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MILANO – Abbiamo avvicinato per per un’intervista a tutto tondo Andrea Pozzolini, amministratore delegato di Rhea Vendors Group, a HostMilano.
65 anni di Rhea a HostMilano: che cosa significa portarli in una fiera così internazionale, nel contesto globale odierno?

“Prima di tutto, orgoglio di essere ancora un’azienda fresca così come quando è nata. Ci definiamo una start up di 65 anni grazie all’entusiasmo delle nostre persone e al modo con cui approcciamo le sfide e ricerchiamo nuove soluzioni da offrire al mercato.
Questi 65 anni sono un’eredità importante, un patrimonio di esperienza che ci hanno permesso di portare le nostre macchine in più di 140 Paesi nel mondo. Abbiamo imparato a erogare un espresso anche in Perù, magari differente dal nostro, ma in linea con la cultura locale. Perché abbiamo compreso che è questa capacità di interpretare le differenze che ci rende unici.
Trasmettiamo tutto questo nei nostri valori, nelle relazioni con i nostri clienti, e infine nei prodotti che realizziamo per ottenere uno strumento pensato per offrire un’esperienza personalizzata della pausa caffè nel mondo”.
Il nome di Carlo Majer non può che spiccare in questa occasione: che cosa ha rappresentato per le origini, lo sviluppo e ancora oggi come eredità della storia futura di Rhea?
“Abbiamo voluto dedicare il nostro sessantacinquesimo compleanno a Carlo Majer, una figura straordinaria per Rhea e per me personalmente. Carlo è stato un grande amico, una persona eccezionale e soprattutto un professionista che ha portato valore all’azienda, non solo culturale, ma proprio nei suoi principi fondanti.
Ci ha insegnato ad avvicinarci al mercato con rispetto per le culture e per i gusti diversi.
Riprendo un esempio che faceva sempre: una macchina dev’essere come un pianoforte per un interprete. Qualunque pezzo di musica è stato scritto dall’artista ma cambia poi a seconda dell’interpretazione di chi lo esegue. Il pianoforte è il mezzo attraverso cui esprimere la propria identità nella melodia di altri.
Allo stesso modo, le nostre macchine devono permettere a ogni persona, in ogni parte del mondo, di esprimere la propria idea di gusto e di ospitalità. Questo rispetto verso gli altri e il saper offrire uno strumento di espressione nel mondo dell’ospitalità, è il lascito più prezioso di Carlo Majer.
Attorno alla tazzina si esprime il nostro modo di far sentire le persone a proprio agio, a condizione che la macchina faccia il suo dovere, con stile, come sempre”.
La vending machine a HostMilano, rhTT10, cosa racconta del futuro prossimo del settore?

“La rhTT10 rappresenta l’evoluzione di una delle nostre linee di macchine ed è il risultato del continuo miglioramento delle nostre tecnologie.
Dotata di un sistema latte integrato brevettato, la rhTT10 risponde alle esigenze del mondo horeca che richiede l’efficienza necessaria per quantitativi ed erogazioni più elevati, una maniacale attenzione alla qualità in tazza e una capacità di personalizzare qualsiasi ricetta e bevanda pensata per i nostri clienti”.
Sostenibilità ambientale, qualità del servizio e del prodotto, tecnica: come si muove Rhea su questi tre canali per restare competitivi?

“Il nostro stand a Host è la sintesi del nostro impegno: la sostenibilità per noi è legata al concetto di rispetto per l’ambiente e per le persone. Dal 2015 usiamo solo energia verde e abbiamo brevettato sistemi di riscaldamento a induzione per risparmiare sino all’80% rispetto al sistema tradizionale a caldaia.
Usiamo materiali riciclati dove le normative ce lo consentono, per macchine che un domani potranno essere smaltite in modo semplice nella fase della separazione degli elementi. La ricerca parte già dalla progettazione e il nostro impegno è costante nello studio di nuovi materiali.
Per Rhea la sostenibilità va oltre l’ambiente, parte dalle persone. Siamo una grande famiglia e il nostro obiettivo è quello di farla stare bene, creando un ambiente lavorativo sano dove ognuno possa esprimere il proprio talento.
Spesso scopriamo competenze straordinarie, e poterle valorizzare è una delle nostre maggiori fortune”.
Quali sono stati i numeri di quest’ultimo anno e avete già previsioni in prospettiva? Il vending si è ormai del tutto ripreso?

“Dipende da cosa si intende per vending: si deve accettare il fatto che bisogna trovare un approccio differente, altrimenti il settore subirà passivamente i cambiamenti di un ecosistema che sta evolvendo rapidamente.
Negli ultimi due anni lo sviluppo è stato condizionato da fattori che prescindono dalla volontà e dalla capacità degli stessi attori del settore. Il grande elemento che influisce è la sfiducia generale delle persone, in un contesto di crisi economica, licenziamenti, riduzione dei consumi, che generano incertezza senza che si riesca a trovare una strategia di rilancio efficace.
Le aziende, certo, devono essere pronte ad attraversare questi momenti critici. I numeri quest’anno non sono da record, ma per noi è importante mantenerne una posizione solida sul mercato: da sempre esportiamo quasi il 98% della nostra produzione all’estero, dove troviamo una maggiore ricettività verso i nostri prodotti.
In molte aree del mondo, soprattutto fuori dell’all’Europa, l’economia sta crescendo e questo ci offre nuove opportunità, così come era accaduto durante la pandemia.
È comunque un periodo che richiede impegno quotidiano e presenza costante: non si può più restare fermi dietro una scrivania, ma serve muoversi e costruire relazioni a livello globale.”
Ci spiega il grande spazio a Host senza macchine, senza prodotti?
“Non è stato infatti pensato come uno spazio espositivo, ma lo abbiamo dedicato a “Think together”, un’iniziativa che riproponiamo periodicamente per confrontarci con il mondo che ci circonda in occasioni ideali come Host Milano, per capire meglio i trend e cosa sta cambiando nel nostro settore.
Questo è uno luogo di pensiero e condivisione di visioni, dove non si vende niente, al contrario, ascoltiamo idee ed esigenze che possono generare nuovi progetti e collaborazioni.
È coerente con il nostro impegno nel portare avanti un nuovo modo di fare ospitalità attraverso l’automazione, con lo scopo di garantire un livello di servizio più alto e più sostenibile. L’automazione infatti permette di ottenere risultati di grande qualità, spesso anche migliori dell’estrazione manuale.”
L’automazione integra aiuta e, dove necessario, sostituisce la figura del barista. E questo permette di assicurare una maggiore omogeneità e costanza nel risultato in tazza, garantendo un’esperienza sempre eccellente. Consideriamo fondamentale l’esperienza di consumo, per questo il nostro impegno va in questa direzione”.
Quando vedremo i risultati sul listino, sul sito, sul catalogo della Rhea?
“I risultati si vedranno nei progetti realizzati insieme ai nostri clienti, con i quali costruiamo degli spazi di ospitalità automatizzata e personalizzata da Rhea, su misura per ogni cliente, a qualsiasi livello, dalla creazione di una nuova macchina fino al ripensamento di quelle esistenti.”





















