sabato 12 Ottobre 2024

NUOVI LAVORI – Il carretto passava e quell’uomo gridava… caffè!

Espresso al volo, il bar da viaggio che vuole conquistare il mondo Brevetto trevigiano: carretto, bicicletta e una mini-macchina del caffé. Contatti già avviati in Silicon Valley. «Ma potrebbe essere interessante anche per ventenni che vogliono mettersi in proprio»

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Il carrello passava e gridava caffè… È l’evoluzione del mai dimenticato gelataio da strada, una nuova sfumatura dello street food, che si muove fra marciapiedi, piazze, giardini e quartieri popolari, e vende la più diffusa bevanda calda italiana: il caffè espresso. L’idea e il brevetto sono di due trevigiani che, da qualche mese, stanno testando il loro singolare progetto in giro per la città.

Lo chiamano «Espresso al volo», è il bar più piccolo del mondo e in concreto è un carretto che si attacca a una bicicletta: all’interno contiene la macchina da caffè in miniatura, realizzata appositamente per l’attività commerciale più economica del mondo.

CIMBALI M2

«Immaginiamo un ragazzo di vent’anni che vuole mettersi in proprio, che vorrebbe emanciparsi e non dipendere più dai genitori, ma non ha soldi per iniziare perché per aprire un locale servono venti, trenta, anche centomila euro – spiegano Lorenzo Giacomin e Samuele Zavan -. Questa Coffee Bike ha un prezzo che potrebbe aggirarsi intorno ai 5-6 mila euro. Un caffè venduto a 2 euro, per duecento caffè al giorno, per un mese, fanno 12 mila euro di incassi. Non male per chi vuole iniziare, no?».

L’Espresso al volo è esteticamente e tecnicamente semplice. La bicicletta, tutti sanno come funziona. Il bar da viaggio è legato al portapacchi. La macchina da caffè è professionale, funziona con le cialde, nasce come macchina per imbarcazioni, pesa tre chili ed è collegata a una batteria ultraperformante in litio.

«Un ragazzo sale in bici e porta il caffè dove ritiene di avere più mercato, è un’occasione», dice Giacomin, la mente del progetto. Realizza questi strumenti nella sua azienda di Susegana, specializzata in micro elettrodomestici per piccoli spazi (come camper e barche, appunto).
Contatti in Silicon Valley

Il micro bar non ha spese fisse per affitto, personale, pulizie del locale, occupazione del suolo pubblico, tavoli e sedie; il peso complessivo è di 50 chili, consuma poca energia e non inquina. I due imprenditori stanno cercando investitori per portare il loro brevetto in tutta Europa, in America e in Australia.

«Abbiamo già dei contatti con la Silicon Valley, c’è grande interesse – continua Giacomin -. La burocrazia italiana è stata il primo scoglio da superare, siamo agli inizi e abbiamo trovato difficoltà immense. Le banche non danno nulla. Paradossalmente, abbiamo più riscontri negli Usa che qui a casa nostra». Lì è tutto più facile e veloce, ammettono sconsolati, basta un permesso per pedalare e portare in giro il caffè fumante.

«Qui i tempi sono più lunghi e le carte da firmare sono molte di più», ma sbrigate quelle ci sono due soli documenti necessari: la licenza dell’Usl, che autorizza la somministrazione di bevande e alimenti, e la licenza di attività ambulante del Comune. C’è anche la rivoluzione in miniatura della Coffee Bike, grande come un trolley, con due piccole ruote e una leva: ha la stessa minuscola macchina da caffè ma si trascina a mano. Il prototipo è stato realizzato da nonno Franco, 92 anni, per una vita artigiano del ferro e del legno.

La Coffee Bike è già stata sperimentata in diverse occasioni a Treviso, come eventi sportivi e manifestazioni musicali, suscitando curiosità e simpatia. Adesso è pronta a fare il salto di qualità.

CIMBALI M2

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