giovedì 02 Maggio 2024
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UGANDA – Governo riafferma la centralità del settore del caffè e annuncia un piano per quadruplicare la produzione nel corso del prossimo decennio

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“Alla scoperta della diversità dei caffè dell’ Uganda, la perla dell’Africa”. È il claim roboante della 10a edizione della African Fine Coffee Conference and Exhibition. La vetrina dei caffè africani di qualità organizzata dalla African Fine Coffees Association (Afca). Andata in scena al Munyonyo Commonwealth Resort di Kampala da giovedì a sabato.

Uganda la convention

Ha offerto l’occasione per una riflessione più ampia sull’andamento dell’industria africana del caffè, il cui peso su scala globale è sceso in misura rilevante nell’arco degli ultimi due decenni.

Triestespresso

“Nel 1989, la produzione media dell’Africa si attestava attorno ai 20 milioni di sacchi (a fronte di una produzione mondiale pari a quell’epoca a una novantina di milioni di sacchi, ndr.)

Contro meno di 16 milioni nel 2011/12

Così ha osservato nel suo intervento introduttivo il direttore esecutivo Ico Robério Oliveira Silva. Attribuendo tale declino alla scarsa produttività, alle debolezze infrastrutturali; alle difficoltà di accesso al credito e alla mancanza di investimenti in ricerca e sviluppo. Sia da parte delle istituzioni pubbliche che dei soggetti privati.

Il numero uno dell’Ico

Ha invitato i produttori africani a cogliere “l’opportunità unica” rappresentata dalle difficoltà attraversate da alcuni paesi latino americani e asiatici. Per passare poi al contrattacco e riconquistare quote significative di mercato.

Il primo ministro dell’Uganda Amama Mbabazi

Ha sottolineato, nel suo discorso, l’importanza rivestita in questo paese dal settore del caffè, prodotto che rappresenta la più importante commodity da esportazione; nonché la seconda voce di introiti valutari dopo il turismo.

Ma ha anche denunciato anche le forti disuguaglianze tuttora esistenti nella ripartizione dei profitti lungo la catena produttiva. Che lascia nei paesi esportatori meno del 15% del valore complessivo realizzato dall’industria del caffè.

“Per ridurre questo divario è auspicabile porre in essere tutte le iniziative alla nostra portata. Atte a fare sì che i contadini vengano meglio ripagati per i loro sforzi e il loro sudore” ha dichiarato ancora Mbabazi.

Vanno in questo senso progetti come la joint-venture a partecipazione italiana

Annunciata nelle settimane scorse per la realizzazione in Uganda uno stabilimento per la trasformazione del caffè verde. Che prevede investimenti iniziali per una ventina di milioni di euro.

O come il brand Good African Coffee

Creato dal giovane imprenditore ugandese Andrew Rugasira (questa sera ospite al Festival of ideas di Bristol). Che acquista la materia prima da una rete di 14mila produttori ugandesi. Inoltre, vende il caffè, tostato e confezionato a Kampala. Alle insegne della grande distribuzione sud africana, britannica e statunitense.

Oltre ad accrescere il volume e il valore dell’export nel resto del mondo

L’Uganda punta anche a promuovere i consumi interni, attualmente molto bassi – ha spiegato il presidente della Uganda Coffee Development Authority (Ucda) Henry Ngabirano – a causa della povertà della popolazione. Che preferisce il tè per motivi di economicità, ma anche dei pregiudizi diffusi sui presunti danni arrecati dal caffè alla salute.

L’ambasciatore Usa in Uganda Scott Delisi ha sottolineato l’impegno del suo paese

Attraverso l’agenzia governativa per la cooperazione Usaid – a favore del miglioramento quantitativo e qualitativo della produzione caffeicola ugandese. La collaborazione si è estesa anche alla gestione della supply chain e al marketing sui mercati esteri, grazie anche alle importanti partnership tra Usaid/East Africa. Che ha sede a Nairobi, e l’Afca.

Gli Usa – ha aggiunto Scott

– stanno sviluppando attualmente la campagna “Doing Business in Africa”, che aiuterà le aziende americane a individuare le opportunità di affari. Rivolgendo un’attenzione particolare agli imprenditori di origine africana.

Il ministro dell’agricoltura Tress Bucyanayandi

Ha poi riaffermato la centralità della coltura del caffè nell’economia rurale del paese (da essa dipende oltre il 40% delle famiglie dedite all’agricoltura). Nonché la sua priorità nell’agenda delle riforme del governo di Kampala.

Le problematiche specifiche del comparto ugandese sono state anche al centro dell’incontro Museveni-Silva, che si è svolto sabato a Kampala.

Secondo quanto riferito da un portavoce

Museveni avrebbe esposto a Silva l’obiettivo di quadruplicare la produzione di caffè del suo paese portandola a 12 milioni di sacchi nell’arco del prossimo decennio. Un traguardo da raggiungere attraverso un ampio piano di rinnovo colturale, che prevede l’impianto di almeno 20 milioni di arbusti ad alta produttività di qui al 2020.

Nel corso della conferenza, Ngabirano aveva indicato (forse più realisticamente) l’obiettivo dei 4,5 milioni di sacchi da raggiungere entro 5 anni.

“Se il governo tenderà la mano al settore, la produzione avrà un forte incremento, perché i margini di crescita esistono e sono notevoli” ha dichiarato il presidente dell’Ucda.

Garanzie sono giunte anche da Mbabazi

“Il governo si impegna a potenziare la produzione e a investire nel settore del caffè.” Così ha affermato il primo ministro citando “una serie di iniziative in campo agricolo”. Le quali verranno avviate non appena cominceranno ad affluire nelle casse ugandesi i primi introiti. Derivanti dalla sfruttamento commerciale dei giacimenti petroliferi recentemente scoperti nel paese.

I dati Ucda

Indicano intanto che l’export di caffè dell’Uganda ha segnato, a gennaio, un incremento del 54% rispetto allo stesso mese dell’anno scorso. Così raggiungendo i 348.152 sacchi.

Il tempo secco ha accelerato l’essiccazione del caffè appena raccolto e ha facilitato il trasporto attraverso le arterie rurali, che il maltempo spesso rende impraticabili. Così riferisce l’Autorità.

Le operazioni di raccolta sono in pieno corso nelle regioni centrali e orientali dell’Uganda. Dalle quali proviene il 55% della produzione nazionale.

 

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