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De’ Longhi: ricavi nei primi nove mesi a € 2.128,7 milioni, in calo dell’1%

L'azienda ha registrato un adjusted Ebitda a € 212 milioni, pari al 10% dei ricavi (in flessione dal 16,6%); un utile netto a € 99,4 milioni, pari al 4,7% dei ricavi (in flessione dal 10,8%)

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TREVISO –  De’ Longhi ha diffuso ai media i risultati consolidati dei primi nove mesi del 2022 appena approvati dal Consiglio di amministrazione dell’azienda che è quotata alla Borsa di Milano. Prima di entrare nel merito delle cifre ecco una prima sintesi del dettaglio: ricavi a € 2.128,7 milioni in calo del -1% (-5,4% a cambi costanti); un adjusted Ebitda a € 212 milioni, pari al 10% dei ricavi (in flessione dal 16,6%); un utile netto a € 99,4 milioni, pari al 4,7% dei ricavi (in flessione dal 10,8%).

Nel terzo trimestre il Gruppo ha realizzato: ricavi per € 683,8 milioni in calo del -4,7% (-10,3% a cambi costanti); un adjusted Ebitda di € 62,9 milioni, pari al 9,2% dei ricavi (in flessione dal 14,7%).

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Al 30 settembre 2022, la posizione finanziaria netta di Gruppo è risultata positiva per € 28,8 milioni, in contrazione rispetto a € 425,1 milioni di fine 2021, dopo investimenti per 126,5 milioni e dividendi distribuiti per € 124,5 milioni.

Il commento dell’amministratore delegato Fabio de’ Longhi

Nelle parole dell’amministratore delegato Fabio de’ Longhi: “Il terzo trimestre è risultato in linea con la nostra guidance e con le attese del mercato per l’anno. In un contesto di grande incertezza del quadro macro, abbiamo visto un rallentamento della domanda e con un conseguente eccesso di magazzino che ci stiamo impegnando, con successo, a riportare gradualmente a livelli di normalità, liberando così il prossimo esercizio dai relativi costi ed inefficienze.”

Fabio de’ Longhi continua: “Inoltre, abbiamo neutralizzato in buona parte l’inflazione dei costi di produzione con una campagna di aumenti prezzo resa possibile dalla forza dei nostri brand e dalla fiducia accordataci dai consumatori. Infine, in un’ottica di lungo termine, abbiamo dato continuità agli investimenti in comunicazione e marketing previsti dal piano triennale e che costituiscono una solida base per la crescita dei prossimi anni.”

Fabio de’ Longhi incalza:  “Le indicazioni relative ai nostri segmenti core restano immutate: da un lato il trend secolare del caffè, che si conferma di anno in anno, con potenzialità di crescita ancora in larga parte inespresse; dall’altro lato, una presenza radicata, in posizione di leadership, nel mondo della nutrizione e della cucina, sostenuta dal crescente ruolo di un’alimentazione sostenibile e sana.”

Fabio de’ Longhi conclude:  “Per l’anno in corso, confermiamo la stima di ricavi in flessione ad un tasso mid-single-digit2 ed un Ebitda adjusted nell’intervallo di 320-340 milioni di euro”.

I primi nove mesi

I primi nove mesi del 2022 hanno evidenziato un andamento del fatturato sostanzialmente in linea con l’anno precedente, sostenuti tuttavia da un importante effetto valutario positivo, mentre i volumi hanno mostrato un progressivo rallentamento, penalizzati dal difficile contesto macroeconomico.

Questo contesto, aggravatosi con lo scoppio del conflitto russo-ucraino, ha minato la fiducia dei mercati e dei consumatori soprattutto in Europa e presenta ancora oggi elementi che sono destinati, con tutta probabilità, a perdurare nei prossimi mesi.

