venerdì 03 Maggio 2024
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A Bologna aumenta il prezzo, espresso a 1,50€ anche nello storico Zanarini

Alessio Cioffi, socio del Principe e presidente della Federazione Caffè, bar e pasticcerie di Ascom Bologna: "Per un cocktail al bar si è disposti a pagare senza batter ciglio 10 euro, per un vino di cui non si conosce nemmeno il valore anche più di 6 euro ma se il caffè aumenta da 1 euro e 10 centesimi a 1 euro e 20 centesimi ce la si prende e magari in quel bar non ci si torna più: la gente non sa cosa c’è dietro a quel caffè, purtroppo è una cultura che si è persa. Il caffè e tutto quello che lo accompagna è venduto sottocosto"

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Ormai risulta difficile trovare al centro di Bologna un caffè che si ferma al costo di un euro. La tazzina è fissa a 1,30 euro nei diversi locali Principe della città e nell’antico Gamberini, di via Ugo Bassi, come del resto da Regina di Quadri in via Castiglione. Da Zanarini, locale storico della città, si paga invece 1,50 euro. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicato sul quotidiano Il Corriere della Sera.

Il costo dell’espresso a Bologna

BOLOGNA – Un caffè al volo da Zanarini oggi si paga un euro e cinquanta centesimi. E non è perché siamo in uno dei locali storici e storicamente à la page di Bologna. Costa così anche dal piccolo e pluripremiato Aroma, in via Porta Nova e in tutti i locali del giovane e ricercato Brisa. Resta a 1,30 euro il caffè nei diversi Principe della città e nell’antico Gamberini, di via Ugo Bassi, come da Regina di Quadri in via Castiglione.

Triestespresso

Difficile ormai trovare sotto le Due Torri caffè che si fermino a un euro, ma ci sono. In via Spartaco, ad esempio, basta una moneta per il caffè. Alla Pasticceria al Parco spiegano che “siamo un’attività familiare, riusciamo a starci dentro con i costi, e finché possiamo ci piace poterlo servire a un prezzo basso, visto che sappiamo come la vita sia diventata cara.

“La nostra clientela è soprattutto composta da pensionati, gente della zona — raccontano — Si vedono poco i giovani sui trent’anni, quelli che dovrebbero mettere su famiglia e devono invece fare i conti con la precarietà: loro in questo momento secondo noi sono quelli che fanno più fatica”.

Il caro brioche

Nonostante gli aumenti siano di pochi centesimi (dieci, venti al massimo) il caffè va spesso di traverso alla scoperta di quel pur minimo rincaro. Eppure.

“Per un cocktail al bar si è disposti a pagare senza batter ciglio 10 euro, per un vino di cui non si conosce nemmeno il valore anche più di 6 euro ma se il caffè aumenta da 1 euro e 10 centesimi a 1 euro e 20 centesimi ce la si prende e magari in quel bar non ci si torna più: la gente non sa cosa c’è dietro a quel caffè, purtroppo è una cultura che si è persa”, riflette amaro Alessio Cioffi, uno dei soci del Principe e fresco presidente della Federazione Caffè, bar e pasticcerie di Ascom Bologna. “Il caffè e tutto quello che lo accompagna è venduto sottocosto”, chiarisce. A partire dalle brioche.

“Perché per torte e mignon si possono spendere 35 euro al chilo e per una brioche solo 5 euro? Le ore di lievitazione, la manodopera e le materie prime non sono mica così diverse”.

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