martedì 02 Dicembre 2025

Ambadué, quando cacao e cosmesi si uniscono in processi di upcycling

La dottoressa: "Il nostro è un laboratorio di nicchia: non lavoriamo per comparare i costi con altri estratti ma per creare progetti unici e visionari, dove la qualità e l’innovazione sono i veri valori. La quantità di scarto necessaria varia in base ai lotti di produzione, ma ciò che conta è il principio: trasformare un residuo in una risorsa ad altro valore aggiunto."

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MILANO – La biocosmesi e il cacao: una possibilità che si prende sempre più spazio all’interno di entrambi i mercati. A HostMilano, nell’hub dedicato sCIOck alle commistioni tra questa materia prima e altri settori, se ci sono state delle dimostrazioni da toccare (o assaggiare) con mano. Ma c’è chi lo ha già trasformato in prodotti: Ambadué, fondata dalla Dottoressa Maria Paola Merlo, è una prova che l’interesse c’è, è anche il risultato.

Un precedente importante di come questa realtà abbia fatto dialogare cacao e cosmetica, porta anche il nome del maestro Guido Castagna: nel 2024, il laboratorio di Ambadué hanno riutilizzato gli scarti del cioccolato per ricavare un estratto antiossidante usato poi in due ricette per il trattamento della pelle.

Ambadué ha dimostrato che il cacao e la cosmetica possono andare insieme: ci parla di com’è nato il progetto e a che risultati si è arrivati?

“Il progetto è nato dal desiderio di dare nuova vita a una materia prima preziosa e profondamente legata alla nostra città: il cioccolato di Torino. L’idea era trasformare le bucce delle fave, normalmente considerate scarto, in un estratto innovativo capace di unire pelle e umore.

Dopo anni di ricerca e test siamo arrivati a sviluppare due prodotti in collaborazione con l’azienda Pigreco Torino: Overnight, un neuro cosmetico per la notte e Mood Up, un nutraceutico che sostiene il benessere psico emozionale. Entrambi dimostrano come uno scarto alimentare possa diventare esperienza sensoriale e olistica.”

Come mai avete deciso di lavorare sullo scarto del cioccolato? Di che scarto esattamente si tratta, come lo avete processato?

Nel laboratorio Ambadué (foto concessa)

“Abbiamo scelto di lavorare con la buccia delle fave di cacao perché il cioccolato è uno dei simboli di Torino. Per noi è sempre una sfida trasformare lo scarto alimentare in risorsa. Grazie ad un processo di upcycling che unisce metodiche scientifiche moderne e principi spargirici antichi, siamo riuscite a estrarre molecole bioattive con proprietà interessanti per la pelle e per l’umore. In questo modo valorizziamo un sottoprodotto alimentare di altissima qualità, trasformandolo in un principio funzionale unico.”

Quali sono le potenzialità del cacao nell’ambito della cosmetica?

“Il cacao è una vera miniera di molecole: aminoacidi, flavonoidi, vitamine e minerali. Nel nostro estratto sono particolarmente presenti triptofano e teobromina legati alla produzione di serotonina e melatonina, favorendo rilassamento e buonumore. Da un punto di vista cosmetico, hanno un’azione antiossidante e pro-ageing aiutando la pelle a rigenerarsi durante la notte. Per questo il cacao può diventare un ponte tra benessere interiore e bellezza esteriore.”

Ci sono altri esempi di impiego degli scarti o del cacao oltre la skin care di cui vi siete o vi state occupando?

“Parallelamente oltre al cosmetico, l’azienda Pigreco Torino, brand DrGaudie, ha sviluppato un nutraceutico: Mood Up. È un integratore in gocce che, grazie alla sinergia tra estratto di cacao, zafferano e bergamotto, sostiene il tono dell’umore e aiuta a modulare lo stress. Questo dimostra che lo stesso estratto può essere applicato sia in cosmetica che in nutraceutica, ampliando il suo potenziale di utilizzo.”

Quanto scarto è necessario per la produzione? Il costo è più elevato, come diventa sostenibile anche economicamente?

“Il nostro è un laboratorio di nicchia: non lavoriamo per comparare i costi con altri estratti ma per creare progetti unici e visionari, dove la qualità e l’innovazione sono i veri valori. La quantità di scarto necessaria varia in base ai lotti di produzione, ma ciò che conta è il principio: trasformare un residuo in una risorsa ad altro valore aggiunto.

La sostenibilità economica, per noi, non significa ridurre i costi a tutti i costi, ma dare senso e valore a ciò che facciamo. Un ingrediente ottenuto da upcycling riduce sprechi, crea circolarità e genera un ritorno etico oltre che produttivo. Questo approccio è sostenibile perché incontra un pubblico che sceglie consapevolmente di investire in prodotti esclusivi, capaci di unire benessere, ricerca e responsabilità.”

Per me la vera sostenibilità è trasformare ciò che è scarto in valore e farlo senza compromessi sulla qualità. Non è una questione di costi, ma di visione: creare bellezza che sia anche cultura ed etica.”

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