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Gianluigi Goi, un nostro affezionato lettore e, allo stesso tempo, giornalista di riconosciuta esperienza, nel corso degli anni ha più volte arricchito queste pagine con il suo sguardo attento, la sua sensibilità per i temi ambientali e la capacità di rendere accessibili argomenti complessi.
Anche questa volta non delude: partendo dal quotidiano gesto di prepararci un caffè, Goi ci accompagna dentro una riflessione più ampia su sostenibilità, abitudini di consumo e responsabilità collettiva.
Il suo contributo introduce e valorizza l’analisi condotta da Mauro Moresi e Alessio Cimini, autori dello studio che segue, dedicato a capire quanto il nostro espresso – in moka o in capsula – pesi davvero sul pianeta.
Quanto è sostenibile il nostro caffè quotidiano?
di Gianluigi Goi
Un’analisi rivela chi vince la sfida tra moka e capsule.
di Mauro Moresi e Alessio Cimini – 24 settembre 2025
Questo studio, motivato dalle crescenti preoccupazioni ambientali legate ai rifiuti da imballaggio e dal Regolamento UE sugli imballaggi e i rifiuti da imballaggio (PPWR), ha condotto una valutazione del ciclo di vita (LCA) semplificata per analizzare l’impatto ambientale di diversi formati di caffè, utilizzando la metodologia del Product Environmental Footprint (PEF) dell’Unione Europea.
L’obiettivo era quantificare i rifiuti di imballaggio generati per ogni tazza di caffè e confrontare gli oneri ambientali associati ai vari metodi di preparazione. Sono stati presi in esame otto formati di caffè — sacchetti multistrato flessibili, cialde, capsule in alluminio, polipropilene, polietilene-alluminio, PET, PLA, carta — oltre al sistema innovativo delle “coffee balls”.
Punti salienti per i consumatori
1. Formati tradizionali vs monodose
I sistemi tradizionali che utilizzano caffè macinato in sacchetti flessibili hanno l’impatto ambientale complessivo più basso (613 ± 10 nPt/tazza).
I formati monodose mostrano un impatto nettamente più elevato:
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cialde: 2.895 ± 581 nPt/tazza
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capsule in polipropilene: 2.777 ± 23 nPt/tazza
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coffee balls: 1.675 ± 25 nPt/tazza
2. Generazione di rifiuti
Le monodose generano molti più rifiuti rispetto alla moka:
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sacchetti multistrato: circa 12 g/tazza
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cialde e capsule: fino a 22,1 g/tazza
Gran parte di questi rifiuti (49,4%–100%) finisce come indifferenziato. Il problema non sono tanto i fondi, quanto il rapporto tra massa dell’imballaggio e massa del caffè.
3. Impronta di carbonio e risorse
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Carbon footprint (CF): sacchetti a 8,2 g CO₂e/tazza; capsule in PP fino a 41 g CO₂e/tazza.
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Consumo di acqua: cialde fino a 75 L/tazza; moka 7,7 L/tazza.
4. Praticità
La moka richiede più tempo e azioni da parte del consumatore, mentre capsule e cialde offrono praticità e immediatezza: è uno dei motivi del loro successo.
Punti salienti per policy maker e industria
1. Complessità dei materiali
Le capsule combinano materiali diversi come plastica, alluminio e residui di caffè. Ciò rende difficile la separazione e il riciclo, causando spesso lo smaltimento in discarica o tramite incenerimento.
2. Sfide nel riciclo
Le capsule in alluminio sono teoricamente riciclabili, ma:
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sono troppo piccole per alcuni impianti
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i consumatori spesso non conoscono le procedure
→ Tasso di riciclo: oggi inferiore al 5%
L’industria sta iniziando a rispondere, ad esempio con capsule compostabili a base carta.
3. Rapporto tra imballaggio e caffè
Il vero problema dei monodose è l’elevato rapporto tra massa dell’imballaggio e contenuto di caffè. Il tema deve entrare nelle strategie politiche per la riduzione dei rifiuti.
Conclusioni e raccomandazioni
Lo studio mostra che, sebbene la coltivazione del caffè condizioni fortemente l’impatto ambientale complessivo, gli imballaggi — soprattutto nei formati monodose — contribuiscono in modo sproporzionato nella fase di consumo.
Per i consumatori
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Optare per la moka: è la scelta più sostenibile e i vantaggi ambientali superano la minore praticità.
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Valutare soluzioni alternative: coffee balls, capsule 100% caffè e capsule riutilizzabili riducono l’impatto rispetto alle capsule tradizionali.
Per policy maker e industria
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Promuovere sistemi tradizionali: campagne e politiche di sensibilizzazione.
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Incentivare innovazione negli imballaggi: materiali monomateriale, compostabili o riciclabili senza separazione manuale.
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Sviluppare infrastrutture di riciclo: soprattutto per cialde e capsule.
Riferimento all’articolo scientifico completo
Moresi M, Cimini A (2025), Streamlined life cycle assessment of packaging waste in coffee preparation and consumption. Italian Journal of Food Science, 28 agosto 2025.
Gianluigi Goi






















