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IVS Group: nei 6 mesi risultati positivi, debito in calo nonostante la pandemia

La sintesi dei risultati IVS Group al 30 giugno 2020: fatturato consolidato pari a Euro 161,6 milioni, in calo del 30,4% rispetto a giugno 2019; EBITDA Euro 38,4 milioni, in calo del 29,0% rispetto al 2019; EBITDA Adjusted Euro 32,3 milioni, -41,4% sul 2019, con un’incidenza sul fatturato pari al 20,0% (22,4% sul fatturato al netto dei ristorni). Utile netto consolidato pari a Euro 3,8 milioni, -69,0% rispetto al 2019, dopo risultati attribuibili a terzi per Euro -0,1 milioni. Risultato netto Adjusted (ricordiamo che L’‘‘EBITDA Adjusted’’ è pari al risultato operativo incrementato degli ammortamenti, svalutazioni, costi non ricorrenti ed eccezionali per loro natura) consolidato pari a Euro -2,6 milioni, dopo gli utili di terzi. Perfezionate 3 nuove acquisizioni in Italia, per un valore di circa Euro 6,0 milioni. Posizione Finanziaria Netta in miglioramento di Euro 11,5 milioni da marzo 2020. Aumento della liquidità e delle linee di credito disponibili ad Euro 145 milioni.

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MILANO – Il Consiglio di Amministrazione del colosso del vending IVS Group S.A. (quotato alla Borsa di Milano con la sigla IVS.MI) si è riunito il 8 settembre 2020, sotto la presidenza di Paolo Covre, per esaminare ed approvare la relazione semestrale del gruppo IVS al 30 giugno 2020. Che si trova riassunto sel sommario sotto il titolo.

IVS Group S.A. è il leader italiano e secondo operatore in Europa nella gestione di distributori automatici e semiautomatici per la somministrazione di bevande calde, fredde e snack (vending).

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L’attività core del vending si svolge principalmente in Italia (80% circa del fatturato), in Francia, Spagna e Svizzera, con circa 204.000 distributori automatici e semiautomatici.

Il gruppo ha una rete di 83 filiali e circa 3.000 di collaboratori. IVS Group serve più di 15.000 aziende ed enti, con oltre 850 milioni di erogazioni nel 2019.

Andamento della gestione

Il fatturato consolidato del 1° semestre 2020 ammonta a Euro 161,6 milioni (di cui Euro 140,9 milioni derivanti dall’attività caratteristica del vending), con un calo del 30,4% rispetto ai Euro 232,1 milioni del 2019 (di cui Euro 211,3 milioni nel vending).
I ricavi vending calano del 32,9% in Italia, del 39,1% in Spagna, del 29,7% in Francia, del 29,4% in Svizzera.

In calo anche il fatturato della CGU Coin Service (-18,0% circa), che include Moneynet (acquisita a luglio 2019), mentre calano le vendite nel business principale della
moneta metallica (-31% circa) e della moneta digitale della controllata Venpay (-58%).

Tutti i cali nelle diverse aree di business sono legati agli effetti delle contromisure adottate per il contenimento della pandemia Covid-19 e dal conseguente forte rallentamento, in alcuni casi blocco totale, seppure con diverse tempistiche nazionali, di molti settori di clientela a cui si rivolgono le attività del gruppo IVS. Il calo del fatturato è iniziato sensibilmente nell’ultima parte di febbraio 2020 e si è progressivamente intensificato fino al mese di maggio; i primi segnali di graduale recupero sono iniziati nel corso del mese di giugno.

Il numero totale di erogazioni nel primo semestre 2020 è stato pari a 301,3 milioni rispetto a 444,4 milioni del primo semestre 2019 (-32,2%).

Anche nel contesto eccezionale di mercato, nel primo semestre 2020 IVS mostra un tasso di acquisizione complessivo di nuovi clienti superiore al churn rate. Il prezzo medio delle erogazioni del semestre è stato pari ad Euro 46,8 centesimi, da Euro 47,6 centesimi
dell’analogo periodo 2019 (-1,7%). La riduzione del prezzo medio risente della chiusura e/o del fortissimo calo dei volumi nei segmenti di mercato public e travel, che tradizionalmente presentano prezzi medi e valore aggiunto più alti rispetto al settore corporate, dove peraltro i consumi si sono concentrati sugli utenti abituali, che godono degli sconti loro riservati, mediando così al ribasso il prezzo delle consumazioni vending.

