lunedì 10 Novembre 2025

Come vengono recuperate le capsule in alluminio e il caffè? Lo spiega il CIAL, Consorzio Imballaggi Alluminio

Guida: "Si cerca di ottimizzare la logistica con dei ritiri multi presa, in modo che l’impatto dei trasporti resti circoscritto. Il sistema è ben sviluppato dove si consumano più capsule, soprattutto nel Nord Italia. La rete è organizzata in modo da mantenere efficiente l’ operatività di tutti gli attori coinvolti, con carichi completi da 4 a 5 tonnellate.”

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MILANO – Dal 2011, con un rinnovo nel 2014 e nel 2018, CIAL, Utilitalia, il Consorzio CIC con Nespresso Italia hanno sviluppato insieme il progetto POSITIVE CUP (poi rinominato “Da Chicco a Chicco”) che Nespresso ha attivato in tutto il mondo al fine di raccogliere e recuperare le capsule usate in alluminio. Per comprenderne i meccanismi, le dinamiche, le prospettive future, il confronto con Francesco Guida, Responsabile Raccolta e Gestione Materiali di CIAL.

L’alluminio ancora oggi è considerato il materiale più sostenibile quando si parla di riciclo, a patto però che siano rispettate le condizioni adeguate: quali sono e quanto è possibile portarle avanti nei centri di smaltimento?

“L’alluminio in effetti è un materiale che, grazie alle sue caratteristiche, può potenzialmente essere riciclato all’infinito con un risparmio energetico di circa il 95%. Per quanto riguarda gli imballaggi in alluminio, l’attività portata avanti da CIAL ha sviluppato negli anni l’obiettivo di creare una rete di relazioni molto fitta sul territorio italiano, che ci consente, grazie agli accordi con Comuni e impianti, di mantenere una media negli ultimi dieci anni del 70% di riciclo.

Un risultato importante per l’Italia, che ci pone tra i primi in Europa e in vantaggio rispetto agli obiettivi posti per il 2030 che richiedono una percentuale del 60%.

L’alluminio è molto semplice da riconoscere e selezionare, ciò che consigliamo ai cittadini che fanno la raccolta domestica è di prendere piccole precauzioni, come ridurre il volume degli imballaggi di alluminio, conferirli puliti (vuoti) e non lavati, dando valore anche ad imballaggi più piccoli in alluminio, come il foglio o il tappo e anche le capsule in alluminio del caffè.

Ed è proprio rispetto a questi imballaggi in alluminio più piccoli e leggeri che chiediamo ai cittadini di assemblarli insieme, di appallottolarli in un unico pezzo più grande. Questo consentirà, in fase di selezione, di evitarne la dispersione.

La raccolta di questi prodotti in CIAL è stata avviata nel 2011 al fine di massimizzare gli obiettivi e il recupero di tutte le componenti in alluminio.

Le capsule in precedenza non erano considerate imballaggio e quindi non rientravano nel nostro ambito di competenza, ma grazie anche alla collaborazione con CIC, Utilitalia e Nespresso, è stato possibile avviare questo progetto su tutto il territorio nazionale: “Da Chicco a Chicco”, di cui siamo partner da più di 14 anni, con oltre 300 punti di raccolta attivi (principalmente nelle isole ecologiche, nelle boutique Nespresso, e nei punti di vendita e ristoro partner dell’Alleanza) in tutta Italia dove conferire le capsule di alluminio esauste per trovare nuova vita sotto due forme di materia: le capsule vengono trattate presso un impianto che separa meccanicamente l’alluminio e il caffè.

L’alluminio di alta qualità viene portato al riciclo in fonderia, mentre il caffè inviato ad impianti che trattano e creano compost, donato poi a delle risaie per il progetto del banco alimentare e Arca che distribuisco il riso alle persone più svantaggiate.

Ogni anno vengono raccolte circa duemila tonnellate di capsule esauste, per un totale di circa 14mila tonnellate recuperate dal 2011. Tutto materiale che, così gestito, ha ridotto i costi operativi per i Comuni e limitato gli sprechi di risorse ed di energia”.

Quanto incide il consumatore finale nella gestione del fine vita delle capsule in alluminio?

“La risposta è molto elevata fin qui. È comunque a titolo volontario, non c’è nessuna premialità alla consegna dei rifiuti eppure molti cittadini chiedono spontaneamente di aderire all’iniziativa e di attivare il servizio nelle loro aree di riferimento; riceviamo richieste anche da parte di operatori B2B.”

La rete di raccolta come funziona, nella logistica?

