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Gruppo IMA, così il packaging italiano va alla conquista del mondo

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MILANO – L’Italia delle imprese che stanno avendo successo, grazie a strategie industriali coerenti, continui investimenti e focus sull’innovazione, vede un esempio nel gruppo IMA.

Nata agli inizi degli anni Sessanta a Bologna, questa eccellenza nazionale è cresciuta fino a diventare leader mondiale nella progettazione e produzione di macchine automatiche per il processo e il confezionamento di prodotti farmaceutici, cosmetici, alimentari, tè e caffè e recentemente per il packaging di prodotti del tabacco a ridotto impatto sulla salute umana.

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Parliamo di settori che hanno in comune sia l’esigenza di rendere sempre più efficienti e innovativi i processi e i metodi di confezionamento dei prodotti – con un ricorso sempre maggiore all’automazione – sia ottime prospettive in termini di crescita dei consumi.

Oggi il gruppo IMA è presente in un’ottantina di Paesi, dove impiega oltre 5.000 dipendenti, di cui oltre 500 progettisti impegnati nell’innovazione di prodotto.

Le stime di consuntivo per lo scorso anno parlano ancora una volta di crescite nell’ordine delle due cifre. «Sulla base dei risultati preliminari – commenta Alberto Vacchi (FOTO), presidente e ad – si profila un 2016 di grande soddisfazione per il Gruppo IMA.

I ricavi consolidati hanno raggiunto quota 1,3 miliardi di euro, pari a una crescita del 18%, e i risultati preliminari evidenziano l’andamento positivo della redditività, con un Ebitda di circa 180 milioni, la crescita costante del portafoglio ordini consolidato, salito a 766 milioni, e la robusta generazione di cassa che ha permesso una sensibile riduzione dell’indebitamento, al di sotto dei 100 milioni.

Il gruppo ha rafforzato la leadership grazie alla politica di sviluppo per linee esterne consolidate da una strategia industriale basata sull’innovazione e sul presidio costante dei mercati che ha portato all’ampliamento della gamma prodotti e all’acquisizione di nuove quote di mercato».

Nel corso del 2016, il Gruppo IMA ha messo a segno acquisizioni che le hanno permesso di diversificare ulteriormente le attività in settori correlati, compresa l’incorporazione del business Medtech e di Telerobot, attivi nel settore automation, e consolidati rispettivamente dai mesi di aprile e maggio 2016.

Nella seconda metà dell’anno, il gruppo guidato da Vacchi ha centrato altri due importanti obiettivi, quali le acquisizioni della società argentina MAI S.A., nel settore delle macchine per il confezionamento del tè, e gli accordi, in Italia, per l’acquisto di Mapster e della minoranza di Petroncini, entrambe imprese innovative nel settore delle macchine per il confezionamento di capsule per il settore caffè e per il processo produttivo.

«L’acquisizione della società MAI S.A. – spiega Vacchi – consentirà di rafforzare la leadership del nostro gruppo nel confezionamento di tè, ampliando la gamma prodotti e creando significative opportunità sia produttive sia commerciali con le altre società.

Con questa operazione, IMA continua il percorso di valorizzazione di marchi leader di mercato, rafforzando la propria presenza industriale anche in Sud America».

Quanto invece alle operazioni nel settore del caffè il presidente e ad di IMA aggiunge: «IMA, attraverso la sua controllata GIMA, ha già una consolidata presenza in questo mercato: l’ingresso contestuale di Mapster e Petroncini porterà la nascita di un gruppo omogeneo di aziende, ciascuna leader nel proprio segmento, unico nel panorama mondiale di settore dove l’ampiezza della gamma è considerata un elemento competitivo e vincente.

Attraverso queste operazioni, IMA diverrà il solo fornitore in grado di offrire soluzioni per impianti completi che spaziano dal caffè verde al confezionamento finale del caffè tostato in capsule, cialde, sacchetto con una gamma di prodotti completa, incluso il packaging secondario, e condividendo clienti e soprattutto potenziali opportunità nella fornitura di tecnologia».

Considerati i risultati già raggiunti nel 2016 e le prospettive aperte da queste nuove acquisizioni, IMA (quotata alla Borsa di Milano dal 1995) può guardare con rinnovato ottimismo anche al 2017.

Riccardo Cervelli

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