Nel primo semestre 2020 sono state perfezionate 3 acquisizioni, in Italia, per un Enterprise Value complessivo di circa Euro 6,0 milioni, con un contributo pro rata temporis al fatturato di circa Euro 0,5 milioni, oltre ad un affitto d’azienda in Sicilia, che contribuisce per circa Euro 3,4 milioni di fatturato da inizio anno, ma con EBITDA pressoché nullo.

L’EBITDA reported consolidato è pari a Euro 38,4 milioni, da circa Euro 54,0 milioni di giugno 2019. L’EBITDA reported include il provento per circa Euro 8,0 milioni relativo alla restituzione di sanzioni già pagate alla AGCM (Autority Antitrust) a seguito del procedimento del 2016, contro il quale IVS Italia aveva presentato appello (ammontare peraltro ancora da ricevere).

L’EBITDA Adjusted consolidato è pari a Euro 32,3 milioni, con un’incidenza sul fatturato del 20,0% (22,4% se calcolato sul fatturato al netto dei ristorni), in calo del 41,4% rispetto a Euro 55,1 milioni di giugno 2019.

Aumentano gli ammortamenti nel primo semestre 2020, rispetto a giugno 2019, di circa Euro 2,2 milioni (+7,7%) per via della diversa incidenza temporale delle acquisizioni realizzate nel primo semestre 2019, degli investimenti dei trimestri passati e di quelli realizzati nel semestre in corso, in particolare per le installazioni su Metro Parigi.

La totale chiusura di interi segmenti di clientela, come scuole e università, e la sostanziale assenza di presenze in luoghi pubblici e di viaggio come metropolitane, stazioni ferroviarie e aeroporti, così come le scelte in tema di presenza al lavoro da parte delle grandi e medie organizzazioni private e statali, hanno inciso fortemente tanto sui volumi e fatturato, quanto sulla redditività.

Incisivo è stato l’intervento su molteplici categorie di costi, incluso il ricorso a sussidi per il lavoro forniti dalle legislazioni delle diverse aree in cui opera il gruppo. A tali azioni si affiancano continue ottimizzazioni e adattamenti dell’organizzazione tecnica e della logistica ai trend dei consumi, puntando comunque a preservare qualità e continuità del servizio ai clienti, essenziali strumenti competitivi e distintivi del gruppo, a maggior ragione in uno scenario competitivo complesso e sfidante.

Lo sforzo per rimodulare i costi non è purtroppo stato sufficiente a neutralizzare totalmente il calo dei volumi e dei margini lordi, né avrebbe potuto ragionevolmente esserlo vista l’entità del calo registrata in un tempo così breve; ma ha quantomeno contrastato la perdita, preservando sostanzialmente la redditività operativa in termini
di incidenza percentuale sul fatturato.

L’utile netto consolidato a giugno 2020 è pari a Euro 3,8 milioni (dopo utili di terzi per -0,1 milioni), in calo (-69%) da Euro 12,3 milioni del 2019. Oltre al rimborso della sanzione Antitrust, il risultato netto include altri costi e proventi netti considerati eccezionali per loro natura, per complessivi Euro 1,8 milioni, principalmente relativi alle acquisizioni e alle nuove iniziative rilevanti (es. Moneynet e contratto Metro
Parigi).

Il Risultato Netto Adjusted al netto delle voci considerate non ricorrenti è pari a Euro -2,4 milioni (dopo i risultati di terzi), rispetto all’utile di Euro 13,2 milioni (dopo gli utili di terzi) di giugno 2019.

Posizione finanziaria netta

La Posizione finanziaria netta è negativa per Euro 383,0 milioni (inclusi i debiti per affitti e leasing derivanti dalla nuova formulazione del principio contabile IFRS 16), in miglioramento di circa Euro 11,5 milioni rispetto a Euro -394,5 milioni a fine marzo 2020 e di circa Euro 3,0 milioni rispetto a Euro -386,0 milioni a fine 2019, dopo pagamenti nel periodo per investimenti netti pari a Euro 28,4 milioni, di cui circa Euro 26,3 milioni per investimenti tecnici netti, inclusi quelli relativi alle aziende acquisite e pagamenti per investimenti fatti in periodi precedenti ed Euro 2,3 milioni per acquisizioni, oltre a Euro 1,5 milioni per accollo leasing immobiliari.

