giovedì 11 Aprile 2024
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L’INTERVISTA – L’italiano Luca Casadei rappresenterà la Francia al Mondiale Baristi di Rimini

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La cultura dell’espresso l’ha appresa in Italia, dove è nato, ma la passione per il caffè gli è cresciuta dentro in Francia, dove da molto tempo lavora come formatore per un importante torrefattore e dove recentemente si è laureato per il secondo anno consecutivo campione nazionale dei baristi, settore caffetteria. Parliamo di Luca Casadei (foto), che dal 9 al 12 giugno rappresenterà la Francia nel campionato mondiale baristi in programma a Rimini (Italia).

Signor Casadei, nel 2013 lei è arrivato al titolo di campione di Francia dopo un terzo e un secondo posto nei due anni precedenti. Nel 2014 qual è stata la sua carta vincente?
L’esperienza del mondiale in Australia (sono arrivato in semifinale) è stata fondamentale, mi ha fatto crescere dal punto di vista professionale e mi ha permesso di acquisire quell’esperienza e quella sicurezza che sono poi riuscito a dimostrare durante la gara nazionale.
Come ha preparato la sua prova?
L’idea della mia gara è nata in estate, in uno speciality coffee bar Parigino, e da lì ho sviluppato la mia preparazione. Ho voluto presentare la giornata tipo in un locale specializzato in caffe, attraverso tre momenti di consumazione differenti.
Lei già conosceva l’Aurelia Competizione. In questo campionato ha avuto modo di apprezzarla ulteriormente?
Questa macchina per espresso è sicuramente un aiuto per tutti noi baristi, non solo per una gara, ma soprattutto per l’attività quotidiana di qualsiasi bar. Con la possibilità di ottenere un’estrazione ottimale per qualsiasi tipo di caffe e la sua ergonomia che ne rende agevole l’utilizzo, l’Aurelia permette a qualsiasi barista di esprimersi al meglio ed è estremamente affidabile nei momenti di più intenso lavoro.
Quest’anno ha fatto l’esperienza con il Mythos One, che giudizio può darne?
Sicuramente è stato un elemento cruciale per il risultato finale. Sono rimasto impressionato dalla sua qualità e dalla costanza nel risultato, una macinatura perfetta.
È stato importante per l’esito della sua prova?
Mythos one è stato sicuramente fondamentale per la mia gara e per il risultato. In gara ne ho adoperati due, poiché ho utilizzato lo stesso caffè con due processi differenti (caffè washed per l’espresso e natural per il cappuccino). Questo macinino è di un’affidabilità estrema. È facile da utilizzare e permette di ottenere una macinatura costante nel tempo, ripetibile in qualsiasi momento. Un gioiello!!!
Lei arriverà a Rimini dopo l’esperienza del Campionato del mondo 2013 a Melbourne, dove è arrivato in semifinale. Che ricordo ha dell’esperienza australiana e come potrà esserle d’aiuto per la gara iridata del prossimo giugno?
Prima di tutto questo mondiale a Rimini ha un sapore speciale per me poiché sono nato a Rimini e lì ho tutta la mia famiglia e i miei amici. Il campionato del mondo è un’esperienza unica, si vivono dei momenti indimenticabili dove tutti i baristi presenti rappresentano un paese e già questo è un onore. Inoltre la preparazione per questo evento ti permette di spingere al massimo i tuoi limiti, e di conseguenza si cresce molto rapidamente dal punto di vista umano e professionale. Dal mio punto di vista un campionato del mondo è prima di tutto un’esperienza fatta d’incontri tra baristi professionisti ma non solo… Ad esempio nello staff che mi seguirà a Rimini ci sarà una persona che ho conosciuto in Australia e che è stata fondamentale nell’organizzazione e nel risultato finale al mondiale.
Nelle precedenti quattordici edizioni del WBC hanno sempre vinto baristi anglosassoni, nord-europei, americani, di Paesi cioè dove la cultura dell’espresso non ha una particolare tradizione. Come lo spiega?
Paesi come la Francia o l’Italia hanno una storia e una tradizione, mentre altri Paesi si sono ispirati alla nostra cultura e, sviluppando ricerca ed innovazione, nel tempo, sono riusciti a sorpassarci. Questo non vuol dire che dobbiamo rassegnarci, ma semmai porci le giuste domande. Comunque non dobbiamo guardare al passato, ma far tesoro della nostra storia, della nostra cultura e delle nuove conoscenze per sviluppare al meglio il nostro futuro.

 

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