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Andrea Illy, presidente di illycaffè, imprenditore di fama internazionale da anni impegnato in prima persona anche su tematiche legate alla sostenibilità, parla del futuro del caffè nell’intervista di Celeste Gregorini per Economy. Di seguito, riportiamo un estratto dell’articolo.
Andrea Illy sul futuro del caffè
MILANO – Il mercato globale del caffè vale oggi oltre 430 miliardi di dollari all’anno. Numeri enormi che lo rendendone, dopo il petrolio, una delle merci più scambiate al mondo. Eppure, sono tante le sfide che questo comparto, così strategico anche per il nostro Paese, è chiamato ad affrontare.
Per questo Economy ha voluto ascoltare la voce di uno dei massimi esperti del settore, Andrea Illy, presidente di illycaffè Spa, imprenditore di fama internazionale da anni impegnato in prima persona anche su tematiche legate alla sostenibilità.
Presidente, l’Italia, pochi giorni fa, all’Assemblea Generale dell’ONU, ha presentato la prima risoluzione dedicata alla filiera globale del caffè sostenibile. Quali sono, a suo giudizio, le sfide ma anche le opportunità che la filiera del caffè si trova a dover affrontare?
“Si tratta di una risoluzione molto importante, il cui tema centrale è l’adattamento al cambiamento climatico.
Purtroppo molteplici raccolti sono flagellati da eventi meteorologici che ne limitano la produttività, ci troviamo di fronte a fenomeni come il caldo torrido o le piogge torrenziali che innescano o rafforzano un circolo vizioso: clima, scarsa produttività, povertà. Il 70% della produzione mondiale di caffè viene da 12 milioni e mezzo di microcoltivatori che possiedono mediamente un appezzamento di terra inferiore ad un ettaro.
Metà di questi vivono ufficialmente al di sotto della soglia della povertà, nonostante lavorino sodo, trattengono un margine non è superiore al 5% della catena del valore complessivo del caffè tostato consumato nel mondo. Dati, questi, che fotografano una situazione davvero molto grave, che se non viene affrontata nell’immediato è senza ritorno”.
Tutto questo che ricadute ha sul prezzo del caffè?
“Enormi. Oggi siamo intorno ai 4 dollari per libra, una cifra molto alta se paragonata al 2002, anno in cui si è toccato il minimo storico di 40 centesimi per libra. Nell’arco di due decenni il prezzo è triplicato e se non si corre ai ripari le prospettive non sono rosee”.
In questo contesto di questo tipo quanto pesano i fattori finanziari?
“Molto, perché la maggior parte dei paesi produttori si trovano in aree dal basso reddito pro-capite e dove il costo del denaro è tre volte superiore a quello dei paesi OCSE. Pertanto, non sussistono le condizioni perché loro in autonomia, possano fare gli investimenti necessari per adattarsi alla situazione”.
Per leggere l’intervista completa basta cliccare qui.