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Fipe Confcommercio certifica la crisi del settore. Si calcola che da gennaio a giugno si siano persi circa 500 posti di lavoro e oltre 25 milioni di fatturato. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo di Mirko Giustini per Il Corriere della Sera.
La crisi dei bar: 500 posti di lavoro persi in 6 mesi
ROMA – Nei primi sei mesi di quest’anno nella Capitale hanno chiuso 179 bar: il modello di business non è più sostenibile. A darne notizia la Fipe (Federazione italiana pubblici esercizi) – Confcommercio.
Da una elaborazione dei dati Infocamere risulta che, a fronte di 86 nuove iscrizioni alla Camera di commercio, le cessazioni sono state 265. Non va meglio nel resto del Lazio: le 149 aperture non compensano le 387 saracinesche abbassate.
La fragilità del comparto è testimoniata anche dal fatto che poco più di un’attività su due sopravvive dopo i 5 anni dall’inaugurazione. Si calcola che da gennaio a giugno si siano persi circa 500 posti di lavoro e oltre 25 milioni di fatturato.
“La pressione competitiva è a mio parere eccessiva – afferma Luciano Sbraga, vicedirettore Fipe –. Parliamo di un settore con una densità imprenditoriale che non ha eguali. Vero è che non tutti prestano la corretta attenzione alla gestione economica, al marketing e all’innovazione tecnologica. Anche chi è già presente da anni sul mercato si trova a dover risolvere ogni giorno un’equazione complessa: rendere compatibile un servizio che comporta costi elevati con la capacità di generare ricavi”.
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