venerdì 06 Giugno 2025

Webinar chicco-tazza: Monzini, “Dal Brasile il 40% della produzione: urge collaborazione tra le parti”. E Zidarich: “Ma adesso le imprese del caffè sono 3.233!”

Monzini: “Sono quattro anni che il mercato del caffè sta soffrendo dal punto di vista della mancanza di materia prima e del rincaro dei prezzi. Tuttavia, con il tempo, il giro d’affari di valore è aumentato. Nel 2023 si è attestato un volume di caffè tostato di 433.659 tonnellate in Italia per un valore di 4.363,8 milioni di euro, l’anno successivo si è presentata una produzione di 430.906 tonnellate  per 4.732,9 milioni di euro: un leggero calo del volume nel 2024 rispetto al 2023, con una variazione percentuale del -0,6% in produzione. Bisogna notare che il 70% del caffè tostato è destinato al consumo interno. Il resto che viene esportato, circa il 60% resta in Europa e il 40% sorvola i Paesi extra UE”

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MILANO –  Il 28 e 29 maggio si è tenuto il webinar Dal chicco alla tazza, seminario online promosso dalla Camera di commercio italiana di Minas Gerais. L’obiettivo era di favorire scambi e opportunità di business tra produttori di caffè del Brasile con le torrefazioni italiane.

L’evento, sostenuto del Governo di Minas Gerais, ha avuto un programma diversificato. Sono intervenuti: Vanusia Nogueira numero 1 dell’Ico, Organizzazione internazionale del caffè, Vinicius Estrela della Brazil Specialty Coffee Association, Omar Zidarich, presidente del Gruppo italiano torrefattori caffè, Michele Monzini, vicepresidente del Comitato Italiano Caffè e presidente del Consorzio promozione caffè, Ruth Prates, esperto in commercio estero e logistica internazionale, Nicolò Piazzese di Intesa Sanpaolo e Ana Gomes  della Federazione dell’agricoltura e zootecnia dello Stato di Minas Gerais (FAEMG).

Per stare ai nostri, Omar Zidarich e Michele Monzini hanno condiviso un panorama del settore del caffè in Italia spiegando il ruolo dei rispettivi Gruppi all’interno della filiera. Nicolò Piazzese ha inoltre descritto le opzioni di supporto finanziario che Intesa San Paolo in Brasile può offrire agli operatori del settore del chicco.

Valentino Rizzioli, presidente della Camera di Commercio Italiana di Minas Gerais, ha aperto i lavori: “Questo evento è estremamente importante per i produttori di caffè di Minas Gerais e di tutto il Brasile. La nostra missione è unire gli imprenditori brasiliani e italiani della filiera del chicco. Più del 50% della produzione della materia prima in questione del Paese si trova in Minas Gerais e, per ogni quattro tazzine consumate nel mondo, tre provengono dal Brasile. È perciò di estrema importanza riuscire ad esportare direttamente in Italia”.

Omar Zidarich, Gruppo Italiano Torrefattori Caffè, associazione nazionale che riunisce oltre 240 torrefazioni italiane e promuove qualità, formazione e rappresentanza istituzionale, presenta un quadro generale del mercato del chicco nel Bel Paese:  “Le imprese attive nella filiera del caffè, intese come luoghi dove si tratta e degusta il caffè, nel 2024 erano 3.233: un grande cambiamento considerando che nel 2017 erano solo 667. In Italia si conta un aumento delle torrefazioni, soprattutto grazie al fenomeno delle micro-roastery, piccole aziende centrate sull’offerta dello specialty coffee. Il comparto del chicco genera oltre 5,2 miliardi di euro e impiega circa 7.000 addetti diretti: ciò conferma il peso economico della filiera”.

Omar Zidarich
Omar Zidarich, Presidente del Gruppo Italiano torrefattori caffè

È interessante notare che, secondo Eurostat, con il 25% della produzione UE di caffè tostato, l’Italia guida il settore seguita da Germania, Francia e Paesi Bassi.

Zidarich continua: “L’anno scorso, l’esportazione e la produzione di caffè in Italia è aumentata del 2,1%: si tratta di un dato incoraggiante ma in un momento di borsa così difficile rimane comunque complesso per i torrefattori investire nella filiera. Aumentare la produzione senza la forza lavoro risulta complicato: ciò significa mettere sotto stress i propri operai. Per questo motivo abbiamo stretto una partnership con Kuka, azienda che crea automazione. L’intermediario è l’istituto professionale ENAIP. Con questo abbracciamo l’idea dell’automazione senza tralasciare l’inserimento di nuova forza lavoro”.

