sabato 13 Aprile 2024
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Lavazza, l’a.d. Antonio Baravalle spiega la filosofia del gruppo sulla sostenibilità ambientale

Doppia la sfida protagonista del summit più sostenibile di sempre. Quello a Davos nel gennaio 2020, con presenza epifanica di Greta Thunbergh. Edizione numero 50, dove si è riusciti a trasformare il color verde dollaro in sinonimo di ecologia, la finanza etica cardine del World economic forum. Riflettori puntati pure su un’altra sfida, di nome e di fatto. promossa da Marco Bizzarri, amministratore delegato di Gucci

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TORINO – Lavazza non si tira indietro quando si tratta di rispettare l’ambiente: per questo motivo ha avviato diverse strategie per esser un’azienda attenta al tema della sostenibilità. A spiegare questa filosofia che è un principio guida nella prospettiva futura del Gruppo, l’amministratore delegato, Antonio Baravalle. Leggiamo la notizia dall’articolo di Gian Luca Bauzano per il corriere.it.

Baravalle commenta l’incontro avvenuto a Davos

Doppia la sfida protagonista del summit più sostenibile di sempre. Quello a Davos nel gennaio 2020, con presenza epifanica di Greta Thunbergh. Edizione numero 50, dove si è riusciti a trasformare il color verde dollaro in sinonimo di ecologia, la finanza etica cardine del World economic forum. Riflettori puntati pure su un’altra sfida, di nome e di fatto. Ceo Carbon neutral challenge, promossa da Marco Bizzarri, amministratore delegato di Gucci per coinvolgere aziende da tutto il mondo ad attivarsi per ridurre le emissioni di gas serra.

Davos palcoscenico per promuoverla e annunciare l’adesione in tempo reale al progetto di Sap (software). Dopo quelle di The RealReal (reseller) e apripista, di un portabandiera della sensibilità green made in Italy, uno dei simboli del food nostrano: Lavazza.

Del resto oggi il caffè è base di esperienze di chef stellati. Un mondo distante da quello fashion dello storico marchio fiorentino

All’apparenza. «Uniti dallo stesso tipo di filosofia. La sostenibilità è sempre stata uno dei pilastri della nostra azienda. In ogni campo: dalla produzione del caffè all’attenzione più profonda a comunità, persone e all’ambiente», spiega Antonio Baravalle, amministratore delegato Gruppo Lavazza: realtà presente in 140 Paesi nel mondo, 4000 dipendenti e con un giro d’affari pari a 2,2 miliardi di euro.

Senso di responsabilità

«Nel 2015, anno di Expo a Milano e dell’anniversario dei 120 anni dalla fondazione dell’azienda (Torino, classe 1895 ndr), con orgoglio abbiamo pubblicato il nostro primo Bilancio di sostenibilità. Siamo impegnati pubblicamente nel Global compact delle Nazioni Unite e abbiamo aderito ai 17 Sustainable development goals. Gli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030», prosegue il manager Baravalle, da circa un decennio nel gruppo torinese.

Lavazza ha poi creato un ulteriore obiettivo, il Goal Zero: diffondere un senso di responsabilità intorno al progetto dell’Onu, innescare il motore del cambiamento.

«Accogliere e sostenere la Challenge Gucci è stato naturale per il nostro gruppo. Anche perché oggi occorrono sforzi organici tra tutti i protagonisti presenti sul mercato. In modo trasversale e non solo settoriale. Le iniziative dei singoli non possono più bastare. Benché siano importanti», sottolinea Baravalle.

Packaging sostenibile

«Spetta alle aziende leader fare il primo passo, tracciare la rotta per mettere in moto un circolo eco-virtuoso. L’emergenza sanitaria legata alla pandemia Covid-19 ha poi ulteriormente evidenziato come, in un mondo globalizzato, tutto sia fortemente connesso. Dati di realtà tali da rendere ancor più urgente la necessità di attuare piani concreti di sviluppo sostenibile».

Tra quelli già all’attivo di Lavazza la riduzione del 90% delle emissioni di Co2 in Italia

Grazie al passaggio da fonti energetiche fossili a fonti rinnovabili; il progetto “packaging sostenibile”, ma anche quello di editare un calendario Lavazza dedicato a questi temi: quello 2020 porta la firma di David LaChapelle.

Baravalle: «La ripartenza post Covid-19 deve spingere a un aumento degli sforzi per fronteggiare i cambiamenti climatici. L’ultima edizione del World economic forum di Davos ha fatto capire quanto questi mettano in serio pericolo l’economia mondiale. Un’emergenza che ci riguarda tutti. Per questa ragione deve essere stimolo a lavorare insieme per un fine comune».

Il progetto

La responsabilità di affrontare la realtà del cambiamento climatico globale. Ma anche la crisi della biodiversità. La responsabilità di individuare i mezzi per amplificare gli sforzi di conservazione e ripristino del patrimonio naturale mitigandone al contempo l’evoluzione. Una sfida vera e propria. Oggi imprescindibile e inderogabile. Specie per gruppi e aziende dai fatturati a plurimi zeri. La sfida alla fine del 2019 la lancia a cuore aperto Marco Bizzarri, ceo di Gucci.

Lo fa con una sua lettera indirizzata ai “colleghi” di tutto il mondo. E la intitola Ceo carbon neutral challenge. Lettera manifesto in sei punti articolati, ma anche parametri per aderire alla Challenge. 1. La consapevolezza che le aziende sono responsabili delle loro emissioni gas (Ghg) e che devono agire immediatamente nell’ottica di una riduzione tempestiva a favore del clima.

2. Utilizzare un sistema internazionale di misurazione delle emissioni gas GHG o adottarne uno entro 12 mesi dall’adesione alla Ceo carbon neutral challenge 3. Rendere pubblico il proprio programma di azione scientifico riguardo alle riduzioni di emissioni gas che includa tutte le fasi della produzione e del business.

4. Implementare entro 12 mesi dall’adesione le soluzioni ambientali certificate Redd+ per mitigare le emissioni gas inevitabili 5. Produrre report annuali sull’impatto della propria attività, sui progressi riguardo alla riduzione di emissioni Ghg e con le verifiche di terze parti sull’efficacia degli investimenti realizzati.

6. Impegnarsi ad aumentare la consapevolezza sulle soluzioni che possono amplificare l’effetto degli sforzi per proteggere la natura e mitigare gli effetti del cambiamento climatico, e trovare sempre nuovi Ceo che aderiscano alla challenge per mantenere una continuità a lungo termine del progetto.

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