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VENDING – Pinetti, presidente Confida, assicura l’alta qualità dei prodotti nei distributori automatici

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MILANO – «La qualità dei prodotti che si possono trovare nei circa 200 mila distributori automatici presenti negli ospedali pubblici italiani e’ alta».

Lo ha detto Lucio Pinetti (nella foto), presidente di Confida, l’Associazione italiana della distribuzione automatica, sentito dopo che, in Gran Bretagna, il World Cancer Research Fund ha denunciato come il 73% delle aziende sanitarie inglesi non abbia protocolli o linee guida per stabilire la qualità degli alimenti venduti nelle macchinette della distribuzione automatica.

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Diversa la situazione in Italia dove «il 30% dei distributori automatici, in totale sono 2 milioni – spiega Pinetti – sono presenti in strutture pubbliche, scuole e uffici. Di questi, possiamo stimare in circa 200 mila quelli collocati in ospedali e Asl del Servizio sanitario nazionale. Un mercato in cui due prodotti, l’acqua e il caffè, coprono l’80% dei consumi complessivi delle macchinette. A fronte di 6 miliardi e mezzo di consumazioni all’anno».

Secondo Pinetti, «la qualità di cibi e bevande presenti nei distributori collocati negli ospedali è alta». In generale, nelle macchinette presenti in tutte strutture pubbliche «l’80% sono prodotti di marche nazionali molto conosciute e il 20% sono locali. Ad esempio a `km 0´, o biologici». Pinetti lamenta tuttavia «la difficoltà di lavorare con gli uffici dell’economato delle aziende pubbliche, spesso molto attenti a risparmiare sui capitolati delle gare d’appalto. Quando invece – sostiene Pinetti – ad usare i distributori sono i lavoratori, i visitatori e i pazienti».

Che aggiunge: «Non esiste installazione nella pubblica amministrazione che non sia disciplinata da un capitolato d’appalto nel quale vengono indicati le merceologie da mettere in vendita nei distributori. Purtroppo per noi nei capitolati non comanda chi propone la miglior offerta qualitativa di prodotti e servizi, ma normalmente l’offerta economica con canone di concessione più ribassato. Un’anomalia – sottolinea il presidente Confida – perché l’ospedale non è il fruitore del servizio. Parliamo di gare che possono arrivare, per strutture molto grandi, anche ad 1 milione di euro per contratti che durano dai 3 ai 5 anni».

«Confida – dice sempre Pinetti – ha elaborato già da diversi anni un capitolato standard per le pubbliche amministrazioni, in cui 70 punti dovrebbero andare alle aziende che propongono l’offerta tecnica e qualitativa più alta. Con un’attenzione al tipo di cibo o bevanda inserita nel distributore. Ma fino ad oggi – puntualizza sempre Pinetti – nessuno nel pubblico ha recepito questo nostro progetto».

Quindi, l’indicazione sulla tipologia dei prodotti da inserire nei distributori è presente nei capitolati elaborati dalle aziende sanitarie, «ma spesso – il presidente di Confida – molto dipende dalla sensibilità delle amministrazioni: può capitare che ci sia chi è più attento a determinati cibi o bevande più salutari rispetto ad altri. Da parte nostra sarebbe possibile tarare i distributori sulle esigenze del singolo reparto con latte arricchito con acido folico, ad esempio, per le degenze dei dipartimenti di maternità. Ma per ora – conclude Pinetti – non mi risultano ospedali o Asl che hanno intrapreso questo tipo di iniziative

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