mercoledì 10 Aprile 2024
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Quello che si sa di Igor Bidilo, re dei bar toscani, indagato per autoriciclaggio

Con i proventi generati dal petrolio, costruiva il suo impero con ramificazioni in mezza Europa fino alle Isole Vergini Britanniche. Tanto che gli inquirenti sono riusciti a ricostruire buona parte delle trame del suo regno solo grazie all’intervento di Eurojust: l’agenzia di cooperazione giudiziaria dell’Unione Europea, che ha permesso di sbloccare le rogatorie e ottenere documentazione da vari stati esteri

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FIRENZE – Abbiamo recentemente condiviso la notizia dell’inchiesta aperta su diversi gestori della Toscana, per il reato di autoriciclaggio. Tra questi, un nome che spicca tra gli altri è l’imprenditore che dal petrolio si è buttato nei pubblici esercizi, Igor Bidilo. Ma chi è quello che viene spesso riconosciuto come il re kazako dei locali di Siena e Firenze? Proviamo a tracciare il suo profilo dall’articolo di Aldo Tani sul corrierefiorentino.corriere.it.

Igor Bidilo: dal petrolio a Piazza del Campo

Chi è il magnate kazako che ha in mano i bar di Siena e Firenze. La campagna di «shopping» è iniziata nel 2017, tra caffè e immobili. I soldi investiti in Nannini e poi in Scudieri e nelle Giubbe Rosse sarebbero frutto di evasione.

Igor Bidilo si è mosso come in una partita di risiko. Non ha usato i carrarmatini come arma, ma alla fine il risultato è stato lo stesso: conquistare altri territori. E lui a Siena ne ha trovati di più che fertili. Ancora intenti a leccarsi le ferite per il tracollo di Banca Mps e bisognosi di denaro fresco per tentare una ripartenza molto complicata.

Nel giro di qualche anno, attraverso la holding Sielna Spa, ha comprato buona parte di piazza del Campo. Per non parlare delle acquisizioni immobiliari, meno appariscenti ma non di minor importanza. Tutto questo senza mai essere sotto i riflettori, perché se è vero che da qualche tempo il nome del magnate kazako, o semplicemente il «kazako», come lo chiamano all’ombra della Torre del Mangia, è sulla bocca di tutti, il suo regno è sempre stato e continua a essere il dietro le quinte.

Igor Bidilo: un uomo a cui piace lavorare nell’ombra, le luci della ribalta sono sempre state per gli intermediari

Alcuni dei quali finiti nell’inchiesta dell’operazione «Hidden Partner», mentre lui, con i proventi generati dal petrolio, costruiva il suo impero con ramificazioni in mezza Europa fino alle Isole Vergini Britanniche. Tanto che gli inquirenti sono riusciti a ricostruire buona parte delle trame del suo regno solo grazie all’intervento di Eurojust: l’agenzia di cooperazione giudiziaria dell’Unione Europea, che ha permesso di sbloccare le rogatorie e ottenere documentazione da vari stati esteri.

Eppure, a più riprese, la magistratura, non solo quella italiana, ha provato a mettergli i bastoni tra le ruote; come avvenuto nel 2018, quando fu lambito da un indagine che riguardava l’attuale parlamentare di Fratelli d’Italia, Salvatore Caiata, o nel settembre scorso, quando Bidilo è stato indagato per riciclaggio.

Azioni che non lo hanno scalfito: per lo meno per quanto riguarda la sua voglia continuare a investire. Non a caso, all’angolo del Casato, è comparso a fine anno scorso il «Caffè Scudieri»: l’ultima perla, con marchio portato direttamente da Firenze, di una collezione che in un raggio di poche centinaia di metri comprende altri dieci locali tra bar e ristoranti. Nomi di grido a Siena, come «Liberamente Osteria», «Il Campo», «La Birreria».

Il colpo grosso in realtà lo aveva fatto quasi subito dopo il suo ingresso in città, avvenuto nel 2017, quando aveva acquisito lo storico marchio «Nannini»: rilevato con un cospicuo investimento e con un altrettanto solido piano industriale, 70 milioni per il rilancio e 200 assunzioni entro il 2021.

Anche in quell’occasione la gloria però aveva preferito lasciarla ad altri

Perché nella conferenza stampa di presentazione del progetto, tra un sindaco fresco di vittoria alle elezioni, dirigenti di Sielna e l’ex pilota di Formula 1 Alessandro Nannini, fratello della rockstar Gianna, mancava solo lui. Piantato il piede sul tufo, Bidilo aveva iniziato allora a guardarsi intorno e in pochi mesi era riuscito a far parlare di sé anche a Firenze. Prima il «Caffè Scudieri», di fronte al Battistero, poi la caffetteria Pitti e infine le «Giubbe Rosse»: circa un milione di euro il prezzo di acquisto del caffè letterario. Quindi, è stata la volta di Milano, dove ha rilevato il ristorante «Valentino Village».

Di pari passo con le acquisizioni commerciali andava la compravendita delle proprietà immobiliari. Come ha rivelato l’inchiesta, tra i beni sequestrati, ci sono immobili disseminati tra Firenze, Roma e Siena. Città dove tra le altre, ha una residenza in campagna, nella frazione di Santa Colomba. Un buen ritiro, lontano dagli occhi indiscreti e dai riflettori. Proprio come piace al kazako, magistratura permettendo.

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