giovedì 03 Ottobre 2024

Caffè Gugliemo, è passato un anno dall’incendio doloso: “Mi aspettavo di più dalle istituzioni”

Matteo Tubertini, consigliere delegato del gruppo Guglielmo, ha espresso in una video intervista il suo malcontento rispetto all'assenza dello Stato in supporto dell'impresa

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MILANO – Un anno fa, d’estate, ha fatto notizia l’incendio che ha colpito l’azienda di torrefazione Guglielmo Caffè, storica azienda del territorio. Le indagini hanno condotto ad un atto incendiario che ha lasciato danni a carico dei proprietari che ammontano a circa 1 milione e 300mila euro.

Matteo Tubertini, consigliere delegato del gruppo Guglielmo, ha espresso in una video intervista il suo malcontento rispetto all’assenza dello Stato in supporto dell’impresa.

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Riprendiamo l’articolo di Nico De Luca su lacnews24.it. dove è visibile anche il video dello stabilimento di Caffè Guglielmo con l’intervista al conigliere delegato Tuberini.

Con l’articolo è visibile anche il video dell’attentato ripreso dalle telecamere di sorveglianza dell’azienda calabrese: lo trovare qui.

Guglielmo Caffè: il punto un anno dopo l’incendio

Un anno fa (il 28 luglio) un attentato incendiario ha seriamente rischiato di distruggere l’azienda, attaccando e seriamente danneggiando un capannone contenente circa 2 milioni d’euro di merce.
I vigili del fuoco, dopo varie ore, hanno spento le fiamme altissime che a quel punto avevano già fatto il loro ‘dovere’: le pareti ed il tetto del magazzino erano ormai inservibili. Un danno di circa 1 milione e 300mila euro, che il gruppo Guglielmo ha dovuto sborsare interamente di tasca propria.

Al netto di passerelle e proclami, nessuno ha aiutato economicamente l’azienda a rialzarsi

I politici – Tubertini fa i nomi dei ‘buoni’ e dei ‘cattivi’ – si sono dileguati, altri hanno cercato di fare qualcosa. Ma nel concreto, se non si fosse messo mano alle risorse proprie il famoso marchio del Caffè Guglielmo, vanto  nel mondo del suo fondatore don Guglielmo Papaleo, di Catanzaro e della Calabria, avrebbe dovuto ridimensionarsi se non chiudere i battenti.
Persino una pratica all’antiracket giace polverosa in qualche cassetto, inevasa.

L’articolo completo, qui.

 

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