Dhorasoo, ex calciatore con trascorsi anche in Italia, tra Milan e Livorno, candidato alle comunali nella fila di “Décidons Paris”. Per arrivare a quanto scritto da un’altra candidata, Isabelle Saporta: “Siamo molto lontani dalla cooperativa agricola; dove i nostri figli potrebbero mangiare bene”.

A fare chiarezza, sgombrando il campo della vicenda dalle polemiche politiche, il comitato degli Champs-Élysées

Ente che sostiene l’80% dei costi di allestimento delle luci sul corso (la parte rimanente è pagata dal Comune) e che ha negoziato la sponsorizzazione con Ferrero, il cui marchio campeggia nella lunga fila di stendardi rossi che adorneranno il viale sin a dopo l’Epifania: “La città non interviene nel processo di selezione – ha spiegato il suo presidente Jean-Noël Reinhardt – e Ferrero è un’azienda che ha prodotti venduti in tutti i negozi di Francia”. “Ferrero ha implementato molti processi e nel 2020 avranno la tracciabilità su tutti i loro prodotti – ha aggiunto –.

Il loro olio di palma proviene al 100% da un’agricoltura sostenibile, dal 2015. Siamo di fronte a una polemica strumentale, quattro mesi prima delle elezioni del sindaco di Parigi”.

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