venerdì 12 Aprile 2024
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illycaffè, Pogliani: «Per la ripresa, un mix di vendite ridisegnato ed e-commerce»

Il caffè sospeso - causa lockdown - questa volta è durato un po' troppo, i quasi tre mesi di chiusura di bar e ristoranti. «Ma ora che il peggio sembra alle spalle è il momento di convincere la gente a tornare alle sue abitudini», dice Massimiliano Pogliani, amministratore delegato di illycaffè

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TRIESTE – Abbiamo già dato la notizia del gesto di ripartenza messo in atto da illy nei confronti dei coffeelover affezionati al brand: mercoledì 3 giugno, nelle caffetterie che servono il caffè del marchio, l’espresso è stato regalato. Ecco il commento di Massimiliano Pogliani, amministratore delegato illycaffè, su questa iniziativa di solidarietà, volta a riavvicinare le persone al rito della tazzina consumato nei bar. Da La Repubblica.

Pogliani: uno sguardo lungimirante oltre la Fase 2

Il caffè sospeso – causa lockdown – questa volta è durato un po’ troppo, i quasi tre mesi di chiusura di bar e ristoranti. «Ma ora che il peggio sembra alle spalle è il momento di convincere la gente a tornare alle sue abitudini», dice Massimiliano Pogliani, amministratore delegato di illycaffè. Le difficoltà ci sono ancora, gli strascichi della pandemia sulla società «si prolungheranno oltre il 2020».

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Ma per voltare pagina il gruppo triestino regalerà oggi la tazzina del buongiorno al bancone in tutti i bar italiani che vendono il suo caffè

«Un modo per far capire che gli esercizi pubblici si sono adeguati alla situazione e meritano fiducia», dice Pogliani.

Come avete affrontato lo tsunami della pandemia?

«Siamo uno dei pochi settori che ha avuto la fortuna di poter rimanere aperto e produrre. La priorità iniziale è stata mettere in sicurezza i dipendenti e per fortuna avevamo già avviato un piano di smart working nel 2019. Poi abbiamo dovuto far fronte alla radicale trasformazione del mondo del caffè. La nostra fortuna è che arrivavamo da un 2019 – oggi sembra preistoria – record, con tassi di crescita raddoppiati sul 2018. Anche i primi tre mesi del 2020 erano partiti molto bene. Poi tutto si è fermato. Ma quelle basi robuste ci consentono di gestire meglio l’emergenza oggi».

Bar e ristoranti sono rimasti chiusi per più di due mesi. Quanto vi è costato?

Pogliani: «Quel mondo pesa quasi i due terzi del nostro business. Fornivamo navi da crociera, compagnie aeree. Un business che si è quasi fermato. Per fortuna avevamo già lanciato un progetto per spingere sui canali online e questo fattore ci ha messo in posizioni di vantaggio rispetto alla concorrenza. Appena scoppiata la crisi abbiamo cancellato i costi di spedizione, anche quelli per piccoli ordini. E siamo passati dalla sera alla mattina da 400 a 1.500 ordini al giorno. Il 50% sono nuovi clienti».

Il web basta a compensare il buco della ristorazione?

«No, ma mitigherà gli effetti negativi. Sono cresciute anche le vendite nella grande distribuzione: in questa fase i consumatori hanno preferito i brand premium, quelli più conosciuti e affidabili. E noi ovviamente ne abbiamo beneficiato».

Pogliani, come siete ripartiti in Fase 2?

«Con molta gradualità, e avremo strascichi dell’emergenza anche oltre il 2020. Torneremo ai valori di ricavi del passato verso maggio giugno del prossimo anno. E a quel punto avremo un mix di vendite ridisegnato con più peso per l’e-commerce. Magari allungheremo i tempi di apertura dei nostri caffè con il marchio dell’azienda e basta. Il problema ora è gestire l’uscita dall’emergenza e favorire la riapertura. E la tazzina offerta a tutti il 3 giugno è un passo in questa direzione».

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