giovedì 26 Giugno 2025

Bugan Coffee Lab apre il nuovo store a Milano in via Vigevano

I fondatori Sonia e Maurizio Valli: “Lavoriamo con il mondo degli specialty coffee dal 2014 e fin da allora proponiamo un approccio al caffè diverso, che faccia attenzione alle origini, ai metodi di produzione, ma anche all’esperienza sensoriale, fondamentale per cogliere la qualità di ciò che c’è in tazza"

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MILANO – Famoso per la sua ricerca e per aver introdotto un nuovo modo di degustare il caffè, Bugan Coffee Lab arriva a Milano, in via Vigevano, 15 con l’obiettivo di diffondere la cultura dello specialty coffee, così come l’hanno divulgata fino ad oggi Sonia e Maurizio Valli nelle due loro sedi di Bergamo. Conosciuto nel settore da molto tempo, vincitore di nove titoli nazionali e due podi mondiali ai campionati barista, Bugan Coffee Lab è il primo in Italia ad aver unito in un unico luogo somministrazione, vendita, ricerca e formazione sul caffè di eccellenza.

“Lavoriamo con il mondo degli specialty coffee dal 2014 e fin da allora proponiamo un approccio al caffè diverso, che faccia attenzione alle origini, ai metodi di produzione, ma anche all’esperienza sensoriale, fondamentale per cogliere la qualità di ciò che c’è in tazza.” Raccontano i due fondatori. ​

Sonia Valli all’opera (immagine concessa)

“Fin dall’inizio abbiamo sviluppato una visione differente rispetto alla radicata tradizione italiana: il nostro è un modo nuovo di interpretare il caffè e vogliamo proporlo anche a Milano a tutti coloro che si definiscono curiosi. Ci piacerebbe contribuire ad accrescere la loro sensibilità verso il caffè, uno dei prodotti cardine della nostra quotidianità”.

L’offerta

Si parte con la caffetteria, che propone una selezione di caffè di altissima qualità e provenienti da filiere trasparenti e sostenibili da tutto il mondo.

Oltre alla possibilità di acquistare il caffè da portare a casa, da Bugan Coffee Lab sarà possibile degustare varie monorigini estratte con metodi differenti, che spaziano dall’espresso al caffè filtro, passando per il cold brew.

La preparazione del caffè (immagine concessa)

Nei prossimi mesi, l’offerta sarà affiancata anche da un’area dedicata a esperienze di degustazione a numero chiuso. ​ Per godere appieno dell’esperienza, nello store non è servito zucchero. “Una delle nostre frasi più iconiche — presente anche sulle nostre magliette — è “No sugar in my coffee“. L’invito, per tutti, è uscire dalla comfort zone e imparare a rispettare il caffè e il nostro palato, anche con un piccolo gesto quotidiano. È questa la differenza tra un laboratorio che fa cultura e formazione, e un esercizio puramente commerciale”, spiega Maurizio Valli.

Il bancone (immagine concessa)

Diffondere la cultura del caffè

“Il nostro locale è un luogo di ricerca artigianale ed è pensato per chi è curioso, per chi vuole avvicinarsi al mondo dello specialty e scoprire un modo diverso di bere caffè. Ci sarà una piccola selezione di croissanteria per la colazione, ma il cuore resta il caffè.”

Il racconto sarà affidato al personale formato nell’Academy Bugan, la stessa in cui si preparano alcuni dei migliori professionisti italiani per le competizioni internazionali. Attraverso il loro accompagnamento, i clienti potranno scoprire attraverso i sensi, le diverse anime del caffè.

Maurizio Valli alla macchina del caffè (immagine concessa)

“Ogni specialty coffee che arriva in torrefazione viene degustato con il metodo del cupping. Come accade per l’uva, ogni caffè, essendo un prodotto agricolo, è diverso. Il nostro compito è quello di interpretarne l’anima attraverso la tostatura, trovando quella più adatta a esaltare il profilo aromatico. Ogni specialty ha la sua ricetta: nel nostro store di Milano vogliamo raccontarvela, in un ambiente elegante e curato.”

Il progetto architettonico

Progettato da Mauro (De8_Architetti) e Laura (Bettinellistudio Architetti), insieme a Sonia e Maurizio, il nuovo specialty coffee bar si inserisce in un contesto autenticamente milanese: un piccolo spazio affacciato sulla storica via di collegamento tra la Darsena e Porta Genova, che si apre su un cortile interno dominato da una casa di ringhiera dal sapore industriale.

Le imperfezioni del pavimento, delle murature e delle travi in legno del solaio sono parte integrante del progetto, in un’estetica che richiama il concetto giapponese di wabi-sabi: la bellezza imperfetta, impermanente e incompleta.

Il fulcro dello spazio è il bancone-laboratorio, rivestito in legno carbonizzato secondo l’antica tecnica del Shou sugi ban, che attraversa e ricuce i due ambienti, dando ritmo e unità. I dettagli non si sovrappongono: sono pensati e realizzati per contribuire all’immagine complessiva. Nessun decoro superfluo, solo materia, luce e relazione.

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