“Come Consorzio abbiamo sfruttato la rete già attiva e consolidata in tutta Italia, che ci ha permesso di avere relazioni con i gestori locali e con i Comuni. Così garantiamo una raccolta integrata all’interno dei centri comunali e grazie al loro supporto, abbiamo programmato dei ritiri precisi presso i punti di raccolta e individuato aree di stoccaggio adeguate.

Si cerca di ottimizzare la logistica con dei ritiri multi presa, in modo che l’impatto dei trasporti resti circoscritto. Il sistema è ben sviluppato dove si consumano più capsule, soprattutto nel Nord Italia. La rete è organizzata in modo da mantenere efficiente l’ operatività di tutti gli attori coinvolti, con carichi completi da 4 a 5 tonnellate.”

Riuscite a recuperarle tutte correttamente?

“Per quanto riguarda la raccolta dedicata e volontaria, al 99% avviene in maniera corretta. Ma non è un reale problema: si recupera comunque il caffè esausto anche se un consumatore conferisce per errore una capsula in plastica o una cialda

Negli anni poi è rimasto costante quello che è ancora l’obiettivo futuro del Consorzio: integrare le capsule nel sistema di raccolta differenziata, permettendo ai cittadini di conferirle insieme agli altri imballaggi in alluminio nella raccolta multimateriale. . Noi lo facciamo già dal 2017 in alcuni territori di Lecco, Monza-Brianza e Milano.

Le capsule alluminio vengono conferite in questo modo solo in queste aree perché l’impianto finale che tratta il classico sacco multimateriale plastica-metalli, ha implementato nel suo layout impiantistico l’ECS (separatore a correnti indotte che serve a intercettare l’alluminio al di sotto del flusso sotto vaglio, cioè residuale di piccole dimensioni dell’impianto di selezione stesso).

Un macchinario di cui non sono dotati in tanti per la selezione degli scarti. Questa è un’attività che cerchiamo di estendere in tutta Italia per anticipare la gestione futura delle capsule. Con il regolamento europeo sugli imballaggi (PPWR), dal 1° agosto 2026 le capsule saranno ufficialmente considerate imballaggio e quindi potranno essere gestite con il resto della raccolta differenziata.

Stiamo procedendo con delle campagne di informazione per sensibilizzare gli impianti sul territorio, per garantire un servizio efficiente per il riciclo di questa componente, insieme agli altri imballaggi in alluminio che vengono recuperati insieme alle capsule.”

Le disposizioni come cambiano da Paese a Paese in Europa? E in prospettiva quali sono le strade da percorrere?

“Con le nuove direttive, ciò che stiamo facendo è anticipare ciò che avverrà, informando appunto il tessuto industriale italiano. In parte ci stiamo riuscendo e infatti saranno presto attive raccolte differenziate su altri territori rispetto a quelli già operativi, che faranno da apripista per tanti stakeholders. Ci faremo trovare pronti: per gli altri Paesi è differente, perché è diversa anche la gestione dell’altro packaging in raccolta differenziata.

Anche se sappiamo che comunque non è possibile fare un vero confronto, se parliamo di capsule di caffè, abbiamo un buon punto di partenza rispetto ad altri Paesi. Soprattutto per quanto riguarda la raccolta con gli altri imballaggi: in Italia, tre imballaggi su quattro vengono recuperati, rispetto ad altre nazioni dove il recupero è limitato solo a determinate tipologie. Il nostro impegno, e quello del sistema CONAI, è sempre stato quello di includere tutte le tipologie di imballaggio.

Certo avere delle disposizioni comuni per tutta Europa è complesso. Uno strumento utile a questo obiettivo è l’etichettatura ambientale, che in tutta l’UE è omogenea, per cui tutti uniformemente sanno dove gettare il rifiuto a fine vita.”

L’Italia un esempio per tutta Europa: in che senso e come si traduce in numeri fin qui registrati?

“Per l’alluminio negli ultimi dieci anni il riciclo ha raggiunto il 70% e nei prossimi anni ci troveremo già forti in un momento di cambiamento: il PPWR porterà tanti cambiamenti anche tra le scelte del consumatore che troverà a scaffale sempre più prodotti riciclabili. Questo ci porterà a un lavoro superiore. Come sistema di raccolta italiano, siamo già molto avanti. La raccolta differenziata domestica è circa al 67%, e vengono avviati correttamente a riciclo 3 imballaggi su 4.

Nel futuro del riciclo dell’alluminio, quali sono le prospettive a breve e a lungo termine?

“Sicuramente il riciclo dell’alluminio è costante, l’interesse per questa tipologia di materiale è crescente anche nell’utilizzo, soprattutto per il food dato che il suo effetto barriera garantisce una shelf life maggiore rispetto ad altri materiali. Con l’entrata in vigore del PPWR l’alluminio diventerà una scelta sempre più strategica che molte aziende riconsidereranno per i propri prodotti.”

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