giovedì 28 Marzo 2024
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Capsule e cialde: crescita a doppia cifra dal 2016. La moka cala del 6% a volume

La crescita procede a doppia cifra per il monoporzionato. Al contrario, le miscele per la moka tradizionale, perdono terreno. Boom di macchine per espresso

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Dalla Corte
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MILANO – L’eterna lotta per la conquista del consumo domestico di caffè continua, tra moka e monoporzionato. Le capsule, le cialde, stanno sempre più prendendo spazio tra le mura delle case italiane. Questo, nonostante la questione della sostenibilità resti ancora in sospeso, non risolta. E nonostante anche la volontà di alcune aziende, di puntare sul recupero della moka nei propri store. Basti pensare all’ultimo format di Pascucci, aperto di fronte alla stazione centrale di Milano. Così come allo stesso punto Kimbo all’interno della medesima stazione, che serve espresso estratto con la cuccuma.

Monoporzionato VS Moka: un’evoluzione darwiniana?

Il mercato parla chiaro, e lo fa mostrando numeri piuttosto significativi che vedono una netta preferenza dei consumatori per il monoporzionato. Infatti, si registra una crescita a doppia cifra del comparto di cialde e capsule.

Prodotti che ormai sembrano essere indispensabili nelle cucine italiane, al punto da mettere fortemente in dubbio il futuro della vecchia moka.

Tuttavia, i macinati per la macchinetta rappresentano ancora la fetta più grande dei consumi del caffè tostato in Gdo.

Un’offerta articolata

Nel 2017 il mercato del caffè macinato ha registrato una perdita del -6% a volume a totale Italia inclusi i discount (fonte: dati Nielsen) – commentano da Kimbo –.

Nella Gdo continua la crescita a doppia cifra del segmento caffè in capsule (+23% rispetto al 2016) e caffè in cialde (+1,4% rispetto al 2016).

L’offerta a scaffale va articolandosi per sistemi di trasformazione. Quindi moka, cialde per macchine espresso; capsule, caffè solubile,

Questo, a testimonianza di un fermento dell’industria che sta provando a segmentare un mercato finora tradizionalmente votato al classico consumo in moka.

Inoltre, vi è sempre stata anche una segmentazione per fasce di qualità, dai prodotti premium a quelli più economici. Si assiste anche al crescere del segmento bio.

Prima la qualità, poi l’innovazione

C’è tempo dunque per mandare in pensione la vecchia moka, che quanto a fascino – e a risparmio – resta ancora nel cuore degli italiani.

La qualità è uno dei principali driver di scelta per il consumatore, insieme a prezzo e promozionalità – spiega Paolo Ongari, Direttore Generale Divisione Bevande Nestlé Italiana –.

Si rafforzano alcuni consumer trend

Quali la premiumizzazione (biologico, single origins, ecc.), la ricerca di caffè ‘diversi’ dalla tradizionale tazzina italiana, la crescita dei prodotti a base latte, il consumo on the go.

Queste tendenze si legano a innovazioni di prodotto che si indirizzano primariamente a target giovani. Aperti a considerare modalità diverse di approccio e consumo di caffè.

Nel mondo del solubile l’attenzione negli ultimi anni si è concentrata molto sulla riduzione dello zucchero nei segmenti del cappuccino e dei ricettati.

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