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MILANO – Continua la corsa al rialzo dei futures del caffè arabica, ieri per la prima volta, dopo oltre un mese, sopra la soglia dei 4 dollari in chiusura. Lunedì 20 ottobre, la borsa newyorchese ha guadagnato ulteriori 860 punti (+2,2%) terminando la prima seduta della settimana a 406,05 centesimi, ai massimi dalla metà di settembre. Il sentiment continua a risentire dell’andamento altalenante del meteo brasiliano e del basso livello delle scorte.
Ma incidono anche i fattori finanziari e politici, con il real in ripresa sul dollaro e la minaccia di nuovi dazi punitivi statunitensi, questa volta contro la Colombia, secondo esportatore mondiale di arabica dopo il Brasile e primo esportatore mondiale di caffè lavati.
È ormai crisi diplomatica aperta, infatti, tra Usa e Colombia, dopo le dichiarazioni di Donald Trump, che ha definito il presidente colombiano Gustavo Petro un “capo del narcotraffico” e ha annunciato nuovi dazi, nonché il congelamento degli aiuti al paese latino americano.
Le tensioni tra Washington e Bogotá si sono intensificate a seguito degli attacchi condotti dalle forze armate statunitensi contro imbarcazioni nel Mar dei Caraibi, sospettate di trasportare stupefacenti per conto dei cartelli della droga venezuelani.
Sabato 18 ottobre, il presidente Petro ha chiesto spiegazioni formali al governo americano.
Motivo: l’uccisione di un pescatore nelle acque territoriali colombiane avvenuto lo scorso 16 settembre durante uno di questi raid. Il presidente della Colombia è stato categorico nel sottolineare la responsabilità degli Stati Uniti.
“I funzionari del governo degli Stati Uniti hanno commesso un omicidio e violato la nostra sovranità” ha dichiarato.
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