giovedì 11 Aprile 2024
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Altoga e Federgrossisti: «Bar e aziende riaprano, non attendere un altro mese»

L’annunciata riapertura dei bar, dei ristoranti, pub, pizzerie, gelaterie ecc. al prossimo 1° giugno comporta il rischio della chiusura di numerossime piccole-medie aziende. Che già ad oggi hanno subito rilevanti perdite che vanno dal 50% al 90%, per l’inattività dei pubblici esercizi.

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ROMA – Riportiamo il comunicato stampa congiunto di Altoga (Associazione nazionale torrefattori e grossisti alimentari) e Federgrossisti, a commento delle ultime disposizioni governative che, ancora una volta, non hanno lasciato soddisfatti le categorie rappresentate dalle due associazioni.

Altoga e Federgrossisti sulla prossima fase 2

La cosiddetta “fase 2”, resa nota con l’ultimo decreto del Governo, ha suscitato enorme sconcerto nella base associativa delle nostre organizzazioni che rappresentano i comparti della distribuzione alimentare verso il canale dell’horeca in generale e dei pubblici esercizi in particolare.

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L’annunciata riapertura dei bar, dei ristoranti, pub, pizzerie, gelaterie ecc. al prossimo 1° giugno comporta il rischio della chiusura di numerossime piccole-medie aziende

Che già ad oggi hanno subito rilevanti perdite che vanno dal 50% al 90%, per l’inattività dei pubblici esercizi.

Il settore viene intermediato da circa 2.400 distributori specializzati (fra cui risaltano le oltre 700 aziende della torrefazione di caffè). Già fortemente penalizzati nei primi due mesi della emergenza epidemiologica.

Ma è tutto ciò che ruota attorno al mondo del caffè che rimane paralizzato: i fabbricanti delle macchine professionali, dei macinadosatori, stoviglie in genere ecc.; il comparto saccarifero: in un anno vengono servite 10 miliardi di tazzine di caffè, che per l’80% il consumatore preferisce zuccherare.

Delle norme, finora emanate, a sostegno delle imprese, nemmeno a parlarne. La cassa integrazione? Chi l’ha vista? Le regioni latitano; l’Inps, di conseguenza, non riesce ad erogare, per cui i dipendenti sono semplicemente disperati.

Il “decreto liquidità”?

Le telefonate che pervengono alle nostre sedi sono innumerevoli, ma solo per rappresentare le enormi difficoltà, spesso pretestuose perché non in linea con quanto previsto dal decreto stesso, che le sedi degli istituti di credito frappongo alla richieste degli operatori.

Tutta la filiera sta predisponendo le misure igienico-sanitarie per garantire la sicurezza al
100%, sanificando le strutture aziendali (uffici, magazzini, pertinenze ecc.); predisponendo tutte le misure di prevenzione previste dai decreti presidenziali finora emanati e attenendosi al protocollo di sicurezza sottoscritto dalla Confcommercio con le organizzazioni sindacali dei lavoratori.

Altrettanto crediamo è in grado di fare la nostra clientela primaria dei pubblici esercizi
assicurando anche il distanziamento sociale, a tutela del consumatore.

Altoga e Federgrossisti al Presidente Conte: ascolti le istanze che il presidente della Confcommercio, Carlo Sangalli, ha chiesto di rappresentarLe con la massima urgenza

Le nostre aziende hanno necessità di “riaprire”: non possono attendere ancora un mese: l’alternativa sarà la morte delle imprese.

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