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MILANO – Fondi di caffè e bottiglie di plastica per intercettare l’anidride carbonica alla fonte dando una mano a risolvere uno dei più grandi problemi ambientali ed esistenziali dell’umanità: l’eccesso di co2, che accumulandosi nell’atmosfera, intrappola il calore contribuendo all’effetto serra e al riscaldamento globale.
Gli scienziati dell’Università di Sharjah, negli Emirati Arabi Uniti, hanno sviluppato una tecnologia innovativa, che trasforma il caffè esausto e la plastica Pet (o polietilene tereftalato) – quella, per intenderci, usata per i contenitori alimentari per liquidi e cibi – in carbonio attivo capace di capace di catturare grandi quantità di co2.
Il processo – protetto da un brevetto, pubblicato ad agosto di quest’anno – propone un metodo nuovo e potenzialmente promettente per ridurre l’inquinamento ambientale e mitigare il cambiamento climatico in atto.
Esso utilizza la co-pirolisi, riscaldando a 600°C fondi di caffè e plastica PET con idrossido di potassio, quale agente attivante.
Il risultato è un carbonio attivo ad alte prestazioni, in grado di catturare oltre 8 milioni di molecole di co₂ per grammo
Si calcola che 8 milioni di tonnellate di caffè esausto sono smaltite, ogni anno, principalmente finendo nelle discariche, dove emettono metano e altri gas serra.
Il riutilizzo dei fondi di caffè e della plastica PET non soltanto consentirebbe di catturare co2, ma contribuirebbe anche alla gestione sostenibile di questi rifiuti.
Il brevetto segna un significativo passo in avanti nello sviluppo di tecnologie eco-friendly volte alla mitigazione del cambiamento climatico, si legge nel comunicato dell’ateneo emiratino.
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