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Segafredo lascia il ciclismo dal Tour de France: sulle maglie Trek ci sarà Lidl

Gli aumentati costi del ciclismo di vertice, la sempre crescente difficoltà a competere con le primissime squadre del World Tour e la maggiore attenzione che Segafredo ha rivolto ad altri progetti (ne parleremo a breve), hanno portato l’azienda del caffè a intorrempere la propria presenza nel ciclismo di alto livello come sponsor di una squadra

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Il Giro d’Italia sarà l’ultimo GT per l’azienda italiana del caffè che, dopo aver deciso di non rinnovare l’accordo di sponsorizzazione che la legava a Trek fino al termine della stagione, lascerà il World Tour già da luglio. Tuttavia, nella stagione in corso, la Virtus Bologna è tornata a calcare i parquet dell’Eurolega, la massima competizione di basketball continentale.

Segafredo ha perciò deciso di investire, insieme a BolognaFiere, 55 milioni di euro per la realizzazione di un Padiglione polifunzionale – la Virtus Segafredo Arena. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicato sul portale Cicloweb.

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L’addio di Segafredo al ciclismo

PIANORO (Bologna) – Segafredo lascia il ciclismo. E lo farà già a partire da questa stagione, per la precisione dal Tour de France, in cui il main sponsor del sodalizio americano diventerà Lidl, già da anni presente nel mondo del ciclismo a livello commerciale. A lanciare l’indiscrezione, il portale belga HLN, che spiega come Luca Guercilena, general manager della Trek-Segafredo, si sia messo immediatamente alla ricerca di un nuovo partner, dopo aver ricevuto dall’azienda produttrice di caffè la conferma della volontà di non rinnovare l’accordo di sponsorizzazione, in scadenza al termine di questa stagione.

Una conferma che era nell’aria, anche se non si pensava che il Giro d’Italia sarebbe potuto essere l’ultimo grande giro di Segafredo da sponsor

Entrata nel ciclismo con l’intenzione di portare il proprio marchio sui mercati americani e del centro-nord Europa, l’azienda con sede a Pianoro, in provincia di Bologna, ha investito poco meno di 10 milioni di euro a stagione a partire dal 2016, l’anno del debutto a fianco del colosso americano della bicicletta.

Proprio Segafredo ha voluto, da subito, che a portare il proprio marchio in giro per il mondo fossero corridori di primissimo piano, a partire da Alberto Contador, che in Trek-Segafredo ha concluso la propria carriera, e proseguendo con Vincenzo Nibali, la cui esperienza in maglia bianco-rosso-nera si è conclusa con molte ombre e poche luci.

La differenza di vedute tra la compagine statunitense, più propensa a puntare su giovani corridori da lanciare tra i professionisti, e quella italiana, alla costante ricerca, a qualsiasi prezzo, di corridori di primo piano, in grado di vincere le corse più importanti del calendario, ha caratterizzato tutte le dieci stagioni di attività del sodalizio italo-americano.

Gli aumentati costi del ciclismo di vertice, la sempre crescente difficoltà a competere con le primissime squadre del World Tour e la maggiore attenzione che Segafredo ha rivolto ad altri progetti (ne parleremo a breve), hanno portato l’azienda del caffè a intorrempere la propria presenza nel ciclismo di alto livello come sponsor di una squadra.

Un’interruzione brusca, visto il subentro di Lidl già dal prossimo Tour de France, ma non troppo sorprendente, visto il progressivo disimpegno di Segafredo dal mondo del pedale: nel 2021, infatti, si era già interrotta la sponsorizzazione di due eventi di punta di Rcs come il Giro d’Italia e la Strade Bianche.

Difficile, dunque, pensare che Segafredo possa essere coinvolta nel mitologico allestimento di una squadra World Tour di bandiera italiana, anche se, per quanto ridimensionato, l’impegno nel ciclismo dovrebbe rimanere

Non a caso, il Tour de France 2024 passerà, nel finale della seconda tappa, davanti allo stabilimento Segafredo di Rastignano, alle porte di Bologna. Gli interessi di Segafredo però sono altri, almeno per ora; a partire dal basket, in cui Massimo Zanetti, patron trevigiano del marchio, è pronto ad aumentare sensibilmente i già cospicui investimenti. Nella stagione in corso, la Virtus Bologna è tornata a calcare i parquet dell’Eurolega, la massima competizione cestistica continentale, e conta di poterlo fare anche negli anni a venire, con l’obiettivo di puntare alla vittoria.

Per guadagnarsi l’invito degli organizzatori della manifestazione, Segafredo ha deciso di investire, insieme a BolognaFiere (partecipata che vede il Comune e la Città metropolitana di Bologna, oltre alla Regione Emilia-Romagna, tra gli azionisti), 55 milioni di euro per la realizzazione di un Padiglione polifunzionale – la Virtus Segafredo Arena – all’interno del quartiere fieristico del capoluogo emiliano; soldi che si vanno ad aggiungere agli almeno 25-30 milioni di euro a stagione necessari per allestire una squadra ai vertici del basket europeo.

Un investimento che, già da solo, giustifica la decisione di affrancarsi da un altro impegno gravoso, come quello di co-sponsor di una squadra World Tour. Investimento a cui potrebbe aggiungersi quello necessario a rilevare la Sampdoria, società a un passo dal fallimento e già accostata, nel recentissimo passato, all’azienda di Massimo Zanetti.

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