Zidarich conclude: “Alcuni dati Istat dimostrano che negli ultimi cinque anni il consumo di caffè in Europa è aumento del +32%. Tuttavia, nonostante i volumi importati e stabili, la diminuzione di crudo disponibile e l’aumento dei prezzi creano disagio per molte torrefazioni. La scarsità di crudo porta anche sui mercati europei partite fortemente contaminate. È fondamentale perciò intensificare i controlli della materia prima allo stoccaggio per garantire qualità e sicurezza”.

Michele Monzini, presidente del Consorzio promozione caffè e vice presidente del Comitato italiano caffè, prende la parola: “All’interno delle miscele che hanno reso famoso l’espresso italiano in tutto il mondo c’è quasi sempre una componente brasiliana. Senza il Brasile la tazzina che tutti noi amiamo non sarebbe la stessa. Il Paese è il primo produttore al mondo di caffè e genera quasi il 40% della produzione mondiale”.

Il Comitato italiano caffè è, ricordiamo, l’organismo di rappresentanza e portavoce delle aziende torrefattrici. Il comitato raccoglie anche come soci aggregati importatori di caffè verde. Tra le priorità dell’organizzazione rientra la promozione della cultura d’impresa sia a livello produttivo ma anche di comunicazione e di orientamento alla sostenibilità.

Michele Monzini

Monzini continua: “Sono quattro anni che il mercato del caffè sta soffrendo dal punto di vista della mancanza di materia prima e del rincaro dei prezzi. Tuttavia, con il tempo, il giro d’affari a valore e a volume è aumentato. Nel 2023 si è attestato un volume di caffè tostato di 433.659 tonnellate in Italia per un valore di 4.363,8 milioni di euro, l’anno successivo si è presentata una produzione di 430.906 tonnellate  per 4.732,9 milioni di euro: un leggero calo del volume nel 2024 rispetto al 2023, con una variazione percentuale del -0,6% in produzione. Bisogna notare che il 70% del caffè tostato è destinato al consumo interno. Il resto che viene esportato, circa il 60% resta in Europa e il 40% sorvola i Paesi extra UE”.

Il Brasile è il primo Paese da cui l’Italia importa caffè con 238.272.497 chili solo nel 2024: questo si traduce in 3.971.208 sacchi. Segue poi il Vietnam con 213.784.729 chili (2.213.079 sacchi). Medaglia di bronzo per l’Uganda con 90.777.070 chili (1.512.951 sacchi).

Passiamo ora ai trend del chicco: nel 2024 sono state consumate in Italia oltre 280mila tonnellate di caffè. Il consumo pro-capite stimato nel 2024 è di 4,8 kg a persona contro i 4,7 kg a persona del 2023. La modalità di consumo? Prevalentemente domestica con una quota dell’80% circa con il restante 20% che deriva dai consumi fuori casa.

Monzini aggiunge: “Secondo la ricerca commissionata dallo stesso Comitato italiano del Caffè ad ASTRA, l’espresso si conferma la bevanda nazionale degli italiani consumata dal 98,6% tra diciottenni e sessantacinquenni. Il 71,3% lo consuma tutti i giorni o più volte al giorno. Il rito delll’espresso unisce Nord e Sud della penisola. Il simbolo del caffè italiano per gli stranieri è invece l’espresso del bar per il 61,5% (sia classico, 31,8%, che ristretto, 22,7%, che lungo per il 7,5%)”.

È il turno di Nicolò Piazzese, direttore commerciale di Intesa San Paolo Brasile, che si concentra sulla descrizione delle formule di supporto finanziario che le banche possono offrire agli operatori del settore del chicco in Brasile con focus sulle transizioni internazionali di compravendita del caffè.

Piazzese: “Operiamo nel segmento corporate e serviamo gruppi economici con un fatturato superiore ai 350 milioni di euro ma ci occupiamo altresì della clientela attraverso la divisione Banca dei territori i cui gruppi economici presentano un fatturato inferiore. Intesa San Paolo Brasile è l’unica banca italiana che opera nel Paese. La nostra business proposition poggia sulla competenza di team multilingue per il coverage dei clienti. Grazie alle relazioni che abbiamo instaurato con le principali realtà finanziarie brasiliane riusciamo a dispiegare la nostra vasta offerta di prodotti di supporto finanziario”.

Piazzese conclude: “Nello specifico, possiamo coprire i finanziamenti a supporto delle esportazioni. In particolare, puntiamo ad anticipare le risorse finanziare agli operatori che hanno interesse a vendere dal Brasile verso gli altri Paesi con tassi di interesse competitivi ed esenti dal profilo fiscale, un’opzione allettante considerando anche l’aumento dei costi. Miriamo perciò a supportare tutta la catena del caffè: dai produttori alle cooperative agli esportatori”.

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