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MILANO – Lo spazio JoinUs ha ospitato il 27 settembre un evento dedicato alla cerimonia del tè cinese con la presenza di Vivian Zhang e Alice Viganò, rispettivamente fondatrice e maestra di tè dell’associazione Eastern Leaves, che hanno accompagnato i partecipanti in un viaggio esperienziale attraverso la degustazione di rinomati tè cinesi per scoprire la storia delle piantagioni, dei regni più ampi della storia, dell’economia e dell’evoluzione sociale.
La Via del tè e dei cavalli attraverso i secoli
Alice Viganò è inoltre parte del corpo docenti della scuola di formazione Galdus, per la quale tiene un corso ai ragazzi del Percorso post diploma di alta formazione ITS Coffee Expert proprio per divulgare la conoscenza su questa antica arte cinese.
Durante la cerimonia, Zhang ha sottolineato l’importanza dell’evento: “È la nostra prima iniziativa come fondazione. Da tempo desideravamo creare uno spazio che valorizzasse la cultura cinese in Europa, mettendo in contatto esperti e appassionati provenienti da tutto il mondo. Questo è solo l’inizio di un percorso che ci porterà a organizzare eventi anche in altri paesi europei”.
Tra gli ospiti di rilievo figurava Zhou Chonglin, scrittore e studioso di fama internazionale, da oltre vent’anni impegnato nello studio della Via del tè e dei cavalli, uno dei percorsi commerciali più antichi della Cina.
Chonglin ha illustrato l’importanza storica e culturale di questa rotta, che collegava le regioni produttrici di tè del sud con le capitali imperiali del nord e con i territori dell’altopiano tibetano.

Alice Viganò spiega: “I primi movimenti del tè sono nati perché doveva arrivare alle persone che lo desideravano di più, primi tra tutti l’imperatore, che si trovano lontano dalle zone in cui veniva prodotto. Questo ha segnato l’inizio delle vie carovaniere alla via del tè”.
Inoltre, Chonglin ha spiegato come le caratteristiche geografiche del territorio abbiano influenzato il trasporto: i fiumi che scorrevano rendevano difficoltosi i trasporti, costringendo i mercanti a spostarsi a cavallo o a dorso di mulo attraverso i sentieri di montagna.
Viganò: “La prima via del tè nasce durante la dinastia Tang tra il settimo e il decimo secolo dopo cristo da una esigenza logistica. La via del tè e dei cavalli aveva due punti di partenza, una nell’estremo sud dello Yunnan e l’altro in Sichuan, e una sola destinazione, la corte imperiale”.
Durante il seminario, sono state mostrate inoltre una serie di immagini che documentavano la maestosità degli antichi alberi di tè della regione dello Yunnan, considerata la culla del tè cinese.

Circa il 98% degli alberi antichi della Cina si trova in questa provincia, dove alcune superano i cento e, in alcuni casi, mille anni di età e raggiungono oltre venti metri di altezza.
Viganò aggiunge: “In passato, queste piante erano apprezzate non solo per la produzione di tè, ma anche per il loro valore estetico. Quando un ramo veniva tagliato o ferito creava una piccola conca all’interno del tronco che veniva utilizzata come piccoli vasi per i fiori, decorando i giardini e i cortili delle abitazioni”.
Oggi, il valore di questi alberi è inestimabile. Un tè prodotto dalle loro foglie può raggiungere cifre altissime, anche fino a 3000 euro al chilo non lavorato nelle aree di montagna. Il valore effettivo una volta sul mercato è addirittura più alto.
Tuttavia, Zhou ha ricordato che molti alberi antichi furono abbattuti in passato per far spazio a coltivazioni più redditizie, come la gomma o il tabacco, una scelta che oggi si è rivelata un grave errore dal punto di vista culturale e ambientale.

L’evento è proseguito con una degustazione guidata di tè provenienti da diverse province cinesi. Il primo tè proposto è stata una selezione del 2025 dell’Horse Driver’s Tea, Yuwu Shengpu, realizzato nella terra d’origine del lungo cammino. Il produttore di questo tè ha partecipato al viaggio dell’antica Via originaria, un’impresa ideata per divulgare e creare più conoscenza sulla storia che lega la cina alla seconda bevanda più bevuta al mondo.
Si è passati poi a due selezioni, una del 2024 e una del 1970, del Tibetan Dark Tea, entrambi simboli di trasformazione e del bisogno che diede vita a questo viaggio.
Viganò è scesa nel dettaglio delle usanze dello Yunnan: “Lo scopo del tè varia e subisce l’influenza delle culture locali dove viene prodotto. Lo Yunnan, ad esempio, presenta oltre 25 minoranze locali con diverse costumi e tradizioni anche per il tè che nasce non come bevanda ma come alimento. Ancora oggi alcune popolazioni cucinano le foglie del tè per mangiare come cibo”.
“Il modo di consumare il tè nello Yunnan si presenta come più rurale rispetto al resto della Cina. Il tè viene spesso fatto bollire in un calderone. Il metodo di alcune popolazioni locali consiste nel raccogliere direttamente la foglia fresca dall’albero, abbrustolirla sul fuoco e farla bollire. Il tè inoltre, spesso, non viene lavorato ma viene infuso subito dopo averlo raccolto con tutta la freschezza della foglia ancora giovane”.
Tra il profumo del tè infuso e il seminario degli esperti, la cerimonia si è trasformata in un momento di connessione e armonia.
Si conclude la giornata con l’assaggio del tè tibetano: “Il Tibet è sempre stato la destinazione finale della via del tè. Era particolarmente difficile far crescere le foglie nel clima tibetano. Il tè consumato in Tibet preveniva dallo Yunnan e dal Sichuan. Si parla di tè fermentati e scuri. Inoltre il Tibet, oltre che la Cina, è stato tra i protagonisti della guerra del tè perpetrata dall’Inghilterra. In particolare ci sono state due guerre, una nel 1888 e un’altra nel 1905, per forzare l’acquisto di tè indiano, prodotto sotto le colonie inglesi, al Tibet. Tuttavia, il sapore del tè nero e rosso non corrispondeva ai benefici che cercavano gli abitanti del Tibet, i quali continuavano a preferire il tè dello Yunnan”.
Il tè in stile Tibetano è prevalentemente scuro e fermentato particolarmente intenso con proprietà terrose. L’evento presso JoinUs ha così inaugurato in questo modo non solo un nuovo ciclo di iniziative culturali, ma anche un percorso di dialogo e apertura che promette di estendersi ben oltre i confini del tè.
JoinUs, ricordiamo, è promosso dall’ente di formazione Galdus con il sostegno di una rete di scuole, imprese e altri attori del settore, è un nuovo hub di cultura del lavoro per giovani e imprese che offre attività formative ed esperienziali nel cuore della città di Milano.