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Busters Coffee, lo Starbucks di Torino, finisce in liquidazione

A ottobre scorso, l’attività ha subito una perdita di 356mila euro e il patrimonio netto è diventato negativo per 201mila euro

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TORINO – Busters Coffee, la catena di caffetterie torinese che seguiva lo stesso modello di Starbucks, ha chiuso definitivamente. Il 24 gennaio il giudice delegato Vittoria Nosengo ha annunciato l’apertura della liquidazione della società Busters srl. Nonostante i quattro locali a Torino, uno nella Piazza Statuto e tre in via Cesare Battisti, Lungo Doria Siena e via Sant’Ottavio, il brand ha dichiarato di essere in uno stato di insolvenza irreversibile.

La chiusura di Busters Coffee

La nota catena ha registrato nel 2022 ricavi lordi di 508mila euro ma, come riportato da Affari Italiani, “l’attività genera perdite e non vi è la possibilità di invertire tale trend negativo”.

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A ottobre scorso, il brand ha subito una perdita di 356mila euro e il patrimonio netto è diventato negativo per 201mila euro.

L’offerta di Busters Coffee era basata sul modello di catene statunitensi come Starbucks, offrendo un’ampia scelta di espresso, caffè americani, cioccolate, milkshake, muffin e biscotti.

Busters è stata battezzata con il marchio Busters Coffee dalla società costituita a maggio del 2010 tra Davide Damaso e Marco Mariotti, quote in seguito rilevate da Garassino.

di Federico Adacher

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