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Giuseppe Lavazza, presidente dell’omonimo gruppo, analizza il futuro del brand soffermandosi sulla politica estera che contraddistingua da sempre l’azienda. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo di Claudia Luise per il quotidiano La Stampa.
Il futuro del Gruppo Lavazza
TRIESTE – “Quando penso alla storia dell’azienda e della mia famiglia sento un senso di orgoglio e appartenenza, ma anche le responsabilità che ne derivano”. Giuseppe Lavazza, presidente del gruppo Lavazza, guarda al futuro sul quotidiano La Stampa e intanto festeggia i 130 anni dell’azienda di famiglia, nata nel 1895 in una piccola drogheria in via San Tommaso, a Torino.
Ne parla mentre è in Brasile, a Guaxupé, nello Stato del Minas Gerais, dove spesso torna per avere un rapporto diretto con i suoi fornitori: “Sono imprenditori con cui già mia nonno aveva stretto legami, ci comprendiamo anche perché condividiamo gli stessi valori di imprenditorialità familiare”, racconta mentre controlla i chicchi messi ad essiccare nel portico della fazenda di Flávia Barbosa, direttrice esecutiva della Exportadora de Café Guaxupé.
“Questa è la loro ricchezza e noi dobbiamo rispettarla”, dice convinto sempre come riportato su La Stampa. E aggiunge: “Se oggi arriviamo a celebrare questi primi 130 anni vuol dire non solo che abbiamo fatto tantissima strada, ma anche quanta ne abbiamo ancora davanti. Siamo alla quarta generazione e il nostro obiettivo è di rendere questo gruppo più solido possibile per tutte le generazioni che arriveranno, affinché possano ritrovarsi a festeggiare nella Torino del 2155 i prossimi 130 anni di Lavazza”.
La storia e gli obiettivi del Gruppo
La storia parte da Luigi Lavazza e dalla bottega che aprì in centro: “Nacque lì la sua passione per il caffè, sperimentando miscele che sono alla base delle ricette di successo di oggi”, ricorda Giuseppe a La Stampa. Oggi, con la quarta generazione – Giuseppe, Marco, Francesca, Antonella e Manuela, oltre al presidente onorario Alberto – e la guida dell’ad Antonio Baravalle, Lavazza è presente in oltre 140 mercati con più di 5.550 dipendenti e nove stabilimenti produttivi.
“L’innovazione e la ricerca e sviluppo avranno sempre maggior ruolo all’interno delle nostre strategie, insieme a tutti i temi legati alla sostenibilità e alla responsabilità sociale di impresa, che già oggi costruiscono una parte rilevante nel nostro modo di intendere il gruppo e il futuro. Le parole d’ordine adesso sono competenza e la visione internazionale: l’azienda ha saputo fare dei passi in avanti grazie proprio all’ingresso di persone con competenze fondamentali come le capacità relazionali e la visione globale”.
Nel 2024 il fatturato ha superato 3,35 miliardi di euro (+9,1%), con Ebitda a 312 milioni (+18,6%) e utile netto a 82 milioni (+20,6%).
“L’espansione internazionale con una forte crescita negli Usa (+12%) e mercati chiave europei come Italia e Francia – conferma Lavazza su La Stampa – è il risultato di una strategia chiara che punta a una presenza globale, multicanale e multibrand”.
Adesso si guarda alla Germania. Anche se il presidente di Lavazza non commenta le voci relative a una possibile acquisizione o fusione con la tedesca Dallmayr, per rafforzarsi nel mercato europeo del caffè e creare un colosso da oltre 5 miliardi di euro di fatturato, conferma l’interesse per quel mercato.
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