sabato 25 Gennaio 2025

Vuoi pagare il caffè al bar con il Pos? A Pordenone può costare anche il doppio

Da leggere

  • Fiorenzato
  • Dalla Corte
  • TME Cialdy Evo
Demus Lab - Analisi, R&S, consulenza e formazione sul caffè

MILANO – Pagare un caffè al bar con il Pos rimane complicato e può risultare addirittura più costoso. Perché alcuni baristi applicano – anche arbitrariamente – supplementi di prezzo che rispondono peraltro alla necessità di coprire le commissioni sui pagamenti. In sostanza, l’esercente applica, a volte, una specie di tassa autogestita, che grava alla fine sul consumatore finale, come riferisce un’inchiesta del Gazzettino, a firma di Marco Agrusti, che descrive la situazione in provincia di Pordenone, di cui riprendiamo i punti salienti.

Nei giorni in cui il governo discute di pagamenti elettronici e di commissioni bancarie, a Pordenone si vive una situazione gelatinosa: è come se la norma, varata dall’allora governo Gentiloni, non fosse mai stata applicata.

CIMBALI M2

Pesa l’assenza di un sistema sanzionatorio efficace, ma allo stesso modo sono da tenere in considerazione i costi sostenuti dai singoli commercianti ogniqualvolta un cliente striscia la sua carta per un importo basso. Non è il caso della grande distribuzione, che lavora su grandi volumi, ma di piccoli esercizi commerciali, come bar e tabaccherie.

Si parla di commissioni in grado di mandare in fumo il margine sulla singola vendita, ma non attribuibili al portafoglio del cliente.

Casarsa, Zoppola, Pordenone. Tre bar, in un’indagine a campione, che per far fronte ai costi elevati derivanti dall’uso del bancomat per i pagamenti hanno riversato l’extra sui clienti.

«Un caffè? Se paga con i contanti è un euro, se invece sceglie le carte sono 40 centesimi in più», ci si sente dire a Casarsa in stazione. E anche in centro a Pordenone gli esempi del genere non mancano. E il conto sale da poco più di un euro fino a 2 euro e 20 centesimi. A Zoppola, sulla statale, c’è invece un bar che esclude a piacimento alcuni servizi e prodotti dal pagamento tramite bancomat o carte.

La mappa

Negozi d’abbigliamento, ristoranti, grandi magazzini: tutti questi tipi di esercizi commerciali non hanno problemi. Il volume d’affari e l’importo della merce in vetrina sono già alti e pagare con la carta di credito è quasi la norma.

Tutto cambia, però, quando si entra in un caffè e si chiede di pagare con il Pos

È lì che la legge nazionale si è incartata. Un noto locale di piazza XX Settembre, ad esempio, ha deciso di far gravare sul cliente il peso di una norma contestata: si può pagare il caffè con il bancomat, certo, ma costa il doppio.

Così la proprietà rientra della commissione che è costretta a pagare per l’operazione telematica. Il rincaro raggiunge il 100 per cento nel caso di un caffè, ma resta sempre di un euro anche se la spesa raggiunge ad esempio i 10-15 euro.

È una specie di tassa autogestita che viene trasferita sul compratore. Il problema è che le commissioni che colpiscono le singole operazioni svolte con bancomat e carta di credito sono rimaste. Il risultato? I commercianti se rispettano la norma finiscono in alcuni casi per lavorare in pareggio, quando non in perdita.

Marco Agrusti

CIMBALI M2
  • Gaggia brillante

Ultime Notizie

  • Water and more