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Lavazza: l’estero spinge i ricavi a 1,5 miliardi (+9,6%), utile 802 m. per la cessione azioni Keurig

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Dalla Corte
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MILANO – Si è tenuta ieri l’assemblea di bilancio della Lavazza. Si è così saputo che la società ha realizzato nel 2015 un utile consolidato in netto miglioramento addirittura a 802 milioni rispetto ai 127 milioni dell’anno precedente. Questo per effetto della plusvalenza sulla cessione del pacchetto azionario di Keurig Green Mountain. (nella FOTO in alto l’amministratore delegato Lavazza Antonio Baravalle).

Dal punto di vista finanziario, l’anno si è chiuso con un saldo di cassa pari a 1.351 milioni, rispetto ai 340 dell’esercizio precedente, dovuto, in gran parte, alla già menzionata cessione di KGM.

Una nota del produttore di caffè, emessa al termine dell’assemblea che ha approvato lunedì mattina il bilancio, riferisce di volumi in crescita del 4,4% e di un fatturato di 1,473 miliardi (+9,6%) di cui il 53% realizzato all’estero.

In calo Ebitda (a 147 milioni da precedenti 226 milioni) ed Ebit (a 72 milioni da 156) a causa di una serie di fattori, tra cui l’aumento del costo della materia prima e “il significativo” incremento degli investimenti in marketing e comunicazione mirati allo sviluppo dei mercati internazionali.

Ma questa è già una fotografia del passato perché per il 2016 la stima Lavazza è di un fatturato di 1,6 miliardi di cui il 65% realizzato all’estero.

A trainare le vendite sui mercati esteri sono stati in particolare quattro Paesi, tutti cresciuti a doppia cifra: Stati Uniti (+35%), Regno Unito (+19%), Germania (+19%) e Francia (+18%).

Buona anche la performance dei prodotti a marchio Merrild, l’azienda leader di mercato in Danimarca e nei Paesi baltici acquisita nel 2015 e i cui ricavi sono stati consolidati a partire dall’ultimo trimestre dello scorso esercizio.

Da ricordare infine il nuovo assetto del Gruppo in Australia: nel settembre 2015 sono state rilevate le attività di distribuzione ed è stata costituita una nuova consociata, con l’obiettivo di rafforzare ulteriormente la penetrazione in un Paese dove Lavazza detiene un’importante quota di mercato ma che ha ancora grandi potenzialità da valorizzare.

In lieve miglioramento l’Italia, dove Lavazza conferma la propria leadership con una quota di mercato a valore pari al 43,7% (dati Nielsen) nel 2015.

Un mercato difficile quello italiano: nel 2015 nella grande distribuzione è cresciuto a valore dell’1,9% (dati Iri) ma è scivolato a volume del 2,1%. Tutti i segmenti sono in contrazione, ad eccezione delle capsule che hanno registrato vendite per 200 milioni. E senza contare le vendite realizzate da Nespresso pari a circa 300 milioni.

“Il 2015 e’ stato per noi uno degli anni piu’ significativi della nostra storia – ha affermato Antonio Baravalle, amministratore delegato Lavazza (FOTO in alto) -. Nel celebrare i suoi primi 120 anni, l’azienda si è affermata come uno dei marchi italiani più credibili all’estero grazie a una visione che unisce dialetticamente tradizione e innovazione. L’apertura della consociata australiana, la forte crescita del business negli Stati Uniti, dove abbiamo lanciato nuovi prodotti e iniziative di marketing, l’acquisizione di Merrild e l’avviamento dell’operazione Carte Noire, poi finalizzata nel marzo di quest’anno, hanno proiettato Lavazza nel novero delle grandi imprese globali, tanto da posizionarci oggi al sesto posto nella classifica mondiale del settore”.

Riguardo all’avvio del 2016, Baravalle ha commentato: “il perfezionamento dell’acquisizione di Carte Noire è un tassello fondamentale della nostra strategia di crescita, unita al profondo rinnovamento dei nostri siti industriali, agli importanti investimenti in marketing, comunicazione e innovazione e alla realizzazione del nuovo centro direzionale a Torino, che ci hanno visti impegnati complessivamente per oltre un miliardo di euro. Gli effetti di questa impostazione strategica saranno visibili già al termine di quest’anno, dove prevediamo di raggiungere 1,6 miliardi di euro di fatturato con il 65% di quota realizzata all’estero”.

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