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REGGIO CALABRIA – Una seconda vita per i sottoprodotti del caffè che potranno esser trasformati in ingredienti utili al benessere delle persone. È questo il risultato del nuovo studio scientifico condotto dall’Università Mediterranea di Reggio Calabria, con il supporto attivo del team Caffè Mauro di Gruppo Gimoka SpA.
La ricerca, dal titolo “Sustainable recovery of bioactive compounds from coffee silverskin”, ha trovato spazio sulle pagine di Sustainable Food Technology, rivista della Royal Society of Chemistry, tra le più autorevoli nel panorama scientifico.
Il progetto nasce dalla collaborazione ormai pluriennale tra l’Università Mediterranea di Reggio Calabria (UniRC) e il team di Caffè Mauro del Gruppo Gimoka. La ricerca è stata coordinata dalla Prof.ssa Amalia Piscopo e dal Prof. Marco Poiana del Dipartimento di Agraria di UniRC insieme a Valerio Chinè, BU Industrial Director del Gruppo Gimoka, che ha condiviso la supervisione e l’amministrazione del progetto.
Lo studio operativo è stato condotto dalle ricercatrici Miriam Arianna Boninsegna (PhDUniRC) e Alessandra De Bruno (Professoressa dell’Università San Raffaele di Roma), con il contributo di Tiziana Taglieri (R&D Caffè Mauro) per la metodologia e l’analisi formale.
Al centro dell’innovazione c’è la “coffee silverskin“, la pellicola che riveste il chicco di caffè verde e viene separata durante la tostatura. Fino ad oggi gestita prevalentemente come rifiuto o sottoprodotto a basso valore, grazie a questo studio diventa una miniera di antiossidanti.
I ricercatori hanno validato un metodo di estrazione a basso impatto ambientale, che utilizza esclusivamente solventi alimentari come acqua ed etanolo per recuperare composti bioattivi fenolici, in particolare gli acidi clorogenico e caffeico.
Questi composti possiedono potenti proprietà antiossidanti, aprendo scenari applicativi inediti. L’estratto ottenuto, infatti, possiede caratteristiche tali da essere impiegato come ingrediente ad alto valore aggiunto nei settori dell’industria cosmetica, farmaceutica per la produzione di formulati benefici alla salute.
Nel settore alimentare l’utilizzo di tale estratto consente la produzione di alimenti funzionali, capaci pertanto di contribuire al benessere del consumatore e offre la possibilità di estendere la conservabilità degli alimenti arricchiti, grazie all’apporto di costituenti chimici riconosciuti utili anche a rallentare i processi di decadimento qualitativo di tipo microbico e chimico.
La scoperta amplia gli orizzonti già esplorati con le precedenti applicazioni in ambito zootecnico o di conservazione alimentare. Infatti, si tratta del terzo studio frutto di questa collaborazione. Prima si era esplorato l’uso del silverskin nell’alimentazione animale (dai conigli agli ovi-caprini), poi come conservanti naturali per alimenti freschi come il finocchio.
Si tratta di un passo avanti che dà attuazione al Protocollo d’intesa firmato nel 2023 tra l’Ateneo e l’azienda, confermando l’impegno comune verso un modello di economia circolare capace di rispondere agli Obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs) delle Nazioni Unite, in particolare il Goal 3 (Salute e Benessere) e il Goal 12 (Consumo e Produzione Responsabili).
Maggiori informazioni sul sito www.gruppogimoka.com



















