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GIGANTI DEL CAFFÈ / 1 – Armajaro rinuncia al commercio di caffè e cacao per concentrarsi sui fondi speculativi

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MILANO – In diverse occasioni, e non sempre positive perché collegate a colossali speculazioni che avevano influito sui prezzi delle materie prime, avete letto della Armajaro Trading. Ebbene ecco la clamorosa notizia: alle prese con i prezzi ai minimi il vertice di Armajaro ha deciso di mollare caffè e cacao (anche se i prezzi di quest’ultimo sono su buoni livelli) per concentrarsi esclusivamente sui fondi speculativi.

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E’ proprio così. Armajaro, società britannica fondata dal celebre trader Anthony Wards – noto con il soprannome di “Chocofingers”, dita di cioccolata, per le sue ardite speculazioni sul cacao – ha deciso di uscire dal commercio fisico delle materie prime, per concentrarsi esclusivamente sugli hedge funds.

La Armajaro Trading, attiva nella compravendita di cacao, caffè e zucchero, è stata ceduta in blocco – per una cifra che non è stata resa nota – a Ecom Agroindustrial, società svizzera nata nel lontano 1849, ma poco nota al di fuori della cerchia degli addetti ai lavori, che in questo modo rafforza la sua posizione come uno dei maggiori protagonisti nel settore.

Nel caffè Ecom , che già conta tra i suoi clienti Starbucks e Procter & Gamble, diventerà in grado di rivaleggiare con il numero uno al mondo, la tedesca Neumann. Mentre nel cacao competerà gomito a gomito con giganti del calibro di Barry Callebaut, Cargill e Archers Daniel Midland (Adm), tutti al centro di operazioni di M&A negli ultimi mesi: il primo ha rilevato la Petra Foods di Singapore, conquistando un quarto del mercato globale della macinazione, mentre i due gruppi statunitensi sarebbero impegnati in trattative aventi per oggetto proprio la divisione cacao di Adm.

Cargill, secondo voci di mercato, potrebbe rilevarla per 2 miliardi di dollari, anche se mancano tuttora conferme se non sulla volontà di Adm di uscire dal settore. Un altro big dell’agroindustria Usa, Bunge, ha da poco annunciato di voler cedere le attività relative allo zucchero.

Dopo anni di lauti guadagni, il trading delle materie prime agricole e in particolare dei prodotti coloniali è oggi meno remunerativo. I prezzi di caffè e zucchero sono crollati a minimi pluriennali, mentre sul cacao pesano una forte volatilità dei margini e il controllo sempre più stretto sulle vendite esercitato dai grandi produttori, a cominciare dalla Costa d’Avorio.

Armajaro Holdings – fondata nel 1998 da Ward e dal socio Richard Gower, che tuttora la controllano – aveva a lungo goduto un vantaggio competitivo dal fatto di essere contemporaneamente presente sul mercato fisico e su quelli finanziari, con sei hedge funds specializzati in materie prime.

Più di una volta, l’ultima nel 2010, è stata al centro delle cronache per aver accumulato enormi quantità di cacao al Liffe, spingendone il prezzo alle stelle. Non è però mai stata accusata di manipolazioni o altri abusi di mercato, in quanto ha sempre addotto di operare per conto di clienti o comunque a fini di hedging.

Ultimamente il suo bilancio ha evidenziato segni di sofferenza. Nell’anno fiscale al 30 settembre 2012 Armajaro Trading ha registrato una perdita netta di 10,3 milioni di dollari (contro profitti per 17,3 milioni nella gestione precedente). Negli ultimi due anni ha visto avvicendarsi tre diversi ceo.
Anche la Armajaro Asset Management ha visto tempi migliori.

La società, con sede a Londra, gestisce oggi 1,5 miliardi di sterline in calo rispetto al picco di 2 miliardi raggiunto nel 2010. Dopo l’eccezionale +11,9% dell’anno scorso, il suo fondo bandiera, il CC+ focalizzato su caffè e cacao, a fine maggio perdeva il 6,8 per cento.

FONTE: http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2013-11-12/armajaro-rinuncia-commercio-caffe-e-cacao-064428.shtml?uuid=ABwqAcc

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