venerdì 03 Maggio 2024
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Quarta Caffè riceve la letterina dell’alunna Martina in visita

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MILANO – Chi di noi non ricorda le fredde mattine d’inverno, nel lettone con mamma e papà… e un dolce profumo di caffè che proviene dalla cucina e ci riempie l’anima?! Lo ha ricordato Martina Giustizieri, classe 3ª C in un lavoro che ha ricevuto un riconoscimento nel Concorso “Gaetano Quarta” di Quarta Caffè a Lecce.

Quarta Caffè, ecco componimento di Martina:

Scuola – Che profumo! Siamo arrivati alla Quarta Caffè Pensavamo alla solita visita guidata, ed invece… Fin dall’arrivo dello spiazzo circostante all’azienda, siamo stati avvolti in una nuvola di aroma. Non si trattava solo di profumo di caffè… ci faceva venire in mente i dolci risvegli della domenica… la mamma si alza presto per la prima messa…, papà ci fa infilare con lui sotto le coperte… i nostri piedini scalzi ed infreddoliti, infilati sotto le sue forti gambe… il solletico… i risolini… poi una nube profumata ci arriva dalla cucina.

Triestespresso

La mamma ha fatto il caffèèèèèè… noi lo sappiamo che ai ragazzi fa male ma scommettiamo che, essendo domenica, se facciamo un po’ di capricci papà ce lo farà assaggiare… solo un goccio, macchiato con il latte. Ad ogni sorso ci sentivamo più grandi… Non diciamolo alla mamma! É il nostro segreto! Poi papà comincia a raccontarci che ai suoi tempi il caffè era un lusso per pochi.

Si regalava a Pasqua e a Natale al dottore o al farmacista che ci aveva fatto un piacere… il caffè, roba da ricchi…

In casa della nonna si preparava l’orzo, quello si trovava più facilmente e costava molto meno. La nonna lo abbrustoliva in un mulinello annerito che si metteva sul fuoco e, girando, produceva un rumore piacevole, come i sassolini del mare… Però papà ci racconta che un giorno finse di avere mal di pancia. Aveva notato che la nonna aveva dato al fratello più grande una manciatina di caffè vero mischiato con lo zucchero quando non digeriva… Così iniziò a contorcersi fingendo dolori atroci… “Vieni beddhru mia!”, esclamò subito la nonna porgendogli un cartoccio profumato. Ce l’aveva fatta!

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