giovedì 18 Aprile 2024
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Basta un poco di zucchero che l’espresso va giù: non sprechiamo le bustine

Come consumatori abbiamo alcune armi da utilizzare per sottrarci allo spreco. E guadagnarne in termini di salute. Innanzitutto lo zucchero che avanza si presta molto bene a diverse formule di riuso

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MILANO – Le mezze misure a volte non servono a niente: è il caso della tazzina d’espresso che, con buona pace dei puristi, molti bevono con lo zucchero. Per tornare sulla scottante questione, aggiungiamo un’informazione in più per chi vuole mantenere la linea aggiungendone poco: meglio abbondare che centellinare, così si evitano gli sprechi delle bustine (oppure, chiaramente, evitare proprio). Leggiamo perché dall’articolo di Antonio Galdo su repubblica.it.

Zucchero: melius abundare quam deficere

Ogni mattina lo stesso rito e lo stesso spreco. Entriamo al bar, ordiniamo il nostro caffè e apriamo la bustina sul bancone per zuccherarlo. Ma quanto zucchero usiamo? In media, meno della metà. Il resto finisce nella spazzatura con la relativa bustina di carta. La Federazione italiana pubblici esercizi (Fipe) ha fatto qualche conto sui danni economici e ambientali che derivano da questo spreco quotidiano. Ci sono 14 mila tonnellate di rifiuti in più (rispetto allo zucchero sfuso) da smaltire, e 64 milioni di euro di maggiori costi che ovviamente pagano i consumatori.

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Quando si tratta di complicare i nostri stili di vita e di fare qualche regalo alle lobby industriali c’è sempre lo zampino della Commissione europea

E in questo caso lo spreco è esploso dopo l’approvazione di una direttiva europea (2001), poi recepita dai singoli stati, che impone la vendita e la somministrazione dello zucchero solo se preconfezionato. Non una parola, che pure sarebbe stata necessaria, sulla riduzione della misura delle bustine e un lungo dibattito, con note e regolamenti ministeriali, sulle zuccheriere. No a quelle con coperchio apribile, sì a quelle con il beccuccio. Alla fine i bar si sono arresi e hanno preferito, quasi tutti, passare alle bustine da infilare poi nel cestino dell’immondizia.

Di fronte a questo infernale meccanismo, che richiederebbe qualche scelta politica meno burocratica e più efficace, come consumatori abbiamo alcune armi da utilizzare per sottrarci allo spreco. E guadagnarne in termini di salute. Innanzitutto lo zucchero che avanza si presta molto bene a diverse formule di riuso. Un esempio? Basta mescolarlo con l’acqua e passarlo poi per una mezz’ora sulle zone dei vestiti dove ci sono macchie di erba. Scompaiono molto rapidamente.

La seconda forma di autodifesa è ancora più potente: usare meno zucchero

La dose massima suggerita dall’Organizzazione mondiale della Sanità è di 25 grammi al giorno, pari a cinque cucchiaini, e in questa cifra dovete comprendere anche lo zucchero contenuto negli alimenti. D’altra parte diverse ricerche scientifiche dimostrano la dipendenza che lo zucchero crea quando eccediamo nel suo consumo. Diventa come l’alcol o il tabacco. E spalanca le porte a una catena di rischi. Dal sovrappeso all’obesità, dal diabete all’aumento del colesterolo passando per la crescita delle probabilità di malattie cardiovascolari.

Ecco allora la soluzione più semplice e più utile: proviamo a cambiare un’abitudine, e prendiamo il caffè al bar senza zucchero. In poco tempo non sentiremo più la mancanza di quel sapore dolciastro, e gusteremo il nostro espresso quotidiano con più piacere. E senza sprechi.

 

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