lunedì 10 Novembre 2025

Daniele Ricci, il miglior barista italiano 2025: “Manca ancora formazione per il consumatore finale”

Ricci: "Serve più consapevolezza da parte di chi beve il caffè, non solo di chi lo prepara. Ora, con il prezzo che cresce, le persone iniziano a chiedersi cosa stanno realmente bevendo, da dove proviene e che qualità ha: ed è un passo avanti importante"

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Daniele Ricci è un barista che per più volte si è aggiudicato il titolo nazionale. Oggi fa consulenze e spiega quali sono i pregiudizi, le difficoltà e il futuro nel mondo del caffè specialty in Italia. Leggiamo di seguito un estratto dell’articolo di Martina Di Iorio per il quotidiano Cibo Today.

Daniele Ricci sullo specialty

MILANO – C’è chi il caffè lo beve distrattamente, e chi invece lo studia, lo divulga e lo trasforma in cultura. Daniele Ricci, bresciano classe 1997, appartiene a questa seconda categoria: barista, formatore e consulente nel mondo dello specialty coffee, ha fatto della qualità e della consapevolezza la sua missione. Dalla scuola alberghiera di Brescia fino ai campionati mondiali, passando per Amsterdam, Zurigo e oggi Bruxelles, il suo percorso racconta l’evoluzione del caffè contemporaneo.

Abbiamo fatto due chiacchiere con lui sul ruolo del barista, sull’importanza della formazione e sulla necessità di sfatare tantissimi falsi miti e pregiudizi: dall’espresso italiano (spesso non di qualità) al prezzo del caffè. Anticipando anche quelle che sono le nuove tendenze in fatto di caffetterie.

Quanto conta la formazione nel tuo percorso?

“La formazione è fondamentale, non solo nel mondo del caffè ma in tutto l’ambito dell’hospitality. Negli ultimi 10 anni la figura del barista si è molto evoluta grazie a corsi e professionisti specializzati, ma secondo me manca ancora formazione per il consumatore finale”.

In che senso? Il cliente non è pronto al mondo dello specialty?

“È un aspetto su cui bisogna lavorare: serve più consapevolezza da parte di chi beve il caffè, non solo di chi lo prepara. Ora, con il prezzo che cresce, le persone iniziano a chiedersi cosa stanno realmente bevendo, da dove proviene e che qualità ha: ed è un passo avanti importante”.

Per leggere l’intervista completa basta cliccare qui. 

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