Sono inclusi nella PFN gli interessi maturati nel semestre (su obbligazioni) per Euro 4,5 milioni nonché il debito per il MTM negativo dei contratti di copertura dei tassi di interesse pari ad Euro 1,7 milioni.

Gli investimenti per la Metropolitana di Parigi

Più in dettaglio, gli investimenti relativi al nuovo contratto Metropolitana Parigi – non ancora entrato pienamente a regime – sono stati pari a circa Euro 9.7 milioni). Gli altri investimenti, pari a circa Euro 20,7 milioni (di cui Euro 2,4 milioni per il ricondizionamento di distributori usati ed Euro 7,9 milioni per acquisizioni), sono quasi totalmente relativi a impegni già avviati nei mesi precedenti lo scoppio dell’emergenza Covid-19. Gli investimenti di pertinenza del secondo trimestre 2020 sono infatti notevolmente ridotti rispetto ai trimestri precedenti.

Grazie all’azione di contenimento dei costi e razionalizzazione delle uscite, il Gruppo è dunque riuscito a generare cassa anche in un momento economico così complesso.

A fine giugno 2020 in Gruppo (in Italia) ha ancora circa Euro 15,0 milioni di crediti IVA, oltre a crediti per circa Euro 8,0 milioni verso il MEF-Ministero Economia e Finanze per la restituzione della sanzione Antitrust.

L’incasso di tali crediti – ad oggi circa Euro 23 milioni, non inclusi nel calcolo della posizione finanziaria netta – è presumibile nel corso dei prossimi trimestri.

Altri fatti di rilievo ed operazioni poste in essere dopo il 30 giugno 2020, effetti Covid-19 e previsioni

Lo scenario economico e dei consumi ha visto nel periodo tra marzo e maggio 2020, durante la fase più acuta del lock-down, cali dei volumi fino all’84%, pur con differenze tra le nazioni e regioni in cui IVS opera. Da fine maggio / inizio giugno si sono registrati segnali di recupero, associati alla graduale ripresa delle attività economiche, ma continuando a scontare la chiusura di interi settori (es. scuole e università), la non piena ripresa dei trasporti pubblici e in generale, il debole andamento delle ore lavorate, appesantito dalla ridotta presenza al lavoro delle grandi e medie organizzazioni sia private che statali.

In questo contesto, il gruppo ha avviato azioni sul lato economico, finanziario e organizzativo.

Sul piano economico, la struttura dei costi è stata quanto più possibile trasformata in variabile. Il costo del lavoro è stato ridotto mediante il ricorso ad ammortizzatori sociali. Il costo di affitti e positioning fees è stato in parte già rinegoziato e ridotto, ovvero sospeso in vista della ridefinizione dei termini contrattuali, anche in base a nuove specifiche norme approvate dai governi per l’applicazione delle positioning fees su contratti pubblici.

Tale attività, tuttora in corso, comporta una significativa riduzione degli oneri economici e, in taluni casi, una riduzione dei debiti finanziari (es. sui debiti associati a contratti di affitto, rientranti nelle nuove definizioni IFRS16).

Sul piano industriale, la riduzione dei volumi e il ricorso agli ammortizzatori sociali per il personale sono stati abbinati a una azione di efficientamento della logistica di tecnici e addetti al rifornimento. Tutto ciò ha consentito di mantenere livelli di redditività operativa (EBITDA) positivi anche in un periodo caratterizzato da una crisi economica eccezionale.

Contenuti gli investimenti non indispensabili

Sul piano finanziario, sono stati sostanzialmente contenuti tutti gli investimenti non indispensabili; le misure adottate hanno consentito di preservare e aumentare le riserve di liquidità di cui il gruppo dispone (incrementate da 116 a 145 milioni nel corso del periodo), continuando comunque anche a generare un cash-flow positivo, come dimostra il miglioramento della posizione finanziaria netta.

Sotto il profilo strategico, si ritiene che queste azioni consentiranno al gruppo IVS di presentarsi, a inizio 2021, rafforzato in termini relativi rispetto alla maggior parte degli operatori del settore del vending, in Italia e negli altri mercati europei. La grave crisi in atto comporterà certamente un riassetto del settore e l’inevitabile scomparsa di operatori marginali, non necessariamente di ridotte dimensioni, già deboli prima dell’inizio della pandemia.

Da ciò deriverà l’opportunità, per IVS Group, di avviare nuove iniziative commerciali, atte a incrementare le quote di mercato e il valore dell’attività aziendale.

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