giovedì 11 Aprile 2024
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Pietro Marmo sa trasformare il chicco verde in giallo oro con la sua arte orafa speciale

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BREME (Pavia) – Dietro al chicco di caffè, dietro a una tazzina di espresso, c’è sempre una storia complessa, composta da tanti volti, tante mani. Uno di questi racconti contiene già nel suo nome il destino di chi lavora con i materiali: Pietro Marmo, 63 anni. Da quando ne aveva 15 ha iniziato ad apprendere l’arte orafa sposando una tradizione che nella zona di Valenza del Po era già consolidata.

La sua passione per la manualità, per la creazione di oggetti preziosi lo ha accompagnato durante tutto il suo percorso professionale, che presto lo ha portato dalle semplici riparazioni alla produzione di diverse linee frutto di uno studio delle novità sul mercato della moda. L’impronta inconfondibile di questo disegnatore e modellista ha trovato poi il suo naturale sbocco nella pianta del caffè, dal fiore al grano, che lo ha ispirato dalla fine degli anni ’90 sino a oggi. Al punto da poterlo definire l’orafo del chicco.

Immaginatelo così, piegato con le dita a maneggiare chirurgicamente delle pinze su diamanti e ciondoli di Arabica.

Pietro Marmo, il tocco artistico all’industria

Quando il settore della gioielleria ha conosciuto un momento critico, arriva l’idea per restare unici e insostituibili: recuperare il chicco di caffè, da sempre presente nelle case italiane come porta fortuna con il nome “chicca”, e dargli nuova vita come modello per intere linee di gioielli e oggettistica indirizzate alle aziende. Ed ecco un’opportunità originale per torrefattori e operatori di fregiarsi di quel quid in più per distinguersi agli eventi, o tra i propri dipendenti e, ancor più, con i clienti più affezionati. Colta nel tempo da alcuni dei marchi più noti in Italia, da Caffè Pedrocchi ad Hausbrandt, fino a Lavazza.

La più piccola caffettiera al mondo

Ma il vero biglietto da visita, per provare ulteriormente la sua abilità di artigiano, arriva con uno degli strumenti casalinghi per eccellenza: la moka. Pietro Marmo raccoglie la sfida per poter esser conosciuto nel settore caffeicolo, con la realizzazione di due caffettiere microscopiche: prima il modello in argento da 19 millimetri e poi quello in oro da circa 18, dei capolavori non semplicemente di gioielleria ma anche di tecnica, che funzionano davvero. Per provare l’esperienza di bere qualche goccia di caffè servita da una moka che ha come valvola un prezioso diamante indiano e un manico e un cappuccio in onice. L’unico difetto, è che non è in vendita.

Da Breme in giro per le Fiere

Un viaggio che lo ha portato lungo tutto lo Stivale, da Nord a Sud direttamente a contatto con tutti i torrefattori, proponendo i suoi chicchi di caffè in oro e argento: delle vere e proprie “chicche”, per restare in tema, pregevoli non solo nella fattura ma anche nella presentazione. Pietro Marmo infatti è un esteta e pensa sempre ai dettagli: è lui che provvede a quella coccola di oreficeria da regalare ai propri clienti, già confezionata, personalizzata, tutto dalle mani e dalla creatività del mastro gioielliere. Ogni suo prodotto è un pezzo unico, che richiama la tradizione dell’artigianato made in Italy per cui siamo famosi in tutto il mondo.

Altri ciondoli preziosi di Pietro Marmo

E per quanto lui stesso si definisca come una specie in via d’estinzione, superato spesso dall’uso della tecnologia, l’orafo del chicco non demorde, anzi, persiste proprio in questo altro momento critico dell’economia. La mancanza di eventi e ricorrenze ha messo infatti a dura prova anche la sua professione, ma, come lui stesso afferma con convinzione: “Proprio perché c’è questa crisi, è il momento di spingere a fidelizzare e premiare i clienti che restano.” E il caffè, come sanno tutti gli appassionati e i professionisti, non è qualcosa
che semplicemente si beve: si vive, si sente, si indossa, si offre. E deve esser di qualità, senza compromessi, anche quando è una spilla sulla giacca.

La riproduzione del chicco verde in materiali preziosi, è un dialogo con le generazioni passate Così come ha spiegato Pietro, quando ha iniziato questa sua carriera, seppur contro il parere di tutti i suoi colleghi, si è subito dovuto confrontare con i torrefattori, insieme ai quali ha rispolverato le radici familiari attorno, ancora una volta, al chicco di caffè. E adesso il rito di scambio tra passato e presente torna a ripetersi, con i figli e i nipoti dei suoi primi clienti. Un discorso che continua anche grazie all’evoluzione della
sua tecnica.

La filigrana e i colori

Così il chicco in oro e argento trova una forma innovativa e, ancora una volta, pioneristica nella filigrana dipinta con colore in trasparenza e la tecnica dello smalto a cattedrale. Ciondoli, braccialetti, anelli, portachiavi, gemelli da polso, cucchiaini: le idee non mancano e neppure l’esperienza.

Pietro Marmo, lo abbiamo già detto, un nome, un destino

Non servono più le parole per raccontare quello che esteticamente si racconta da solo. Le sue creazioni sono a disposizione sul sito e ancor meglio evidenziate sulla pagina Facebook Pietro Marmo Design.

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