giovedì 11 Aprile 2024
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Il rito sociale della tazzina aiuta a unire gli innamorati a San Valentino

Di fronte a una tazzina di caffè, il flirt può dunque manifestarsi in diversi comportamenti, verbali e non verbali: da uno sguardo a un movimento delle gambe o delle mani; da una domanda lasciata cadere nella conversazione a una informazione regalata all’altro/a; dalla richiesta di un contatto alla proposta di un nuovo incontro.

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MILANO – Dove c’è un rituale come quello degli innamorati, ce n’è anche un altro che per l’occasione, assume note romantiche: il caffè non resta fuori da S.Valentino. Anche i coffeelover fanno coppia e si scambiano i regali: un momento di estrema condivisione esattamente come lo è il prendersi un caffè insieme. Ecco che l’amore può consolidarsi attorno a una tazzina (o a una tazzona a seconda del Paese in cui si decide di andare). La festa degli innamorati può esser solo un modo più afettuoso, di bersi un buon caffè.

Il Consorzio di Tutela del Caffè Espresso Italiano Tradizionale ha pensato a questo legame, sviluppando il tema di questi due riti sociali.

San Valentino e espresso: in che modo il caffè espresso gioca un ruolo importante nella creazione dei rapporti interpersonali?

Perché secondo tanti studiosi “prendere un caffè insieme” diventa un momento decisivo per lo sviluppo della socialità? Il Consorzio di Tutela del Caffè Espresso Italiano Tradizionale ha provato a rispondere affidandosi all’analisi di Massimo Cerulo, Professore di Sociologia all’Università di Perugia e alla Université Paris V Descartes.

L’esperto sociologo e autore del libro “La Danza dei caffè” ci rivela come il caffè ricopra una funzione fondamentale di facilitatore di rapporti sociali e, più nello specifico, anche di rapporti di coppia. Fino a diventare un vero e proprio elisir d’amore.

Il parere dei sociologi

“Sorseggiando il caffè si conversa fra pari, sorridendo. Ci si rapporta all’altro costruendosi
reciprocamente una forma di realtà libera, ludica e gratuita che mette tra parentesi
ricchezza e posizione sociale, erudizione e fama, capacità eccezionali e meriti dell’individuo – dichiara Cerulo. – La socievolezza si può definire una forma ludica di
sociazione. Ossia di costruzione di una piccola società che si basa sul mettere da parte gli
individualismi.

In un appuntamento di fronte a una tazzina di caffè, la socievolezza è quella forma di conversazione che si manifesta da subito. Infatti, aiuta a rompere il ghiaccio, a formulare le prime frasi e domande affinché inizi una prima conoscenza, permette di sfiorarsi con gli occhi e le parole”.

Cerulo ha poi analizzato la letteratura inerente a questo tema, individuando dei punti di
contatto

Secondo George Simmel si prende un caffè insieme per i più svariati motivi: incontri di lavoro, di amicizia, famigliari, politici, di associazionismo, ma anche per un primo approccio tra persone appena conosciutesi. In quest’ultimo caso, possiamo sociologicamente parlare della messa in pratica di forme di socievolezza, la quale può
anche tradursi in flirt.

I due concetti, coniati nei primi anni del Novecento dal sociologo tedesco, si adattano perfettamente alla pratica sociale della consumazione del caffè. Sempre secondo Simmel, per una giusta pratica socievole è necessario rapportarsi all’altro con quello che definisce «sentimento del tatto» (Taktgefühl).

Così la socievolezza può diventare civetteria (koketterie, nei termini tedeschi dell’autore) e dare il là a un incontro d’amore. Secondo Cerulo, la consumazione di una tazzina di caffè crea un incontro che dona spesso vita a quel piacere di conversare che, come chiarito dalla nota sociologa Gabriella Turnaturi, si traduce in reciprocità comunicativa. La quale «può realizzarsi solo grazie a un’attenzione comune, alla conoscenza delle regole e ha bisogno di una regia, di una consapevolezza, di una determinata volontà di realizzazione».

Caffè strumento di interazione anche a San Valentino

Dunque è chiaro che di fronte a una tazza di caffè espresso, la socievolezza viene
facilitata, può manifestarsi attraverso brevi dialoghi, forme discorsive gratuite, libere e che si instaurano per il solo piacere della conversazione, senza altri fini apparenti: dagli
incontri fugaci al banco del bar, in cui ci si scambia un saluto accompagnato da brevi
dialoghi, ai discorsi più lunghi e articolati che avvengono ai tavoli, dove si può discutere di
vari argomenti spesso soltanto per il piacere di farlo.

È chiaro, inoltre, che la socievolezza spesso favorisce la nascita del flirt.

Quale migliore occasione del “prendere un caffè insieme” di San Valentino per lasciarsi andare all’arte del corteggiamento? In termini sociologici, il flirtare si configura come un gioco che diventa forma generale d’interazione: una palestra per “fare” società, imparare a stare insieme e, perché no, sedurre l’altro. Di fronte a una tazzina di caffè, il flirt può dunque manifestarsi in diversi comportamenti, verbali e non verbali: da uno sguardo a un movimento delle gambe o delle mani; da una domanda lasciata cadere nella conversazione a una informazione regalata all’altro/a; dalla richiesta di un contatto alla proposta di un nuovo incontro.

“Il caffè espresso è da secoli uno strumento di socializzazione molto importante – dichiara
Giorgio Caballini di Sassoferrato, Presidente del Consorzio di Tutela del Caffè Espresso
Italiano Tradizionale – Attorno a una tazzina possono svilupparsi relazioni di vario genere,
anche amorose. I più grandi sociologi confermano che il caffè espresso gioca un ruolo
assolutamente centrale in tutte le nostre vite. In certi casi può diventare addirittura elisir
d’amore. E così il 14 febbraio, giorno di San Valentino, il caffè espresso italiano
tradizionale potrebbe diventare un protagonista importante della giornata”.

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