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ROMA – Un’edizione di prime volte quella di We are Futura: al Festival quest’anno, la gara aeropress, aggiudicata al primo colpo dal barista di Fax Factory Alberto Battisti. Da tecnico del suono, musicista con tour europei alle spalle, inizia a fare il barista durante il Covid, 5 anni fa. “Avevo un grande sogno sin da adolescente: aprire un mio locale”.
Così, dopo 12 anni come video maker, arriva la necessità di cambiare del tutto vita: cominciando dal basso, in una caffetteria per stare a contatto con il pubblico nella fase mattiniera. Dalla provincia di Latina, a Priverno, si sposta presto a Roma e qui avviene l’incontro con Fax Factory, con Gaia Olmedo e Luca Palazzi. “Qui ho trovato innanzitutto equilibrio: massima qualità in un ambiente che si basa sulle persone, sullo stare in comunità. Prodotto importante, ma dopo gli esseri umani, sempre”.
Battisti: “Lo specialty è bere qualcosa di qualità in un tempo di qualità.”

“Il caffè è diventato presto per me un mezzo di creazione di momenti di valore”. Dopo tre anni di palestra dietro al bancone di Fax Factory, con un’idea più ampia e approfondita di questo mondo, Battisti si è sentito pronto per partecipare alla gara nel 2025: “Ho scelto l’aeropress perché lo trovo un modo più punk, mi permette di giocare con il caffè e cambiare ricette. Posso ottenere una bevanda con un’identità propria. Ho deciso che fosse giunto il momento di iscrivermi per lanciarmi e vivere la fiera in questo modo”.
Quest’anno il regolamento prevedeva lo stesso caffè per tutti i concorrenti (un Kenya lavato tostato da Accademia del Caffè) che è stato inviato appena una settimana prima della gara. In questo arco di tempo, Battisti ha pensato diverse soluzioni, eppure: “Lo stesso giorno della competizione ho capito che niente di quello che avevo sperimentato, avrebbe funzionato.
Il macinacaffè su cui mi ero allenato ad esempio, era differente. Ho cambiato quindi strategia. Gli altri competitor si sono impegnati tantissimo, portando anche un’acqua personalizzata da casa. Io invece ho usato quella fornita dagli organizzatori: ho scelto quella più pesante (con maggiore ppm) perché era la più dolce che mi serviva per smorzare la punta amara che sentivo in tazza.
Da una manche all’altra, ho modificato la ricetta: ad un certo punto, verso la finale, mi sono reso conto che non si trattava più di servire il caffè più buono, ma di riuscire a stupire il palato dei giudici che ormai erano provati. Hanno assaggiato più di 70 tazze fin lì, quindi mi sono reinventato, riprendendo la filosofia appresa da Fax Factory, pensando alle persone: puntare soprattutto alla dolcezza, abbassando la temperatura dell’acqua sino agli 84 gradi. Ho modificato la granulometria, e sono sceso dagli 88 gradi iniziali. Ho poi aggiunto un bypass a 70 gradi. Questa ricetta mi ha portato alla vittoria.”
L’esperienza professionale alle spalle, a contatto con il cliente. saperne interpretare le esigenze, è stata fondamentale per interpretare correttamente la gara.
Ma la gara aeropress in Italia sta crescendo tanto e perché?
“Personalmente mi impegnerò per portare avanti questo metodo di estrazione, perché è semplice da gestire, economico. Comprare l’aeropress è la spesa più grande e si impara presto a giocarci. Molto comodo anche da portare in giro, rispetto a un V60 per esempio che facilmente si rovina. Penso quindi che nei prossimi due anni anche in Italia la tendenza esploderà, perché si sente il bisogno di uscire dalla solita nicchia che si vive più nei circuiti SCA.”
Battisti: “Aeropress, sistema democratico”
“Non pensavo di raggiungere la vittoria al primo tentativo. Anche perché non sono una persona competitiva: forse proprio questo, partire senza aspettative, mi ha aiutato a vivere la gara con uno spirito più disteso. Mi interessava più che altro imparare, confrontarmi, divertirmi. Per questo sono grato di continuare questo percorso di formazione e di divulgazione di quello che ho appreso. È un dare-avere.”
Ora il mondiale a dicembre, a Seoul
“Ci sto pensando soltanto ora, commuovendomi. È una di quelle cose che comunque vada mi segnerà, anche solo per essere arrivato a misurarmi con altri competitor di quel calibro. Attaccati l’un l’altro, in un contesto friendly e punk, nello spirito pieno dell’aeropress. Questa identità è quella che deve evolversi, diffondersi, per eliminare quella sensazione di esclusività che spesso caratterizza queste competizioni.
Sul piano professionale non so se costituirà una vittoria che mi farà fare un salto di livello, ma su quello personale, è davvero arricchente da tutti i punti di vista. Non credo che in Italia siamo già ai livelli necessari per confrontarci alla pari con gli altri sfidanti del mondo: dobbiamo ancora conoscere bene la materia specialty coffee e poi le estrazioni. C’è da spingere molto sulla sensibilizzazione sulla qualità di ciò che si beve.”
La ricetta di Alberto Battisti.
16,5 gr caffè
170 gr acqua + 30 gr acqua bypass a 70°C
84 °C temperatura acqua
2,20 sec
ratio 1: 12,2