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Distributori automatici Argenta – Cinque acquisti e il ritorno dell’utile con 2,7 milioni

Argenta si prepara alla conquista dell’outdoor con negozi aperti 24 ore su 24 e dell’est Europa

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Dalla Corte
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MILANO – La pausa caffè è mobile. Ora va all’aperto e punta ai mercati esteri. Dopo aver macinato due anni a suon di acquisizioni, in tutto sette, volte a rafforzare tutte le aree di business dell’azienda, il gruppo Argenta si prepara alla conquista dell’outdoor e dell’est Europa.

Nel 2012 il giro d’affari della distribuzione automatica ha tenuto; registrando un lieve calo dello 0,7%. Attestandosi a circa 2,5 miliardi di euro.

Argenta ha chiuso l’anno con fatturato stabile

Ovvero intorno a 200 milioni di euro. Con un utile di 2,7 milioni, a fronte di una perdita nel 2011 di 3,2 milioni. Migliorando così la posizione finanziaria netta passata da 243 milioni a 238 milioni.

«Siamo legati a doppio filo all’economia. Non solo per il trend dei consumi. Ma anche perché molte delle nostre postazioni sono installate nei posti di lavoro.

Se diminuisce l’occupazione, le nostre macchinette rimangono spente.» Commenta Stefano Fanti. Direttore generale di Argenta.

Ma il mercato è tutt’altro che saturo

E in proposito, la strategia della società brianzola guarda al business dell’outdoor e allo sviluppo internazionale. In Italia nel 2012 la distribuzione automatica ha erogato 6 miliardi di prodotti, di questi circa l’80% sono caffè espresso (4,5 miliardi) e acqua (circa 700 milioni di bottiglie da 0,5 litri). «C’è ancora molto da fare. Il mercato del vending in Italia è ancora agli albori», spiega Stefano Fanti.

Il gruppo Argenta è uno dei big player in Italia nella gestione della distribuzione automatica

Nata a Carpi nel 1968, ora ha sede a Vimercate, e dal 2008 è controllata dal fondo Motion Equity Partners. Grazie al supporto di capitale l’azienda ha inanellato una stagione di acquisizioni che l’ha portata a sfondare quota 200 milioni di euro, 1500 addetti, 22 sedi operative e disporre di una flotta aziendale di circa 1000 mezzi. «La congiuntura economica è tutta in salita – dice il manager – Tuttavia nel 2012 non abbiamo perso terreno. Anzi, grazie all’ottimizzazione dei processi aziendali, a partire dalla gestione abbiamo migliorato la redditività».

Centralizzazione della gestione e dei costi

Queste le linee guide con cui l’azienda ha orientato il post campagna acquisizioni. Perché negli ultimi due anni Argenta ha portato sotto il suo tetto un bel po’ di marchi.

Mastrocoffee. Società che si occupa di distribuzione automatica per gli offici e oggi rinominata Cafebon; Brekky, la catena di negozi automatizzati in franchising aperti 24 ore su 24.

Eurmatik, azienda storica del settore del vending di proprietà di Coca Cola Hellenic. Caffé Granduca, ramo d’azienda di Buonristoro, e 2G Service, con sede a Prato.

«Ci siamo rafforzati in tutti i settori del business, dall’indoor all’outdoor. Ora a squadra completa siamo pronti a raccogliere i risultati». A gennaio è arrivato nel perimetro di Argenta anche il vending di Selda, azienda della distribuzione automatica concentrata nell’area di Varese e provincia.
Con circa 150.000 distributori automatici, l’azienda brianzola registra oltre 2,2 milioni di consumazioni al giorno.

Spiega Stefano Fanti

«Abbiamo ampliato il catalogo arricchendolo di prodotti freschi, anche biologici. Il mercato da portare a casa è quello dell’outdoor. Che è tutto da inventare ». Dopo aver messo a segno il colpo della fornitura e gestione dei distributori automatici in 500 aree Eni, Argenta intende sviluppare ancora il suo business, diversificando i prodotti e aumentando le aree di presenza grazie a Brekky, la prima catena di shop automatizzati tutti in franchising, aperti 24 ore per tutta la settimana. Oltre al caffé e all’acqua minerale, al distributore si fa la spesa quando si vuole, e si possono anche comprare capi d’abbigliamento. Altro tassello in via di composizione arriva dall’estero. «Stiamo guardando con interesse all’Est Europa per un eventuale investimento. Il vending ha bisogno di una rete efficiente per poter operare, perciò lavorare oltre frontiera non c’è così semplice. Ma stiamo studiando alcune soluzioni, a partire da partnership mirate».

Christian Benna

Fonte: la Repubblica

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