venerdì 12 Aprile 2024
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Sono tazza di te!: la mostra è aperta a Milano sino al 10 settembre

Non mancano piccoli contenitori realizzati con materiali di riciclo o "forgiati" con le moderne stampanti 3D. La maggior parte degli esemplari trascendono le regole del loro utilizzo classico per diventare veri e propri pezzi unici dal significato concettuale e archetipico

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MILANO – C’è tempo sino al 10 settembre per inebriarsi della bellezza, creatività e sostenibilità, delle tazze esposte a Milano nella Casa Museo Boschi di Stefano. Prodotti unici nel loro genere, realizzati da 80 donne che tutte a loro modo -dalle designer alle stiliste- hanno voluto dare una forma particolare per dar vita a questo progetto, Sono tazza di te!. Leggiamo i dettagli dall’articolo di Maurizio Amore su repubblica.it.

Sono tazza di te!: a Milano, in mostra

Maestre nell’uso dei più diversi materiali, 80 donne progettiste tra designer, artigiane, artiste, architette e stiliste hanno liberato la loro fantasia per dare vita ad altrettante tazze esposte a Milano presso la Casa Museo Boschi di Stefano fino al 10 settembre.

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Curata da Anty Pansera e Patrizia Sacchi, “Sono tazza di te!” è il frutto di una open call indetta lo scorso marzo e che ha registrato più di 300 candidature provenienti dall’Italia ma anche da Israele, Spagna e Svizzera. Sono 65 i progetti scelti per la rassegna a cui si aggiungono 14 special guest selezionati dall’Associazione DcomeDesign. È il caso di Alessandra Baldereschi, Gabriella Benedini, Annalisa Cocco, Caterina Crepax, Laura Fiaschi (Gumdesign), Daniela Gerini, Silvia Levenson, Chiara Lorenzetti, Antonella Ravagli, Elena Salmistraro, Marta Sansoni, Annarita Serra, Sabrina Sguanci e Angela Simone.

Dalla ceramica al vetro, dalla carta all’argento, dall’acciaio al marmo, le tazze in mostra testimoniano ognuna l’individualità delle progettiste coinvolte

Non mancano piccoli contenitori realizzati con materiali di riciclo o “forgiati” con le moderne stampanti 3D. La maggior parte degli esemplari trascendono le regole del loro utilizzo classico per diventare veri e propri pezzi unici dal significato concettuale e archetipico. Significativi in questo senso sono anche i titoli attribuiti alle opere come, per esempio, “Mi sono bevuta il cervello”, “Stasera esco!”, “Genderbell”, “Chinon della vanita?”.

La rassegna si caratterizza, inoltre, per due importanti omaggi a Muky, classe 1926, ceramista ed eclettica protagonista della cultura faentina, e Antonia Campi, di cui è proposta la rivisitazione della sua storica tazza “Gallina”. Al termine dell’esposizione gli oggetti delle 14 special guest saranno battuti all’asta da Jean Blanchaert.

Tutti i proventi andranno in favore della Fondazione Arché, con l’obiettivo di organizzare e sviluppare un laboratorio di decorazione ceramica per le donne supportate dalla Fondazione, aperto al territorio.

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