Le aziende del settore negli ultimi trimestri hanno dovuto affrontare crescenti complessità, quali le pressioni inflazionistiche sui costi di prodotto, il rialzo dei tassi di interesse, le crescenti aspettative di una prossima recessione, la volatilità dei mercati valutari, l’aumento del livello di stock presso i distributori e, non da ultimo, lo sfidante confronto con un 2021 estremamente positivo.

Un tale scenario ha richiesto un maggiore impegno del Gruppo a sostegno della crescita di lungo termine – mantenendo elevato l’investimento nelle attività di media e comunicazione – e a protezione della marginalità intervenendo con aumenti mirati dei prezzi.

Nei primi nove mesi del 2022 i ricavi sono diminuiti del -1%, portandosi a € 2.128,7 milioni, con un terzo trimestre in calo del 4,7% a € 683,8 milioni.

In entrambi i periodi analizzati, l’effetto valutario è stato marcatamente positivo, soprattutto per quanto concerne l’apprezzamento del dollaro USA: l’impatto positivo sui ricavi è stato pari al 4,4% di crescita nei 9 mesi e al 5,6% nel
trimestre.

Analogamente al secondo trimestre dell’anno, l’area europea ha subito il maggior rallentamento, mentre le restanti aree extra-europee hanno in gran parte beneficiato di dinamiche più favorevoli.

Nel terzo trimestre

• L’Europa sud-occidentale ha evidenziato nel terzo trimestre dinamiche simili al precedente trimestre, con una moderata debolezza dei mercati dell’Europa continentale, mentre l’Italia e la regione iberica sono risultate in crescita;
• nell’area dell’Europa nord-orientale è proseguito il trend negativo, anche se in miglioramento, con comprensibili effetti del conflitto russo-ucraino ed un impatto diretto dei due paesi coinvolti che pesa per più della metà del rallentamento nell’area;
• l’area MEIA ha visto un trimestre in crescita in tutta l’aria mediorientale, spinto soprattutto dal positivo contributo valutario, al netto del quale comunque le vendite sono state in territorio positivo;
• in flessione rispetto all’anno precedente l’area nord-americana, a causa dell’anticipazione nei mesi precedenti delle vendite dei condizionatori portatili, mentre al contrario si è assistito ad una crescita a doppia cifra del comparto del caffè, sostenuto da una forte accelerazione delle macchine superautomatiche;
• infine, nella regione Asia-Pacific è proseguita la crescita a doppia cifra già evidenziata nella prima parte dell’anno, sostenuta in modo particolare in questi tre mesi dalla significativa espansione della Greater China.

L’evoluzione del brand

Per quanto concerne l’evoluzione dei segmenti di prodotto, i primi nove mesi del 2022 confermano la resilienza del caffè da un lato, ma dall’altro una marcata debolezza del comparto della food preparation, mentre le restanti categorie di prodotto hanno evidenziato una crescita anche nel trimestre.

Scendendo nel dettaglio, il comparto delle macchine per il caffè ad uso domestico ha proseguito nella crescita supportata dalle macchine superautomatiche e manuali.

Il comparto della cottura e preparazione dei cibi ha confermato il momento particolarmente difficile del “post-Covid” nonché l’impatto della debolezza dei consumi.

E’ rimasto positivo il contributo della categoria comfort (condizionamento e riscaldamento portatili), anche se nel terzo trimestre i prodotti del condizionamento hanno subito un rallentamento dovuto all’anticipazione nei mesi precedenti del flusso di vendita negli USA ed un minore sell-in in Europa.

In territorio positivo in entrambi i periodi in analisi l’home care (pulizia della casa e stiro), grazie in particolare alla crescita a doppia cifra dello stiro nel terzo trimestre.
Infine, è stato ampiamente positivo il contributo del comparto delle macchine per il caffè professionale rappresentato dalla neo-acquisita Eversys, che ha mostrato un trend di crescita molto sostenuto.

