venerdì 29 Marzo 2024
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Non solo caffè: Starbucks va alla conquista dell’aperitivo con le pizzette di Princi

L'espresso non è l'unica cosa che ha affascinato e poi ispirato per la sua catena, Howard Schultz: dopo la diffusione del bicchierone, Starbucks serve anche il Negroni sbagliato

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MILANO – Starbucks non si ferma mai. Continua con gli esperimenti per migliorare le sue caffetterie e renderle sempre più vicine ai desideri dei clienti. Così, mentre per la prima volta ha superato con i negozi il numero dei ristoranti di McDonald’s nel mondo, avvia l’esperimento aperitivi. Con tantissimo di italiano, in vista dell’apertura a Milano in Piazza Cordusio 2 entro la fine dell’autunno. Sì perché oltre all’Aperol rivisitato ci sono le creazioni di Rocco Princi, a cominciare dalle pizzette. Con un ruolo molto particolare del multipanettiere di Milano che ormai è partner a vita di Starbucks.

Ma vediamo che cosa scrive Italiaoggi sull’esperimento in corso a Seattle, nella Roastery che risulterà molto simile, sorella, di quella di Milano. Quando si apriranno le porte… . L’articolo è scritto e firmato dalla specialista di questi argomenti Francesca Sottilaro.

Continuano a espandersi il modello di business di Starbucks. Assieme al «sogno», come lo ha definito il fondatore della catena di caffè Howard Schultz .

Innamorato dell’espresso italiano al punto da crearvi attorno un format planetario, per poi accorgersi del gap con i veri bar italiani e quindi lanciare le Reserve Roastery.

Locali chic e curati con la torrefazione a vista e la parte bakery curata dal fornaio Princi.

Starbucks mancava solo nell’aperitivo

Ma da ieri è caduto anche il tabù dell’Aperol Spritz shakerato «alla Starbucks».

Il colosso del frappuccino cresciuto a suon di wi-fi nei bar ha infatti inaugurato a Seattle il primo Reserve Store che serve bevande alcoliche da cocktail bar.

Ora si aspettano repliche

In tutto mille vetrine sono attese nel mondo. Mentre quest’anno il gruppo con il logo verde della sirena ha superato per la prima volta McDonald’s per numero di punti vendita.

Se i drink da Starbucks non sono suonati come una novità per i frequentatori della prima Reserve Roastery, è perché qui la catena ha sperimentato un programma di serate a tema con birre e vino nei menù del pomeriggio.

Complice l’alleanza con Rocco Princi

Sarà lui che sosterrà tutte le nuove aperture rifornendo brioche e pizze all’italiana. Dato questo sodalizio, Schultz ha messo l’acceleratore sulla trasformazione dei bar alto di gamma.

Nei Reserve Store, secondo quanto comunicato ieri, l’esperienza premium sarà «reinventata con birra, vino e liquori di prima qualità».

Quali?

Per iniziare, i cocktail italiani come lo Spritz dei veneziani o il Negroni Sbagliato nato al Bar Basso di Milano.
Nemmeno a dirlo, le consumazioni potranno essere pagate con la carta di credito a marchio lanciata in collaborazione con Visa.

Così da far guadagnare stellette secondo il programma Starbucks Rewards. Con i punti convertibili in bevande, dolci e snack.

Il menù dell’aperitivo

Pare un’abile mossa di marketing che di fatto va a coprire un buco temporale nella giornata non servito da Starbucks. Ovvero l’aperitivo e il drink del dopo cena. Un momento che tagliava fuori tutti i non appassionati a tisane e caffè premium della sera.

Il primo Reserve Store (situato, strategicamente, al piano principale del quartier generale di Starbucks) servirà da banco di prova per testare gusti e bevande.

Saranno previste birre alla spina, oltre all’alcol, ma anche Nitro Draft Latte e Spiced Ginger Cold Brew. Così come il resto del menu presente nelle esistenti Roastery Reserve.

Il rapporto tra le ultime nate e le insegne premium

«Le Reserve roastery (i bar torrefazione come quello atteso a Milano, ndr) faranno da hub per il sistema Reserve», dicono dall’azienda.

A cambiare è anche il layout

Dagli interni in legno, ai forni a vista. Compresi anche piccoli punti di ritrovo oltre al bancone da bar. Le Reserve Roastery sono attese a New York e Milano entro il prossimo autunno.

Mentre a Chicago e Tokyo nel 2019. La scommessa, dopo le inaugurazioni apripista, dicono dall’azienda, sarà poi diffondere gli «Store» nelle città e nelle aree circostanti.

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