mercoledì 29 Ottobre 2025

CONFIDA: il vending è innovativo per il 64% degli italiani, ma le aziende del settore non riescono ad accedere agli incentivi

Calano i consumi (-4,6%) anche se per il 79% degli italiani il vending è comodo e veloce. Le imprese del settore lamentano l’impossibilità di accesso ai finanziamenti della Transizione 5.0 e l’imminente entrata in vigore del PPWR rischia di vanificare gli investimenti fatti dal comparto sull’economia circolare

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ROMA – Nei primi sette mesi dell’anno, il settore della distribuzione automatica ha registrato un sensibile calo delle consumazioni (-4,6%). Questo trend negativo arriva dopo la lieve ripresa iniziata nel 2021 (+10,48%), proseguita nel 2022 (+5,07%) e stabilizzatasi nel 2023 (+0,74%).

È la fotografia scattata da CONFIDA, Associazione Italiana Distribuzione Automatica, durante gli Stati Generali del Vending tenutisi a Roma nella sede di Confcommercio-Imprese per l’Italia alla presenza di 200 imprenditori del settore e numerosi rappresentanti delle istituzioni.

Le cause del calo e cambiamenti nelle abitudini di consumo

Il comparto paga il calo della produzione industriale con il conseguente aumento della cassa integrazione (la distribuzione automatica, infatti, sviluppa il 37% delle consumazioni nel manifatturiero), l’effetto dell’inflazione che ha causato una contrazione dei consumi alimentari fuori casa (oltre un terzo degli italiani nell’ultimo anno ha peggiorato la propria situazione economica), e l’utilizzo dello smart working, oggi utilizzato regolarmente dal 31% degli italiani.

Parallelamente, sono cambiate le abitudini di consumo che ora virano verso scelte sempre più personalizzate, causando una frammentazione crescente delle identità alimentari.

Per il 79% degli italiani, tuttavia, le vending machine rappresentano un’alternativa comoda e veloce per il consumo di bevande e alimenti, offrono un’esperienza di uso semplice e immediata (79%); rappresentano un momento di evasione dalla routine (74%) e il 64% dei consumatori lo considera anche un settore innovativo; è quanto emerge da una ricerca IPSOS per CONFIDA.

Impatto sulla produzione di vending machine

“Il calo delle consumazioni della distribuzione automatica ha portato, come conseguenza, anche ad una riduzione del 28% nei primi sei mesi del 2025 della vendita di vending machine nuove: una produzione di eccellenza del Made in Italy, che vive anche una crescente concorrenza di produttori asiatici le cui vending machine, talvolta, non rispettano le normative europee oppure provengono da Paesi in cui la manodopera è sottopagata e poco tutelata.

Per questo. – commenta Massimo Trapletti, Presidente di CONFIDA il Piano Transizione 5.0 era un provvedimento molto atteso dalle aziende del settore, che tuttavia non si è potuto utilizzare per le difficoltà applicative. Auspichiamo pertanto che la revisione contenuta nella Legge di Bilancio renda più agevole l’accesso al beneficio per le nostre imprese.”

In aggiunta, il settore richiede un protocollo integrativo al contratto collettivo del commercio a cui fanno riferimento i lavoratori del comparto, al fine di inquadrare al meglio le peculiarità delle professionalità della distribuzione automatica.

“Il settore della distribuzione automatica include circa 30.000 addetti, per un totale di 3.000 imprese – commenta Carlo Sangalli, Presidente di Confcommercio – Un numero decisamente sufficiente per prendere in considerazione di elaborare un protocollo dedicato al mondo del vending che integri il nostro principale contratto collettivo nazionale al prossimo rinnovo, dando al settore le specifiche necessarie a valorizzare le proprie qualità.”

Sfide future: regolamento europeo e sostenibilità

Infine, la distribuzione automatica dovrà affrontare anche le criticità che emergono dal Regolamento Europeo sugli imballaggi e i rifiuti da imballaggio (PPWR), che entrerà in vigore il prossimo anno.

In particolare, gli obbiettivi di riutilizzo e l’introduzione dei sistemi di deposito e cauzione vanificherebbero gli investimenti fatti negli anni sul riciclo degli imballaggi con il progetto economia circolare “RiVending” ormai diffuso in tutta Italia con oltre 16 mila cestini per il riciclo della plastica posizionati in 2.500 aziende.

Il comparto, quindi, chiede alle istituzioni italiane nell’applicazione della PPWR di esentarlo da quelle previsioni inapplicabili per le caratteristiche intrinseche della distribuzione automatica.

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