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Hag e Splendid, Jde chiude la maxi torrefazione di Andezeno: produzione in Bulgaria, 57 a casa

Alla base della decisione della multinazionale olandese il calo dei consumi di macinato a favore delle capsule. Qui trovate l'analisi precisa dei vertici JDE. I sindacati: "decisione scellerata per due marchi storici del caffè italiano". La produzione verrà spostata in altri stabilimenti europei

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TORINO – Hag e Splendid, due marchi che hanno fatto la storia del caffè di casa nostra, lasciano per sempre l’Italia sul fronte della torrefazione del caffè. Sì perché il colosso Jde (Jacobs Douwe Egberts), proprietario dei due brand, ha annunciato martedì 25 settembre che dal primo gennaio 2019 chiuderà il sito produttivo di Andezeno, fondato nel 1920, vicino a Torino, dove vengono torrefatte e confezionate le due marche di caffè, protagoniste nella GDO.

La produzione verrà spostata in altri stabilimenti europei, in particolare in quello della Bulgaria dove il costo del lavoro è inferiore. Contestualmente si è avviata la procedura di licenziamento per tutti i 57 dipendenti che erano tutti assunti a tempo indeterminato.

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La multinazionale olandese, massimo gruppo pure play nel settore del caffè a livello mondiale, sostiene che alla base di questa scelta c’è il minor uso di caffè macinato da parte del consumatore. Che predilige sempre di più le capsule e le cialde. Un fenomeno che ha conquistato l’Europa a cominciare dall’Italia.

Negli ultimi anni la domanda di caffè tostato e macinato ha continuato a calare in tutta Europa. A causa dello spostamento delle preferenze di tanti consumatori verso i nuovi e più pratici formati a capsule e cialde. Questo elemento ha creato problemi di sovraccapacità all’interno del network produttivo europeo relativo al caffè tostato e macinato di Jde.

«Ma il mercato del caffè italiano resta importante e unico»

A seguito di un’attenta valutazione di tutte le alternative Jde con rammarico ha informato le organizzazioni sindacali locali dei suoi piani di chiusura dello stabilimento di Andezeno. La società è consapevole dell’impatto che questa decisione avrà sui dipendenti locali, le loro famiglie e la comunità di Andezeno ed è impegnata a lavorare a stretto contatto con i rappresentanti sindacali per identificare, minimizzare e risolvere le implicazioni sociali legate alla chiusura del sito. Jde considera importante e unico il mercato del caffè italiano e continuerà ad attribuirgli un ruolo chiave all’interno dei futuri piani di crescita della società”, ha spiegato la multinazionale in un comunicato diffuso in serata.

Decisione stabilita dall’alto

Una decisione stabilita dall’alto senza la possibilità di discutere soluzioni alternative“, così ha commentato la notizia la segretaria della Uila di Torino Manuela Vendola, lamentando la perdita di “due fiori all’occhiello del mercato italiano”.

Le organizzazioni sindacali hanno proclamato due giornate di sciopero. E definiscono la scelta di Jde “scellerata perché in quello stabilimento si producono due prodotti storici per il mercato italiano. Si aprirà un grosso problema per i 57 dipendenti. E per un territorio che già ha gravi problemi occupazionali”.

Flai Cgil, Uila Uil e Rsu chiedono “l’immediato ritiro dell’apertura della procedura di licenziamento collettivo; un tavolo sindacale per trovare soluzioni. E risposte che prevedano il mantenimento dell’occupazione”. Chiesta anche «l’attivazione dei tavoli istituzionali a partire dalla Regione Piemonte”.

Fino a una decina di anni fa nello stabilimento italiano alle porte di Torino si producevano 5 mila tonnellate di decaffeinato. E le stime dell’azienda prevedevano addirittura un incremento.

La fabbrica di Andezeno è stata fondata nel 1920. Mai prima d’ora si era avuti segnali di crisi. Per questo l’annuncio dell’azienda è stato accolto com un fulmine a ciel sereno

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