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Massimiliano Marchesi, coffee trainer, parla della sua esperienza ad Atene nell’ambito della settimana di promozione della cucina italiana nel mondo. Leggiamo di seguito le considerazioni dell’esperto.
Il caffè italiano protagonista ad Atene con l’Istituto italiano di cultura durante la settimana della cucina italiana nel mondo
di Massimiliano Marchesi
ATENE – Nell’ambito della settimana di promozione della cucina italiana nel mondo, giunta alla sua decima edizione, ho avuto il piacere e l’onore di partecipare a un evento dedicato al caffè italiano organizzato dall’Istituto italiano di cultura di Atene.
L’iniziativa, organizzata con il supporto tecnico della Guida dei caffè e delle torrefazioni d’Italia, partner della campagna Italian Coffee Style promossa dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, si è svolta sabato 29 novembre nella splendida sede dell’Istituto, al numero 47 di Patissìon.
L’edificio, elegante e ricco di storia, rappresenta da quasi un secolo un ponte tra Italia e Grecia nella promozione della nostra cultura.
Il mio intervento, introdotto dal saluto istituzionale del direttore dell’Istituto Francesco Neri e realizzato con il prezioso supporto tecnico di De’Longhi Grecia, si è incentrato sulla storia e sull’evoluzione dell’espresso italiano e della moka. Ho ripercorso le tappe storiche della diffusione del caffè in Europa, soffermandomi su alcuni momenti simbolici come l’apertura dello storico Caffè Florian di Venezia.
Ho raccontato come, tra Settecento e Ottocento, la bevanda abbia gradualmente sostituito vino e alcolici come stimolanti intellettuali, trovando posto nei salotti borghesi e nei centri della cultura letteraria, politica e filosofica del nostro Paese.
L’incontro ha assunto sin da subito un carattere molto interattivo, grazie alla viva partecipazione del pubblico greco, numeroso e curioso.

Le domande sono state numerose e mi hanno permesso di approfondire temi legati alla preparazione domestica del caffè, alla corretta conservazione dei chicchi e a sfatare alcuni miti ancora molto diffusi: come l’idea che la moka non debba mai essere lavata o che il decaffeinato sia un caffè “di serie B”.
Per rendere ancora più concreta la narrazione, ho guidato una sessione di degustazione di tre diversi espressi: una miscela 100% Arabica, una miscela composta al 50% da Arabica e al 50% da Robusta, e infine uno Specialty coffee fornito dalla torrefazione ateniese TAF.
Le estrazioni sono state effettuate con macchine automatiche De’Longhi dotate di macinacaffè integrato, così da valorizzare al meglio il caffè in grani appena macinato e dimostrare che è possibile ottenere un espresso di qualità anche nella propria cucina di casa.
Il percorso didattico è proseguito con un momento di coffee pairing che ha riscosso grande entusiasmo tra i partecipanti. Ho proposto tre abbinamenti: la miscela 100% Arabica con un cioccolatino gianduiotto piemontese, lo Specialty Coffee Arabica con un amaretto, e infine la miscela Arabica-Robusta con Parmigiano Reggiano stagionato 24 mesi.
Quest’ultimo abbinamento, insolito ma sorprendente, ha suscitato molta curiosità e ha permesso di percepire note aromatiche comuni al cappuccino e al tiramisù. È stato un esempio concreto di come il caffè possa uscire dai suoi contesti tradizionali – colazione, dopo pasto, pausa caffè – per entrare in dialogo con il mondo del cibo salato, in particolare con i formaggi, giocando sull’affinità sensoriale con il latte.
L’evento ha dimostrato quanto il caffè, se raccontato con passione e competenza, possa essere riscoperto anche da un pubblico non tecnico ma abituato a consumarlo quotidianamente, come quello greco.
La celebrazione dell’espresso italiano ha così contribuito a rafforzare la percezione del caffè come prodotto identitario del Made in Italy e a evidenziarne il valore come strumento di dialogo culturale, capace di promuovere le eccellenze italiane all’estero.
Andrej Godina, curatore della Guida dei Caffè e delle Torrefazioni d’Italia, ha commentato con entusiasmo il successo dell’evento di Atene: “la Guida sta iniziando a essere utilizzata esattamente nel modo in cui io e Mauro Illiano l’avevano immaginata fin dalla prima edizione, uno strumento concreto per valorizzare la filiera italiana del caffè e, allo stesso tempo, un manuale pratico per operatori e consumatori, utile a esplorare le migliaia di sfumature di flavore che le torrefazioni italiane esprimono nei propri stabilimenti, distribuiti in tutto il territorio nazionale. Sono certo che nei prossimi anni il caffè riuscirà a conquistare il suo giusto posto all’interno della cucina italiana, acquisendo un nuovo valore e affermandosi come una vera e propria bevanda gastronomica, capace di differenziarsi per metodo di estrazione e profilo sensoriale”.
L’esperienza ad Atene è stata per me particolarmente significativa: ho potuto condividere la cultura del caffè italiano con un pubblico attento e coinvolto, in un contesto che unisce storia, bellezza architettonica e passione per l’Italia. Eventi come questo dimostrano che il caffè è molto più di una bevanda: è un rito sociale, un elemento culturale, un veicolo di connessione tra popoli e tradizioni”.
Massimiliano Marchesi



















