lunedì 22 Dicembre 2025

illycaffè, chiude il 2025 con circa 690 milioni di fatturato, nel 2026 al via la produzione negli Stati Uniti, Scocchia: “Tosteremo localmente il 20% del caffè venduto nel mercato USA”

L’azienda ha registrato una crescita a doppia cifra e risultati positivi in tutti i mercati e canali di distribuzione. Scocchia sottolinea che la decisione di limitare gli aumenti di prezzo per i consumatori finali si è rivelata vincente

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TRIESTE – Nonostante le difficoltà del mercato globale del caffè, illycaffè chiude il 2025 con risultati decisamente positivi e si prepara ad avviare la torrefazione del proprio caffè anche negli Stati Uniti.

Cristina Scocchia, amministratrice delegata del gruppo con sede a Trieste, fa il punto sull’anno che si avvia alla conclusione in un’intervista al Corriere della Sera.

L’azienda ha registrato una crescita a doppia cifra e risultati positivi in tutti i mercati e canali di distribuzione.

Scocchia sottolinea che la decisione di limitare gli aumenti di prezzo per i consumatori finali si è rivelata vincente: “Nonostante il forte aumento dei costi delle materie prime abbia comportato una riduzione dei margini, il fatturato continua a crescere”.

“La nostra strategia sta funzionando e siamo soddisfatti di questo risultato di fine anno. Nonostante un contesto complesso e sempre più difficile, non abbiamo rallentato, anzi abbiamo accelerato. Il fatturato del 2025 si attesta intorno ai 690 milioni di euro (808 milioni di dollari), in crescita del 10% rispetto al 2024. Una crescita a doppia cifra è stata registrata anche in Italia, con un +11%, e negli Stati Uniti, con un +19% a cambi costanti”, ha dichiarato Scocchia nell’intervista.

Scocchia ha espresso particolare soddisfazione per i risultati ottenuti negli Stati Uniti, dove è tutto pronto per la firma di un accordo con un partner americano per produrre localmente una parte del caffè commercializzato nel mercato statunitense.

“Abbiamo completato un lungo e approfondito processo per individuare un partner: a partire dai primi mesi del nuovo anno produrremo negli Stati Uniti il 15–20% di ciò che vendiamo in quel mercato.

Questa scelta ci permetterà di essere più flessibili, di avere un accesso più agevole alla catena di approvvigionamento e di innovare, poiché saremo più vicini al consumatore finale”.

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