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Raccolto brasiliano ok solo a metà

Secondo il Dipartimento Usa dell’agricoltura la produzione 2016/17 sarà da record per gli arabica, ma molto deludente per quanto riguarda i robusta. In parziale calo l’export: l’Italia rimane il terzo mercato per il verde del Brasile. Attesa per la secondo stima ufficiale di Conab, che verrà diffusa martedì.

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MILANO – Prospettive positive solo a metà per la produzione brasiliana. Secondo il report annuale della Rete informativa estera di Usda (il minagricoltura americano), la prossima sarà un’annata record per gli arabica, ma i robusta continueranno a deludere.

Gli esperti dell’Ufficio di San Paolo prevedono per il 2016/17 (luglio-giugno) un raccolto di quasi 56 milioni di sacchi (55,95 per l’esattezza), in forte crescita (+6,55 milioni di sacchi) rispetto all’annata precedente, sebbene lontano dai picchi storici del 2012 e del 2013 (rispettivamente 57,60 e 57,20 milioni di sacchi).

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Gli arabica faranno ampiamente la loro parte, con il dato produttivo senza precedenti di 43,85 milioni di sacchi.

L’eccellente fioritura, tra settembre e novembre 2015, e le buone condizioni climatiche nel

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nto, dove la produzione scivolerà a 11,8 milioni di sacchi dai 13 milioni del 2015/16, con il raccolto di conillon in calo di un milione e mezzo di sacchi e quello di arabica in parziale ripresa.

La produttività media su scala nazionale crescerà del 13% raggiungendo i 27,03 milioni di sacchi, contro i 23,86 milioni dell’annata anteriore.

I prezzi interni espressi in reais (dati Esalq) sono stati abbastanza stabili nel corso del 2015. Nonostante la parziale flessione subita da gennaio a oggi essi rimangono tutt’ora in linea con quelli dell’anno scorso. Su tale andamento ha inciso la forte svalutazione della moneta brasiliana.

Si è assistito, però, nel contempo anche un rilevante incremento dei costi di produzione. Nelle piantagioni meccanizzate di Guaxupé (Minas Gerais), ad esempio, i costi dei fertilizzanti sono cresciuti del 23% e quelli di manodopera del 67%.

I consumi interni si attesteranno, a fine 2016/17, a 20,51 milioni di sacchi (di cui 19,4 di caffè torrefatto), stabili rispetto all’annata precedente.

Secondo il report, a incidere negativamente sull’andamento della domanda interna sarà la crisi, ma anche l’aumento dei prezzi al dettaglio, che in alcune grandi città sono cresciuti di oltre il 16% nell’arco dell’anno passato.

Scenderà ancora l’export (-770.000 sacchi), che raggiungerà, sempre al termine del 2016/17, i 35,23 milioni di sacchi (di cui 32 milioni di caffè verde), contro i 36 milioni previsti per il 2015/16 e i 36,573 milioni del 2014/15.

L’Italia rimane il terzo mercato per il caffè verde brasiliano, con 2.728.800 sacchi esportati verso il nostro paese nel periodo luglio 2015 – marzo 2016.

Nonostante la produzione in ripresa e l’export in parziale calo, il report ritiene che le scorte brasiliane si reintegreranno solo marginalmente al termine 2016/17 risalendo a 2,53 milioni di sacchi, contro i 2,255 milioni previsti a fine 2015/16.

Ricordiamo che Conab diffonderà la sua seconda stima ufficiale sul raccolto brasiliano martedì 24 maggio.

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