Relativamente ai margini

• il margine industriale netto nei 9 mesi è stato pari a € 1.015,5 milioni, in flessione come percentuale dei ricavi al 47,7% dal 50,2%, come effetto dell’aumento dei costi di prodotto (materie prime, trasporti, costi di trasformazione) non totalmente compensati dagli aumenti di prezzo a regime (pari a € 48 milioni nei 9 mesi). Anche nel terzo trimestre, le dinamiche del margine non hanno mostrato inversioni di tendenza, nonostante un maggiore sostegno fornito dalla componente prezzo (€ 15,6 milioni);

• l’Ebitda adjusted nei 9 mesi si è attestato a € 212 milioni, pari al 10% dei ricavi (contro il 16,6% del 2021). Su tale andamento del margine ha pesato l’aumento di € 32,5 milioni degli investimenti in media e comunicazione, passati da € 238,9 milioni (11,1% dei ricavi) a € 271,4 milioni (12,8% dei ricavi), soprattutto in connessione con le attività relative alla campagna sul caffè che vede protagonista Brad Pitt, Ambassador del brand De’ Longhi. Tale aumento tuttavia è stato concentrato nei primi 2 trimestri, mentre il terzo trimestre ha visto al contrario una riduzione degli stessi di € -1,7 milioni rispetto allo stesso trimestre del 2021;

• l’Ebitda dei 9 mesi è stato pari a € 217,8 milioni, pari al 10,2% dei ricavi (16% nel 2021). Da segnalare che nel trimestre sono stati contabilizzati proventi non ricorrenti (pari a € 4,4 milioni) relativi principalmente alla revisione della valutazione di asset della filiale ucraina, a seguito del recupero di alcune posizioni creditorie;

• il risultato operativo (Ebit) si è attestato a € 141,2 milioni, pari al 6,6% dei ricavi, in flessione dal 12,9% del 2021, dopo maggiori ammortamenti per € 8,9 milioni (€ 2,2 milioni nel trimestre), conseguenti all’aumento degli investimenti degli ultimi trimestri;

• infine, l’utile netto di competenza del Gruppo nei 9 mesi si è attestato a € 99,4 milioni, pari al 4,7% dei ricavi, (10,8% dei ricavi nei 9 mesi del 2021), con un trend di flessione nel terzo trimestre sostanzialmente non dissimile,
anche se meno negativo in termini di comparazione con il trimestre del 2021.

A livello patrimoniale, segnaliamo in primis la sostenuta attività di investimento, in gran parte concentrata sugli stabilimenti produttivi, per un totale di € 126,5 milioni nei primi nove mesi dell’anno.

Relativamente al capitale circolante netto (pari a € 337,3 milioni al 30 settembre 2022), l’aumento di € 215,3 milioni intervenuto nei 12 mesi è stato condizionato principalmente da:

  • Un aumento delle rimanenze finali, il cui valore ha raggiunto a fine trimestre il valore di € 892,1 milioni, superiore di € 111,7 milioni rispetto ai valori di fine settembre 2021, ma in progressiva discesa rispetto al picco di € 941,5 milioni toccato al 30 giugno 2022;
  • Una riduzione del saldo crediti-debiti commerciali, derivante da un rallentamento dell’attività di approvvigionamento per la produzione.

A causa dei sopracitati andamenti, il rapporto tra capitale circolante operativo e ricavi rolling è passato al 14,8% dal 10,2% del 30 settembre 2021.

La Posizione Finanziaria Netta al 30 settembre è risultata positiva per € 28,8 milioni, confrontandosi con € 425,1 milioni del 31.12.2021 e con € 216,1 milioni del 30 settembre dello scorso anno. Tuttavia, escludendo le componenti non bancarie, la Posizione Netta è risultata attiva per € 115,9 milioni (€ 505,9 milioni a fine 2021).

In conseguenza di quanto sopra descritto, il flusso di cassa prima dei dividendi e delle acquisizioni (“free-cash-flow”) nei 9 mesi è risultato negativo per € 271,8 milioni, di cui solo € 26,6 milioni relativi al terzo trimestre.

Il bilancio nel dettaglio

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